FERDINANDO IMPOSIMATO (1936-2018) —UNA VOLANTINO DEL COMITATO CONTRO LA GUERRA-MILANO CHE CITA PAROLE DEL GIUDICE IMPOSIMATO — qualcosa della vita e dei suoi libri…

 

 La Repubblica delle stragi impunite (eNewton Saggistica) di [Imposimato, Ferdinando]

L'Italia segreta dei sequestri (eNewton Saggistica) di [Imposimato, Ferdinando]

 

 

La Grande Menzogna: Il ruolo del Mossad, l'enigma del Niger gate, la minaccia atomica dell'Iran. di [Imposimato, Ferdinando]

Vaticano. Un affare di stato: Le infiltrazioni, l'attentato. Emanuela Orlandi di [Imposimato, Ferdinando]

Corruzione ad alta velocità: Viaggio nel governo invisibile di [Imposimato, Ferdinando, Pisauro, Giuseppe, Provvisionato, Sandro]

Sinossi

Cronaca di un grande scandalo: le manovre intorno all’Alta Velocità. Un investimento valutato 140mila miliardi di lire per rendere più moderno ed efficiente il sistema ferroviario diviene oggetto di un assalto predatorio. Gli intrecci tra economia pubblica e privata; la penetrazione della criminalità organizzata; il ruolo della magistratura e della politica; i silenzi dei mass-media. Una nuova, più ampia e più occulta trama affaristica che il pool di magistrati milanesi non è riuscita a disvelare. Tutte le società e i nomi degli imprenditori, pubblici e privati, implicati nella più grande inchiesta giudiziaria dopo Tangentopoli.

PIAZZA FONTANA: STRAGE DI STATO, MANO FASCISTA, ESPLOSIVO N.A.T.O.

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FERDINANDO IMPOSIMATO

Ferdinando Imposimato (Maddaloni / Caserta,  1936Roma,2018) è stato un magistrato, politicoavvocato italiano, nonché presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione.

Si è occupato della lotta a cosa nostra, alla camorra e al terrorismo in Italia: è stato infatti giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981, l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma eGirolamo Tartaglione.

Aveva un fratello, Franco Imposimato, ucciso dalla camorra nel 1983. Si era occupato della difesa dei diritti umani, ed era impegnato nel sociale. Era stato inoltre scelto per il riconoscimento di “simbolo della giustizia” dall’ONU, in occasione dell’anno della gioventù.

Biografia

Dopo essersi laureato in giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli Federico II nel 1959, nel 1962 diventa vicecommissario della polizia di stato e viene inviato prima a Brescia e poi a Forlì. Un anno dopo torna a Roma come funzionario del Ministero del Tesoro, ove lavora per un anno.

Nel 1964 diventa magistrato. Quale giudice istruttore istruisce alcuni tra i più importanti casi di terrorismo tra cui il processo Aldo Moro, l’attentato al Papa, l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura,Vittorio Bachelet, la strage di Piazza Nicosia, coniugando la legislazione speciale emanata durante gli anni di piombocon il rispetto dei diritti civili. È lo scopritore della pista bulgara in Europa e delle connessioni internazionali del terrorismo.[senza fonte]

È il primo a parlare delle connessioni del terrorismo italiano con i servizi segreti israeliani e della presenza nel caso Moro del KGB (tesi ribadita, vent’anni più tardi, all’interno del dossier Mitrokhin). Si occupa di processi contro mafia e camorra. Tra gli altri istruisce il caso di Michele Sindona, il banchiere siciliano legato a Cosa Nostra, accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di banche italiane e straniere (la Franklin National Bank di New York).

Nel 1981 istruisce il processo alla banda della Magliana, al terrorismo, ad alti prelati, a finanzieri, a usurai, a costruttori, a politici e amministratori. Nello stesso anno il regista Francesco Rosi girò il film Tre fratelli, che si ispira alla vita del giudice Ferdinando Imposimato, e dei due fratelli, l’uno direttore del carcere e l’altro operaio.

 

Imposimato nel 1984

L’11 ottobre 1983 il fratello Franco viene ucciso per una vendetta trasversale. Dopo l’omicidio, il presidente della Repubblica Sandro Pertini riceve al Quirinale il giudice Ferdinando Imposimato per esprimergli la sua solidarietà non solo come Presidente della Repubblica ma anche come presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Nel1984 viene designato come rappresentante dell’Italia a Strasburgo per i problemi del terrorismo internazionale con abuso delle immunità diplomatiche e redige la “mozione finale” approvata all’unanimità dai rappresentanti dei 16 paesi dell’Europa.

Nel 1986, dopo che le continue minacce di Cosa Nostra gli fanno lasciare la magistratura, diviene consulente legale delle Nazioni Unite nella lotta alla droga. Si reca più volte, per incarico dell’ONU, nei paesi dell’America Latina per i programmi di rafforzamento del sistema legale dei paesi afflitti dal narcotraffico. Prepara per conto delle Nazioni Unite diversi programmi di addestramento dei giudici colombiani, boliviani, peruviani ed ecuadoriani. A un programma che si svolge in Italia, partecipano, tra gli altri, Giovanni Falcone, Gianni De Gennaro, Rosario Priore, Giancarlo Caselli e il Generale dei Carabinieri Mario Mori. Si occupa di diritti umani e dei principi del giusto processo in America Latina, ove, per incarico del Dipartimento degli Stati Uniti, svolge un’importante missione in Perù, con il prof. Carlos Arslanian, Ministro della Giustizia dello Stato di Buenos Aires, e con il prof. Robert Goldman, della George Washington University.

Nel 1987, come indipendente di sinistra, Imposimato viene eletto nelle liste del Partito Comunista Italiano al Senato della Repubblica e nel 1992 alla Camera dei deputati. Nel 1994 viene nuovamente eletto al Senato. Per tutte e tre le legislature è membro della Commissione Antimafia e presenta numerosi disegni di legge sulla riforma dei servizi segreti, sugli appalti pubblici, sui trapianti, sui sequestri di persona, sui pentiti, sul terrorismo e sulla dissociazione. Successivamente passa al Partito Democratico della Sinistra, per divenire poi il responsabile alla giustizia dei Socialisti Democratici Italiani.

Nel 2001 è stato collaboratore e consulente di don Pierino Gelmini, direttore di 150 comunità terapeutiche per il recupero di tossicodipendenti, in Italia e all’estero. Si è occupato inoltre del lavoro dei detenuti per la comunità in collegamento con l’associazione “Liberi di San Vittore”.

[senza fonte] Nel gennaio 2001 ha scritto una importante prefazione al libro La sporca guerra di Habib Souaidia, dove aveva previsto la offensiva di Al Qaeda e il terrorismo islamico contro l’occidente.

«Il terrorismo va combattuto senza mezzi termini e senza incertezze, ma anche smascherando coloro che si giovano del terrorismo con il pretesto di combatterlo. L’Europa e gli Stati Uniti non si illudano. Fingendo di non vedere e di non capire, prima o poi dovranno pagare un conto molto salato. L’islamismo sta dilagando a vista d’occhio in tutto il mondo come il nuovo alfiere della libertà e della giustizia dei popoli oppressi. I segnali sono numerosi e non si possono ignorare. Basta vedere quello che oggi sta accadendo in Italia e in Europa.»

Nel 2008 ha scritto il libro Doveva morire. Chi ha ucciso Aldo Moro, che tiene viva la memoria e contribuisce a chiarire uno degli episodi più tragici e sconvolgenti della storia repubblicana, la strage di via Fani, il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. Nel 2012 dà alle stampe La Repubblica delle stragi impunite, che descrive il legame che unisce le stragi indiscriminate che hanno scandito la vita dell’Italia repubblicana, come la strage di Portella della Ginestra (maggio 1947), strage di piazza Fontana (dicembre 1969), strage di piazza della Loggia (maggio 1974), la strage dell’Italicus (agosto 1974), l’agguato di via Fani (marzo 1978), la strage di Bologna (agosto 1980), l’attentato dell’Addaura (giugno 1989), la strage di Capaci (maggio 1992) e la strage di via D’Amelio (luglio 1992). Il libro tratta del nesso tra servizi segreti stranieri e italiani, agenzie internazionali di copertura, potere politico, terrorismo, mafia e associazioni criminali. Ha promosso inoltre la ricerca di verità alternative a quelle processuali in alcuni casi celebri (Marta Russo, caso Carlotto, caso Sofri, ecc.). È inoltre il legale italiano di Chico Forti, italiano detenuto negli Stati Uniti dal 2000.

Dopo il rientro nei ranghi della magistratura italiana è stato giudice della Suprema Corte di Cassazione, dove viene nominato Presidente onorario aggiunto. Nel 2013 è stato preso in considerazione dal Movimento 5 Stelle, assieme ad altri nomi, per l’elezione a Presidente della Repubblica. Un mese dopo Imposimato affermerà pubblicamente di non essere un aderente al Movimento 5 Stelle ma di riconoscerne il merito di aver denunciato la paralisi e l’impotenza del Parlamento. Lo stesso partito lo ha sostenuto anche nella successiva elezione del 2015, votandolo in tutti i quattro scrutini.

Muore al Policlinico Agostino Gemelli di Roma il 2 gennaio 2018 (wikipedia, sotto il nome)

 

 

 

 

 

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