DANIELE MASTROGIACOMO, REPUBBLICA 12-11-2018, AFFARI E FINANZA, pag. 16-17 ::: BRASILE, PAULO GUEDES, IL NUOVO MINISTRO DELL’ECONOMIA DI BOLSONARO E’ UNO DEI CHIACAGO BOYS

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PAULO GUEDES ( Rio de Janeiro, 1949), è figlio di gente molto semplice, fece la specializzazione all’Università di Chicago con una borsa di studio. Durante la dittatura militare cilena, accettò una cattedra a tempo integrale all’Università. Non è affiliato a nessun partito. (wikipedia brasileira)

 

REPUBBLICA DEL 12-11-2018–DA AFFARI E FINANZA DEL LUNEDI’

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/11/12/news/brasile_e_un_chicago_boy_il_nuovo_ministro_dell_economia_di_bolsonaro-211405533/

 

 

 

Approfondimento  America Latina

Brasile, è un Chicago Boy il nuovo ministro dell’Economia di Bolsonaro

Il nuovo presidente ha nominato ministro dell’Economia Paulo Guedes, allievo di Milton Friedman (NOTIZIE IN FONDO), che già ha annunciato il taglio delle tasse per i ricchi. E un piano di privatizzazioni che non risparmia l’Amazzonia

 

 La “dottrina dello shock” sarà applicata anche in Brasile. Ci sono tutti gli ingredienti: uno dei più brillanti studenti che fecero parte dei “Chicago boys” di Friedman come superministro dell’Economia, Paulo Guedes; tre anni di recessione; un pacchetto di 87 privatizzazioni già pronto al Congresso e in attesa di essere approvato. Il nuovo presidente del Brasile Jair Bolsonaro non ha atteso neanche il primo gennaio prossimo, giorno del suo insediamento, per annunciare i principi che guideranno la sua azione di governo.

Ha nominato dieci generali nei ministeri più importanti, tra cui Difesa ed Educazione; ha proposto e ottenuto l’adesione entusiasta del paladino della tangentopoli brasiliana, il giudice Sergio Moro, come ministro della Giustizia; ha rassicurato il blocco parlamentare dei rurales, i grandi proprietari terrieri, abolendo il ministero dell’Ambiente e garantendo loro la futura privatizzazione di ampie fette dell’Amazzonia; ha soddisfatto le aspettative degli evangelici, i cui voti sono stati determinanti nella sua elezione, lanciando subito la crociata contro “l’identità di genere” e il programma di orientamento sessuale nelle scuole, il famoso opuscolo approntato dalla sinistra di Lula e della Rousseff ma mai messo in circolazione, bollato durante la furibonda campagna elettorale come il “gay kit”.

Jair Bolsonaro ha fatto di più: ha affidato al ministro dell’Economia anche la Finanza, l’Industria e la Pianificazione. Lo ha fatto per rassicurare la Confindustria e i grandi investitori brasiliani e stranieri che davanti alla sua disarmante ammissione (“Non capisco nulla di economia”) avevano avuto difficoltà a votarlo.

Per chiarire come intenderà governare il Brasile nei prossimi quattro anni ha scelto un nome di peso: Guedes, ex allievo di Milton Friedman, fondatore del pensiero monetarista, Premio Nobel per l’Economia nel 1976, guru di quella teoria del cambio traumatico nell’economia che applicò con successo con Ronald Reagan e, qui in Sudamerica, durante il regime di Augusto Pinochet. Non è un caso se proprio Bolsonaro abbia annunciato il suo primo viaggio da presidente in Cile e non in Argentina come vuole la consuetudine. Lo fa perché in sintonia con Sebastiano Piñera, presidente di un governo di centrodestra; e perché a Santiago del Cile i Chicago boys dell’Università di Economia della città statunitense sperimentarono sul campo le teorie apprese dal loro noto docente.

Guedes faceva parte di quella scuola. Quando in Cile arrivarono i carri armati e la giunta militare, il nuovo ministro dell’Economia brasiliano offrì la propria competenza al dittatore e ne divenne consigliere (QUESTO NON L’HO TROVATO DA NESSUNA PARTE, NEL ’73 PAULO GUEDES NON ERA ANCORA ANDATO A CHICAGO—IL BLOG). Il paese, già traumatizzato da un golpe sanguinario, venne colpito da una serie di misure che avevano proprio lo scopo di scuotere l’economia depressa da una iperinflazione. Friedman era il teorico di un capitalismo sfrenato. In uno dei suoi più importanti saggi osservava che “solo una crisi reale o presunta è in grado di produrre un cambiamento reale”( ANCHE QUESTO E’ DA METTERE IN DUBBIO, VEDI WIKIPEDIA, IL BLOG). I suoi seguaci sono favorevoli alle idee di libero mercato. Ne fanno incetta. Una volta che la crisi si era scatenata, il professore dell’Università di Chicago era convinto che bastava agire rapidamente e imporre cambiamenti immediati e irreversibili prima che la società traumatizzata dalla stessa crisi scivolasse in quello che lui chiamava “la tirannia dello status quo”. “La variante del pensiero di Machiavelli secondo cui le ingiurie devono essere inflitte in un sol colpo è una delle più resistenti eredità di Friedman”, scrisse Naomi Klein, voce tra le più critiche sulla globalizzazione.

Banchiere ultraliberista di 69 anni, Guedes baserà la sua azione su un intenso programma di privatizzazione delle 141 imprese pubbliche: dal petrolio, al gas, all’elettricità, alle Poste, agli aeroporti e i porti. Assieme ad una riforma fiscale che ridurrebbe le tasse alle classi più privilegiate, “visto che”, si è giustificato, “sono quelle che investono”.

Il suo obiettivo è azzerare il deficit dopo il secondo anno di governo e portare l’inflazione al 4,5% raccomandato dalla Banca Centrale, il cui presidente Ilan Goldfajn resterà al suo posto proprio per garantire l’indipendenza dell’istituto. I soldi incassati dalle privatizzazioni (700 miliardi secondo i suoi collaboratori) serviranno a finanziare un nuovo sistema di pensioni basato sulla capitalizzazione. Questo dovrebbe consentire a Bolsonaro di mantenere la promessa di abbassare l’età pensionabile a 61 anni per gli uomini e a 56 per le donne.

Il programma economico coinvolge anche l’Amazzonia. Il presidente aveva annunciato di voler cancellare l’accordo di Parigi sul clima. Una decisione che aveva allarmato la potente classe degli agrari: uscire dal patto implicava perdere le certificazioni internazionali necessarie alle esportazioni. Così Bolsonaro aveva fatto marcia indietro dicendo che sarebbe rimasto nel patto “se si garantiva la sovranità sull’Amazzonia”. I rurales, il cui voto è stato essenziale per la vittoria del leader dell’estrema destra, premono per la privatizzazione di vaste fette dell’Amazzonia adesso protette da vincoli ambientali. La grande foresta pluviale è ricca di materie prime ma soprattutto ha ancora molte terre a disposizione che possono essere destinate al pascolo e alla coltivazione della soia. In Brasile ci sono 850 milioni di buoi: quasi tre ogni abitante. Amazzonia significa anche le 200 tribù indigene a cui la Costituzione affida ampi territori. Gli stessi che la classe agraria ora contesta, rivendicandone la proprietà, e scontrandosi con i tanti movimenti dei contadini e coltivatori che li occupano da anni. C’è un progetto di legge del nuovo governo che estende il reato di “terrorismo” a tutti coloro che si appropriano di territori incolti e abbandonati.

Togliere allo Stato e dare ai privati sarà la filosofia che ispirerà tutta la politica economica di Guedes. C’è da far cassa, da coprire il baratro dei conti pubblici; occorre attirare gli investitori stranieri che si sono messi in fila per sfruttare una gigantesca sacca di petrolio scoperta al largo di Bahia, grande quanto le riserve di un Paese arabo. Bisogna rafforzare la sicurezza, alzare gli stipendi per poliziotti e soldati, dare loro armi e mezzi nuovi, aprire collegi militari in tutte le capitali degli Stati. Bolsonaro e i generali amici vogliono riesumare la vecchia dittatura e i suoi valori. Una dittatura baciata dal voto democratico. Si partirà dall’Istruzione: tagli ai programmi culturali, denuncia di quelli “ideologici”, abolizione dei finanziamenti alle ong. Una “dottrina dello schock” che cambi faccia e la stessa fisionomia del paese. Ha funzionato in Cile. I “Chicago boys” sono convinti che funzionerà anche in Brasile.

 MILTON FRIEDMAN

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Milton Friedman (Brooklyn1912 – San Francisco2006) è stato un economistastatunitense, esponente principale della scuola di Chicago. Il suo pensiero ed i suoi studi hanno influenzato molte teorie economiche, soprattutto in campo monetario. Fondatore del pensiero monetarista, è stato insignito del Premio Nobel per l’economia nel 1976.

Di famiglia ebrea poverissima, emigrata dall’Europa orientale, (Austria-Ungheria, attualmente Ucraina), divenne uno dei principali esponenti del pensiero liberale e liberista. Intensa anche la sua attività di divulgazione, caratterizzata dal suo ritenere più dannosi che utili molti degli interventi dello stato nell’economia e dalle sue idee favorevoli al libero mercato e alla politica del laissez-faire.
Autore di molti libri tra i quali menzioniamo Capitalismo e libertàLiberi di scegliere e Due persone fortunate, Friedman si dimostra un ottimo divulgatore ed uno dei più insigni rappresentanti del pensiero liberista in economia del nostro tempo.
Le sue teorie hanno esercitato una forte influenza sulle scelte liberiste del governo britannico di Margaret Thatcher e di quello statunitense di Ronald Reagan, degli anni ottanta.

Margaret Thatcher, primo ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990
Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti dal 1981 al 1989

In Italia le teorie friedmaniane sono state riprese da alcuni settori e movimenti politici di minoranza, come l’ala liberale e liberista di Forza Italia, i Radicali italiani (in parte) e i Riformatori Liberali.

E’ discussa la sua presunta collaborazione, per quanto riguarda l’economia, con il generale Pinochet, vedi wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Milton_Friedman, nella parte ” Controversie degli anni Ottanta “, in cui è trattato abbastanza in lungo )

 

 

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  1. Donatella scrive:

    E’ incredibile che la maggioranza povera degli Stati voti per chi la massacrerà.

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