MANTOVA:: WORLD FORUM ON URBAN FORESTS (FORUM MONDIALE SULLE FORESTE URBANE) ::: 1. REPUBBLICA 1° DICE 2018, pag. 33 BRUNELLA GIOVARA, L’INCONTRO TRA STEFANO BOERI E PATRICK BLANC — 2. manifesti dell’iniziativa

Fig 100-1

Parigi, Musée du Quai Branly, Jean Nouvel, Patrick Blanc, 2006. La facciata degli uffici esposta a nord-ovest è stata vegetata utilizzando la tecnica del Mur Vegetal. Trattasi della più grande installazione vegetale mai realizzata da Blanc: essa presenta una superficie di 800 m² e contiene circa 15.000 piante di 150 specie diverse © Vanni Meneghetti

 

Fig 100-3

 

Stratigrafia tipo di un muro vegetale. Il sistema qui rappresentato è stato brevettato da Partick Blanc e denominato, appunto, Mur Vegetal: tale tipologia utilizza del feltro in poliammide come substrato (inorganico) per l’impianto dei vegetali

INGEGNERI.INFO   http://www.ingegneri.info/news/strutture/come-funziona-il-mur-vegetal-di-patrick-blanc/

Come funziona il Mur Vegetal di Patrick Blanc

Immagine correlata

Un esempio di riqualificazione tramite giardino verticale anche a Roma, dove l’Hotel Beldes è oggi dotato di un green wall con 2.462 esemplari vegetali

 

 

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PATRICK BLANC (Parigi, 1953) è un biologo francese

1. 

REPUBBLICA 1° DICEMBRE 2018 pag. 33

http://quotidiano.repubblica.it/edizionerepubblica/pw/flipperweb/flipperweb.html?testata=REP&issue=20181201&edizione=nazionale&startpage=1&displaypages=2

(foto Gianpaolo Finizio)

foto, Il sole 24 ore

 

 

t e r z a p a g i n a

L’incontro Stefano Boeri e Patrick Blanc

“Una parete verde ci salverà”

BRUNELLA GIOVARA,

 

MANTOVA

 

FALLEN FOREST, DI OPENFABRIC –MANTOVA 2018--https://twitter.com/openfabric

 

Che ci fanno quei due, in un chiostro antico nel centro di Mantova, per terra ci sono centinaia di tronchi di pioppo e naturalmente è una installazione « che ci ricorda quello che è appena successo in Veneto e Trentino, le foreste abbattute dal vento. Ma persino da morti gli alberi possono creare un ambiente… » , e questo è Stefano Boeri, l’architetto famoso che scavalca i tronchi e raggiunge il centro dell’opera Fallen Forest, firmata da un gruppo di giovani architetti che si chiamano Openfabric. Qui lo aspetta Patrick Blanc, biologo francese completamente in verde — anche i capelli e le lunghissime unghie laccate — che sembra un Homo Selvaticus scappato dal bosco ed è un esperto mondiale di ecosistemi e pareti verdi verticali. « Questa opera è un buon modo per riflettere sulle foreste vive, che possono far parte delle città » , dice Boeri, che ha una convinzione rocciosa, data la materia di cui si parla: una parete verde ci salverà dall’inquinamento, le foreste urbane sono possibili, basta che ci sia la volontà di farle. Ed è certo che un albero grande produce ossigeno per almeno quattro persone, e che le piante assorbono CO2 sottraendo carbonio dall’atmosfera e rilasciando ossigeno, come si impara alle scuole medie ma purtroppo dopo ce lo si dimentica.

Di questo si parla al primo World Forum on Urban Forests organizzato dalla Fao, che raduna 400 tra architetti e botanici, amministratori, pianificatori, accademici ed esperti in selvicoltura di tutto il mondo sofferente causa inquinamento, a discutere sul che fare. Sfruttare la verticalità delle nostre città, ad esempio, coprirla di verde, Boeri ha già costruito il Bosco Verticale a Milano e ne sta costruendo un’altra ventina, declinati a seconda del luogo e della vegetazione locale, ma sempre edifici traboccanti piante, il prossimo da inaugurare è a Nanchino, segno che anche i cinesi hanno capito l’importanza ( e la bellezza) di questo tipo di costruzioni. Blanc ha invece realizzato fantastici giardini verticali, non solo in Francia, ed è capace di coprire di verzura anche un volgare cavalcavia, di cui mostra soddisfatto il prima squallido e il dopo, incredibile. I muri vegetali sono la sua specialità, e lui stesso vive in una casa del genere, con molto verde arrampicato fuori e anche dentro. « Raccolgo piante ovunque, sono i miei souvenir, poi le sistemo in casa, colleziono radici, semi, farfalle e insetti, e ho molti uccelli liberi che volano per casa » , e alla domanda se questa abitazione non sia troppo umida risponde che « basta aprire le finestre! » . Il punto è che in molte città del pianeta le finestre è meglio tenerle chiuse, ma lui teorizza e mette in pratica « quello che la natura già fa: molte specie crescono insieme in armonia, e coprono e quindi proteggono le nostre case.

Questo è possibile anche alle nostre latitudini, non solo ai tropici » , e cita la Thailandia, dove ci sono scogliere su cui crescono piante e cespugli a varie altezze, sotto quelle da clima tropicale, in alto quelle da freddo, e contemporaneamente « si vedono fogliami con colori autunnali e fioriture, come in un racconto delle fate » . Il problema è riportare il concetto su un edificio artificiale e spalmarlo di natura vivente e non decorativa, o non solo. Boeri per questo è stato anche criticato, perché nel suo Bosco la natura copre l’architettura, ma lui risponde olimpico che la natura è elemento essenziale dell’architettura, e che poi c’è un’urgenza: « Le nostre città — che continuano a crescere — sono causa di inquinamento, e anche le prime vittime » . L’idea di riforestarle su un modello anche verticale « produce vantaggi immediati. Costa poco, ed è anche popolare » . Nel senso che tutti possono fare qualcosa per affrontare il cambiamento climatico che porterà il pianeta ad essere sempre più caldo e invivibile, quindi anche piantare un melo sul balcone può diventare un gesto persino rivoluzionario. Si può insomma « combattere il nemico sul suo stesso piano di battaglia » , cioè la città, « in un’epoca in cui le devastazioni incidono sulla nostra quotidianità » , e vediamo cadere le foreste e i mari alzarsi minacciosi. Blanc: « Le piante sanno adattarsi ai cambiamenti del clima, le piante possono sopravvivere migliaia di anni, noi al massimo cento… » , ma noi « possiamo provare a proteggere quello che resta delle specie, e per fortuna molti Paesi e persone credono nella ricchezza delle diversità locali » , quindi « si può anche essere un poco ottimisti » e lanciare quello che Boeri definisce « il grande progetto di foresta globale, portando i boschi nelle città » , e non solo quelli di cemento armato, che pure — una volta cresciute le piante — sembrano respirare.

C’è un ma. Al Forum è presente David Miller, sindaco di Seattle e presidente di C40, network mondiale di 90 città che cercano e condividono soluzioni contro il riscaldamento globale, « e qui non c’è manco un sottosegretario » , dice l’architetto, « alla politica italiana non gliene frega niente, ma proprio niente » .

 2. MANIFESTI DELL’INIZIATIVA

 

SITO DELL’INIZIATIVA

wfuf2018.com

https://www.wfuf2018.com/it-ww/default.aspx

 

28 Novembre / 1 Dicembre 2018

Mantova, Italia

CAMBIARE LA NATURA DELLE CITTA’
Unisciti a noi a Mantova per discutere insieme come far diventare le nostre città dei luoghi piùverdi, salutari e felici. Insieme a istituzioni locali, selvicoltori urbani, architetti paesaggisti e urbanisti si discuteranno soluzioni multidisciplinari per città più sostenibili.

 

World Forum on Urban Forests a Mantova

 

Dal 28 novembre al 1° dicembre 2018 la città di Mantova ospiterà il primo World Forum on Urban Forestspromosso dalla FAO, organizzato dal Comune di Mantova, dal Politecnico di Milano e da SISEF, curato da un comitato scientifico internazionale di esperti diretto dall’architetto e urbanista Stefano Boeri e da Cecil Konijnendijk professore della University of British Columbia.

Le città occupano solo il 3% della superficie del pianeta, ma consumano il 75% delle risorse naturali. Oggi nel dibattito pubblico è diventato critico il problema ambientale ed è di vitale importanza continuare a porre l’attenzione sulle forestazione urbana, creando uno spazio per una riflessione su come rendere le nostre città più verdi, più inclusive, più sicure e più ricche.

Il Forum radunerà oltre400 esperti da più di 50 paesi di tutto il mondo per discutere l’importanza di integrare le infrastrutture verdi alle infrastrutture grigie delle città. Saranno illustrati i benefici che le foreste urbane possono fornire alla popolazione in termini di crescita economica sostenibile, conservazione dell’ambiente, coesione sociale e coinvolgimento della cittadinanza con esempi positivi di pianificazione, progettazione e gestione del verde urbano che diverse città nel mondo hanno già messo in pratica.

Il Forum si propone di innescare un confronto fecondo tra rappresentanti di governi, istituti di ricerca, ONG e organizzazioni internazionali e nazionali, e professionisti ed esperti di settore.

Mantova organizzerà una serie di iniziative aperte a tutti per coinvolgere la cittadinanza nella riflessione sull’importanza delle foreste urbane: convegni e dialoghi ma anche concerti, mostre e installazioni, proiezioni cinematografiche, workshop ed escursioni.

World Forum on Urban Forests a Mantova

 

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Il Comitato Scientifico svolge un ruolo attivo nella organizzazione del programma del Forum. Scopri i nomi dei suoi membri!

Mantova Città d'arte e di cultura MANTOVA CITTÀ D’ARTE E DI CULTURA

La città di Mantova ha il piacere di ospitare il 1 Forum Mondiale sulle foreste urbane. Scopri le opportunità della città di Mantova!
 
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