ROBERTO PETRINI, REPUBBLICA 17 OTTOBRE 2018., pag. 2 ::: SALE LA FEBBRE DA CONDONO, 10 MILIONI DI ITALIANI SI PREPARANO AL MAXI SCONTO

 

REPUBBLICA DEL 17 OTTOBRE 2018 pag.2

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ECONOMIA

Le tasse

Sale la febbre da condono oltre 10 milioni di italiani si preparano al maxi sconto

Interessati molti di coloro che hanno un debito con il Fisco, ma in attesa dell’entrata in vigore del nuovo provvedimento si rischia un calo delle entrate di circa tre miliardi

roberto petrini,

 

roma

In un Paese dove si evadono 108 miliardi di tasse e contributi non poteva essere altrimenti: il colpo di spugna proposto dal governo gialloverde sta catalizzando l’interesse degli italiani. Dalle multe non pagate e dimenticate nel fondo di un cassetto, all’ansia per la visita della Finanza e relativo verbale, al senso di colpa per la sottostima dei redditi nell’ultima dichiarazione, alla cartella e relativa ingiunzione perché non si è pagato o non si poteva pagare. Nel mondo variegato e composito dell’evasione, dal Nord Est incallito che gonfia i costi al Sud che scompare nel sommerso, l’intesa tra Di Maio e Salvini rischia di far tornare il sorriso.

” Quattro condoni quattro”, per grandi e piccoli ( 1000 euro, rottmazione ter, liti e integrativa), sono pronti al decollo. La sanatoria che investe la lunga filiera fiscale moltiplica il numero degli interessati: difficile fare un calcolo, la banca dati dei debitori dell’Agenzia della riscossione contiene 20 milioni di codici fiscali, alcuni hanno già partecipato alle vecchie rottamazioni, altri hanno rateizzato, di sicuro sono 10 milioni coloro che hanno i debiti sotto i 1.000 euro che verranno cancellati. Comunque sia, milioni di italiani.

« Registriamo interesse attraverso i nostri associati a tutte e tre le operazioni » , racconta Gilberto Gelosa, responsabile per il fisco dell’Ordine dei dottori commercialisti. La ” febbre da condono” si sta comunque scatenando: telefonate, richieste di informazioni, arrivano agli studi commerciali, ai Caf, trovano spazio sulla rete e giungono ai giornali. Molte richieste riguardano le multe al codice della strada che coinvolgerebbero 3 milioni di cartelle sotto i mille euro: ma molti non hanno capito che si tratta delle multe arrivate e conclamate nel decennio 2000-2010. E sperano di poter evitare il pagamento anche del divieto di sosta di due giorni fa.

L’Agenzia delle entrate nel 2002, in occasione del tombale di Berlusconi e Tremonti che incassò 20 miliardi, si era munita di una organizzazione speciale con task force dedicate in ciascuna sede locale. Stavolta l’impatto non sarà la replica di quello di allora, ma ci si sta attrezzando. Per sette mesi, dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale, probabilmente lunedì prossimo, si scatenerà una mole straordinaria di lavoro e la necessità di fronteggiare le richieste di migliaia di contribuenti: la macchina del ” condono spa” si metterà in moto con tutto il suo mondo di commercialisti, avvocati tributaristi, consulenti, Caf, funzionari dell’Agenzia delle entrate.. L’impatto mediatico è stato forte, l’interesse è alto e ora è il momento della resa dei conti. Dopo aver siglato l’intesa con gli alleati leghisti ieri Di Maio si è fatto sfuggire che alla rottamazione «aderiranno in pochissimi». L’auspicio, forse un dispetto ai ” verdi”, confligge tuttavia con gli obiettivi che non sono irrilevanti: 11 miliardi in cinque anni dalla sola rottamazione ter.

Lo Stato invece è interessato ad incassare, uno volta saltato il fosso del condono. « È come nei supermercati, è il momento di far partire lettere e avvisi per stimolare l’adesione » , denuncia Carlo Rienzi del Codacons. E il sospetto c’è: sono in molti a segnalare da settembre, da quando l’idea dei quattro condoni si è fatta più concreta, una forte attività postale di sollecitazioni e richieste, come pure vengono rilevati pignoramenti, ganasce fiscali, sequestri di stipendi. « Una accelerazione c’è», conferma una fonte che conosce bene il settore, anche se l’Agenzia delle entrate smentisce ogni movimento anomalo.

La febbre del condono alimenta il partito del “non pago”. Se da una parte aumenta il pressing dello Stato, nelle ultime settimane l’atteggiamento dei contribuenti è quello di attendere il condono. Dati certi dicono che in questo modo il Fisco già quest’anno ha perso oltre 3 miliardi di recupero di evasione. Molti hanno interrotto le rate della rottamazione bis nella speranza di salire sulla nuova con più rate e maggior tempo, altri hanno cominciato a stracciare le cartelle di pagamento. Tutti insieme in attesa dei condoni gialloverdi, suscitando qualche malcelato sentimento di rabbia per chi ha pagato tutto oppure ha partecipato alla prima rottamazione a condizioni meno favorevoli.

Le illusioni della febbre del condono finiscono qui. Non sono più i tempi di Berlusconi, quando il tombale aveva veramente maglie larghe e la pancia degli evasori era piena, oggi le rottamazioni e le rateizzazioni hanno già rastrellato una parte del bottino. ” Tre rottamazioni di seguito sono un condono”, usava dire l’ex direttrice dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi. E dunque le possibilità di successo finanziario dei “quattro condoni quattro” sono contenute. «Si è abbattuto il muro della legalità, ma nelle casse dello Stato non entrerà molto » , osserva l’ex viceministro dell’Economia Enrico Zanetti. Dunque attenzione all’esame parlamentare, che potrebbe rendere l’operazione ancora più appetibile: non sono pochi quelli che scommettono sull’intenzione della Lega di raddoppiare il tetto a 200 mila euro.

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