FERRUCCIO SANSA, DAL BLOG MONTATO CON MARCO PREVE::: LIGURITUTTI, PUBBLICHIAMO UN ARTICOLO SUL ” RISSEU ” QUEI CIOTTOLI DI FIUME, RUSCELLO O MARE CHE INSIEME–SCELTI ACCURATAMENTE–COMPONGONO UN MOSAICO LUSSUOSAMENTE ARTISTICO…

 

 

blog di marco preve e ferruccio sansa:::

 

LIGURI TUTTI::IL BLOG DEI LIGURI NEL MONDO

 

 

   Pubblichiamo un articolo molto bello di

Ferruccio Sansa

 

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guardate com’è bello! -è –   FERRUCCIO SANSA ( è nato a Genova nel 1968 )—

Questo è il suo ritratto che ha fatto per IL FATTO QUOTIDIANO

“Ho sempre avuto difficoltà a parlare di me. O raccontavo un sacco di palle oppure me la cavavo con due parole. E poi se soltanto provo a descrivermi ai lettori, mi accorgo di avere le idee piuttosto confuse su me stesso. Se dovessi scrivere il mio curriculum, spenderei più tempo a raccontare quella volta che ho visto i delfini al largo della Corsica piuttosto che i giornali dove ho lavorato. Gli studi che ho fatto. Ogni giorno scriverei una biografia diversa. Dubito che a qualcuno interessi conoscere il mio passato al Messaggero, Repubblica, Il Secolo XIX e La Stampa, prima di approdare al Fatto. Se provassi a descrivere chi sono, tacerei i difetti o li pettinerei da pregi come fanno gli ospiti di Marzullo: tipo “sono troppo leale”. Forse l’unica cosa che ha un senso dire è… perché faccio questo lavoro. Non ho mai desiderato fare altro che il cronista, perché questo lavoro ti costringe a capire gli altri. Si alimenta di meraviglia e di curiosità. E’, in sostanza, una forma di passione per la vita. Oggi ho quarant’anni – anzi 41 – e sono arrivato al punto in cui devi decidere se rassegnarti perché intanto non cambierai niente o se provarci ancora. Per questo scrivo.

 

RISSEU, QUELLE PIETRE UMILI CHE INSIEME FANNO UN MOSAICO

 

RISSEU, QUELLE PIETRE UMILI CHE INSIEME FANNO UN MOSAICO

 

 

nota del blog:::

Il risseu o rissêu (traduzione dal genovese ciottolo, forse dal francese ruisseau che significa ruscello) è un tipico mosaico acciottolato dei sagrati delle chiese e dei giardini delle ville e dei palazzi della Liguria. Ispirata forse dai mosaici greco-romani che i mercanti genovesi avevano potuto ammirare nelle loro peregrinazioni nel mar Mediterraneo, la decorazione delle pavimentazioni nota come risseu nasce intorno al XVII e XVIII secolo.

La posa di un risseu è preceduta dalla realizzazione di un disegno precostituito sulla pavimentazione da decorare, su cui si baserà l’opera. La base è costituita da una malta di calce e porcellana in polvere.

I ciottoli che compongono la decorazione sono sassi scelti per il loro colore e la loro dimensione sulle spiagge dei fiumi o del mare o nelle cave. Di colore nero (serpentinite) o bianco (quarzo o calcite), più raramente rossastri (diaspro), vengono livellati da un lato con una mazzetta per adattarli meglio alla base su cui andranno ad essere fissati

Minerali usati

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Risseu in Val Bisagno dal sito amicidipontecarrega.it
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VAL BISAGNO, MADONNA DEL MONTE
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Mistagogia nel sagrato dell’oratorio di s. Michele arcangelo a Montesignano in val Bisagno

amici di ponte carrega.it

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risseu colorato—risseu hashtag on Twitter

 

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val bisagno– laboratorio san Luca

 

FINALMENTE L’ARTICOLO DI FERRUCCIO SANSA:

 

Chissà se lo facevano soltanto per gli occhi. O anche per i piedi. Il risseu, che già nella parola ricorda l’andamento irregolare, le pietre diverse una dall’altra. Arrotondate dagli infiniti passaggi.

Dicono che forse sia una versione povera dei lussuosi mosaici greci e romani. O che forse i viaggiatori liguri lo abbiano portato dall’Oriente, da Costantinopoli. Ma niente pietre preziose, niente colori sgargianti né oro. Già in questo pare così ligure: bianco e nero. Per guardarlo, ma anche per camminarci sopra. Perché anche la bellezza qui deve essere umile, misurata; deve avere una funzione.

Lo trovi a Palazzo Reale e davanti alla Madonna del Monte e all’Assunta di Camogli. Perché le chiese di Liguria – Albissola, Sori, Cervo – sono belle quando entri, ma forse ancor più quando esci (e devi mettere alla prova del mondo le parole trovate davanti all’altare). Sono fatte di navate e volte, ma anche di sagrati. Così già dalla fessura della porta vedi le pietre chiare che moltiplicano il sole, quelle scure che con la pioggia diventano scintillanti. Accese.

Il risseu dei nobili, delle chiese. E quello povero delle creuze.

Pare che pochi oggi sappiano farlo ancora. Dicono che tra i migliori, pensa un po’, ci siano gli albanesi.

Scegliere le pietre, misurarle con gli occhi, accarezzarle con le mani, tentare gli incastri e legarle con la terra. Il nero della serpentinite, il bianco del quarzo e della calcite; qualche macchia rossa di diaspro. Giorni di lavoro per pochi metri quadrati. Com’è più pratico e forse economico il cemento che ormai spesso vedi impastare dagli operai.

Ma la Liguria la riconosci anche così, con i piedi. Ci insegna qualcosa il risseu, ad adattare il passo, a capire che il mondo non è liscio. A ricordarci che per fare un mosaico bastano pietre umili, ma devono essere diverse, capaci di adattarsi le une alle altre. E alla fine nasce un disegno. In fondo non vale solo per i sassi, ma anche per noi.

 

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  1. Donatella scrive:

    Le risse, come le chiamavano a casa mia, mi fanno pensare ai muretti a secco, altro emblema della Liguria che sta scomparendo insieme alle ” fasce” e alla inesistente salvaguardia del territorio. Molte vie della Sanremo vecchia avevano due strisce di risse ai lati di una fascia centrale di mattoni. Pare che la fascia centrale fosse a misura dei carri che vi dovevano passare. La maggior parte di esse sono state coperte di asfalto nell’epoca della speculazione edilizia e anche oltre, quando si parlava di abbattere in toto la Pigna e di farne un quartiere finalmente moderno. Dove si va a mettere la modernità, grazie all’indifferenza e all’ignoranza generale!

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