LIMES ONLINE, 11-12-2018 ::: LORENZO TROMBETTA, SALE LA TENSIONE AL CONFINE TRA LIBANO E ISRAELE–DOPO LA SCOPERTA DEI TUNNEL DI RIFORNIMENTO DELL’IRAN A HEZBOLLAH…

 

 

LIMES ONLINE  11-12-2018

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Sale la tensione al confine tra Libano e Israele

Carta di Laura Canali, 2018.

Carta di Laura Canali – 2018

L’operazione dello Stato ebraico per smantellare i tunnel di Hezbollah ha già provocato due incidenti. Un terzo potrebbe incendiare di nuovo l’area al confine con il paese dei cedri – e la regione.

di Lorenzo Trombetta

Il movimento sciita libanese Hezbollah ha diffuso la mappa delle aree a ridosso della Linea Blu in cui le Forze armate di Israele stanno scavando alla ricerca dei tunnel del Partito di Dio. Un ulteriore segno di come il confine tra i due paesi si stia riscaldando. A giudicare dai toni, pare che l’incidente che faccia scattare un’escalation sia dietro l’angolo.


In effetti, l’incidente c’è già stato. Anzi, da quando Israele ha annunciato l‘avvio dell’operazione “Scudo del Nord” una settimana fa, i militanti del Partito di Dio e i soldati israeliani si sono scontrati in due occasioni.


In un primo caso, una telecamera infilata in tunnel attribuito a Hezbollah e rinvenuto dagli israeliani nel proprio territorio ha ripreso due membri del Partito di Dio mentre ispezionavano la galleria per poi fuggire a gambe levate quando hanno notato un ordigno sul punto di esplodere.


In un secondo momento, i soldati israeliani affermano di aver aperto il fuoco contro alcuni individui – presumibilmente membri del movimento libanese – che si trovavano in una delle enclave controllate dallo Stato ebraico a ridosso della Linea Blu.


Una bomba esplosa in un tunnel e spari contro tre militanti di Hezbollah: alla luce della storia di scaramucce, incidenti ed escalation degli ultimi 12 anni tra Israele e il Partito di Dio – in seguito alla guerra dell’estate 2006 – ci sono tutti gli ingredienti per non dormire tranquilli.


Carta di Laura Canali, 2018.

Carta di Laura Canali, 2018.


Sono almeno sei le aree in cui lo Stato ebraico sta scavando alla ricerca dei tunnel: da Capo Naqura sul mare fino alle fattorie di Shebaa vicino la Siria, la Linea Blu è costellata di zone dove sono all’opera i genieri israeliani.


Inoltre, lungo il tracciato della linea di demarcazione permangono annosi contenziosi. Alcuni riguardano aree situate a nord della Linea Blu e quindi assegnate al Libano, sulle quali Israele – ritiratosi nel maggio del 2000 – vanta pretese. A sud, viceversa, altre zone conferite a Gerusalemme sono rivendicate da Beirut.


Dal lato libanese della linea, i movimenti israeliani vengono osservati attentamente non solo dal contingente Onu (Unifil), schierato nel Sud del Libano e comandato dal generale italiano Stefano Del Col. Ma anche dall’esercito libanese, che si dice “in allerta, pronto a ogni evenienza”. E soprattutto da Hezbollah, che finora ha lasciato a qualche leader locale il compito di rispondere alle “provocazioni nemiche”, irridendole.


In alcune foto pubblicate dalla tv al-Manar, vicina al Partito di Dio, sono apparsi “abitanti del Sud del Libano” che con calma fumano narghilé e mangiano frutta a pochi passi da un terrapieno causato dagli scavi israeliani. Il tutto sotto l’occhio vigile dei caschi blu Onu e dei militari dello Stato ebraico. La stampa israeliana si è allertata, affermando che i “terroristi” osservano da vicino il lavoro dei soldati dello Stato ebraico e immortalandone l’operato con foto e video. Si parla di “guerra psicologica” di Hezbollah contro Israele.


Nonostante l’ostentazione di calma e sicurezza (o indifferenza), dal lato libanese le operazioni israeliane hanno generato allarme nel Partito di Dio e nei suoi alleati – istituzionali e non, dentro e fuori il paese dei cedri. C’è chi legge nell’azione israeliana un modo per colpire indirettamente l’Iran. Anche perché il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha informato Washington alla vigilia dell’avvio delle operazioni, durante un incontro con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo a Bruxelles. Oggi una delegazione israeliana è attesa a Mosca per discutere con le autorità russe proprio di quest’azione. A conferma che la questione dei tunnel di Hezbollah va ben oltre lo scenario della Linea Blu. E che riguarda dunque gli equilibri regionali nel più ampio quadro del confronto tra Israele e Iran.


La Russia è parte integrante di questo triangolo, a partire dal quadro siriano. Né il Golan né Damasco, teatro di recenti raid aerei attribuiti a Israele contro presunti depositi di armi di Hezbollah e basi militari iraniane, sono poi così lontani dalla linea che separa provvisoriamente Libano e Israele.


I riflettori rimangono puntati sulla linea di demarcazione e su quanto ora si muove a nord e a sud della stessa. Se si verificasse un altro incidente, magari più grave dei due già avvenuti nel corso di una settimana, le ripercussioni potrebbero essere gravi. Anche su scala regionale.

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