ROMA, IERI SABATO 8 DICEMBRE ::: BUS IN FIAMME, L’AUTISTA FUGGE DAL FINESTRINO — E’ IL 20° AUTOBUS IN QUEST’ANNO BRUCIATO A ROMA, per fortuna non c’erano passeggeri — REP. ROMA, 09-12-2018 pag. 2

 

 

Sulla Pontina

Bus in fiamme l’autista fugge dal finestrino

lorenzo d’albergo

È il ventesimo episodio dell’anno. La vittima: “Vivo per miracolo”. Il mezzo vecchio di diciassette anni

Daniele Villa chiama i colleghi dal pronto soccorso del Sant’Eugenio. È sotto shock, ma per un attimo riesce a mettere da parte il terrore e a rassicurarli. Autista in Atac dal 2004, è il conducente che alle sette di ieri mattina è fortunatamente riuscito a salvarsi dall’ultimo caso di flambus. Il suo 700, uscito soltanto qualche minuto prima dalla rimessa di Tor Pagnotta, viaggiava sulla Pontina quando dal motore sono arrivate le prime avvisaglie del disastro. Rumori sinistri, poi l’incendio. Ora Daniele pensa ai due figli, al rischio che ha corso e si sfoga: « Le fiamme avanzavano sempre più veloci. In pochi minuti si sono prese tutto l’abitacolo. Sono dovuto scappare dal finestrino, non mi sono fatto niente… per fortuna non c’erano passeggeri a bordo a quell’ora».

Un uomo più robusto — la vittima ha un fisico atletico — avrebbe rischiato seriamente di non farcela. I sindacalisti della municipalizzata dei trasporti, Micaela Quintavalle di CambiaMenti M410 in testa, hanno subito contattato Daniele. Si sono fatti raccontare la storia della sua fuga acrobatica e poi hanno tirato le somme: «Daniele mi ha raccontato che le porte non si sono aperte. Le vetture sono vecchie, ma vanno a fuoco pure quelle nuove. Manca manutenzione, la vita della gente è appesa a un filo. Dobbiamo ringraziare che sia accaduto l’8 dicembre, un sabato mattina festivo».

In Atac, come vuole la prassi, in attesa dell’avvio dell’inchiesta della procura è scattata un’indagine interna. Prima gli 007 aziendali hanno lasciato lavorare i vigili del fuoco. Poi hanno raccolto le prime informazioni: il Mercedes Citaro divorato dalle fiamme è stato immatricolato nel novembre 2001. Era in strada esattamente da 17 anni e un mese, quando il pensionamento per un bus del servizio pubblico è previsto al massimo entro il 12esimo anno.

Insomma, il 20esimo flambus del 2018 (erano stati 22 nel 2017 e 14 nel 2016) aveva più anzianità di servizio del suo conducente. Ed era tra i più vecchi della flotta di via Prenestina, che ha un’età media 10,6 anni. Sensibilmente più alta di quella delle vetture di Londra e Parigi, ferme a 7 anni. Così si legge nell’ultimo report del Campidoglio sulla mobilità, curato dall’unità Statistica del dipartimento Trasformazione digitale. Negli ultimi 5 anni si è registrata un’ecatombe di torpedoni: «I mezzi di superficie sono diminuiti del 12,3% » . A disposizione ora ce ne sono 1.889.

Un contingente da rimpolpare e recuperare da una parte con l’arrivo di nuovi mezzi e dall’altra con una serie di operazioni di restauro. Continua l’installazione dei sistemi antincendio su 400 tra i veicoli più anziani, operazione che ha già ridotto il numero di possibili combustioni integrali. E nei garage si lavora a testa bassa per recuperare il deficit manutentivo accumulato in anni di cattiva gestione aziendale: per mesi e mesi, prima che venisse affidata la gara per l’acquisto di nuovi pezzi, le rimesse sono rimasti senza ricambi. Via con la cannibalizzazione dei mezzi già guasti.

Per mettere uno stop all’andazzo e al contempo rispettare i paletti fissati dai commissari del tribunale fallimentare, Atac punta ad abbassare l’età media del suo parco mezzi. Gli ostacoli, però, non mancano: il primo bando per l’acquisto di 320 unità è andato deserto, la gara Consip per altre 227 sconta la crisi di Industria italiana autotrasporti. Avanti tutta, allora, con l’avviso pubblico per i mezzi in affitto. Le offerte di chi propone bus nuovi o usati non mancano. Ora l’azienda deve solo scegliere.

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