DOMENICO MATTIA T.
La situazione a Roma, già critica con le precedenti amministrazioni di centro-destra e di centrosinistra, si è acutizzata con l’improvvisazione reiterata della Giunta Raggi. Nessuno è immune da dirette e pesanti responsabilità; Roma non uscirà dalla crisi che l’attanaglia da decenni se non si mobilitano le forze sane e combattive della società civile.Fare l’elenco delle inefficienze a partire dalle buche e i trasporti pubblici fino al degrado dei quartieri periferici, per non parlare del sistema corruttivo, organico alle varie amministrazioni, è impegnativo ed inquietante. Un bell’esame di coscienza spetta prima ai partiti rivelatisi inetti, poi al popolo romano nei suoi vari strati sociali. Nessuna amministrazione anche la più competente ed efficiente può cambiare radicalmente lo status attuale di Roma se non trova il sostegno ed il controllo continuo dei cittadini.Non basta vincere le elezioni, il difficile comincia dopo, quando bisogna prendere provvedimenti concreti, trovare le risorse, controllare rigorosamente gli appalti, operare scelte a vantaggio della gente, anche in contrasto con le lobby e le mafie locali. Il consenso diventa una delega in bianco quando manca la partecipazione attiva dei cittadini. E a Roma, il fallimento della giunta Raggi dipende non poco dal disinteresse dei tanti che l’hanno votata in massa.
DONATELLA D’IMPORZANO
Da’ fastidio, da una parte e dall’altra ( forse in questo caso più da una parte) la polemica inutile, il tono sprezzante verso chi è considerato un avversario politico. Perché non ci si ascolta e magari si chiarisce, da parte del sindaco, cosa si sta facendo, chiedendo l’aiuto fattivo dei cittadini? Se ci sono avversari politici che vogliono solo fare propaganda, in questo modo li si spiazza e magari si ottiene fiducia e aiuto da chi è lì non solo per fare presenza.
