MARINA GORI, L’ANTIDIPLOMATICO ::: RAFAEL CORREA, PRESIDENTE DELL’ECUADOR ::: ” QUESTO DI TRUMP E’ UN NUOVO PIANO CONDOR (DEGLI ANNI 70 E 80) CONTRO I GOVERNI PROGRESSISTI: MA ADESSO NON C’E’ PIU’ BISOGNO DI DITTATURE MILITARI, MA DI GIUDICI SOTTOMESSI E DI UNA STAMPA CORROTTA … “

 

 

Marina Gori  (link facebook)

25 gennaio alle ore 11:53 ·

 

L’antidiplomatico

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“Operazione Condor fu il nome dato dai servizi segreti statunitensi, la CIA e l’amministrazione della presidenza di Richard Nixon, ad una massiccia operazione di politica estera statunitense, che ebbe luogo negli anni settanta del XX secolo, in alcuni stati del Sud America, volta a tutelare l’establishment in quegli stati dove l’influenza socialista e comunista era ritenuta troppo potente, nonché a reprimere le varie opposizioni ai governi partecipi dell’iniziativa.
Le procedure per mettere in atto questi piani ebbero in comune il ricorso sistematico alla tortura e all’omicidio degli oppositori politici. Alcune fra le nazioni coinvolte furono Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Perù, Paraguay e Uruguay”

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LANTIDIPLOMATICO.IT

Il ‘Plan Cóndor’ fu un’operazione che prevedeva il coordinamento tra le azioni delle dittature di destra in vari paesi del Sudamerica (Argentina, Cile, Ecuador, Paraguay, Uruguay, Bolivia e Perù) negli anni 70′ e 80′, con il coinvolgimento degli immancabili Stati Uniti d’America

Attraverso un nuovo ‘Plan Cóndor’ si vuole destabilizzare la regione e rovesciare i governi progressisti che hanno avuto l’ardire di ribellarsi e liberarsi dalle nefaste politiche neoliberiste imposte dai cani da guardia del capitale internazionale.

Questa la denuncia del presidente ecuadorianoRafael Correa. «Attualmente non vi è più bisogno di dittature militari – accusa Correa – ma di giudici sottomessi».

Prima di procedere con l’analisi di Rafael Correa bisogna ricordare che il ‘Plan Cóndor’ fu un’operazione che prevedeva il coordinamento tra le azioni delle dittature di destra in vari paesi del Sudamerica (Argentina, Cile, Ecuador, Paraguay, Uruguay, Bolivia e Perù) negli anni 70′ e 80′, con il coinvolgimento degli immancabili Stati Uniti d’America.

In riferimento ai recenti fatti in Brasile, così come quanto avviene in Venezuela, Correa accusa: «Credete sia solo una casualità? Questo è il nuovo ‘Plan Cóndor’ contro i governi progressisti. Attualmente non vi è più bisogno di dittature militari, ma di giudici sottomessi, di una stampa corrotta che ha il coraggio di pubblicare conversazioni private, circostanza assolutamente illegale».

Il presidente ecuadoriano continua andando a toccare il punto nevralgico della questione: «Vogliono rompere l’ordine costituzionale, rimuovere un presidente democraticamente eletto». Aggiungendo che quanto accaduto all’ex presidente Lula Da Silva risponde a un copione già visto in America Latina: «Lo stesso è stato fatto con l’ex presidente dell’Argentina Cristina Fernández de Kirchner, con gli attuali presidenti di Bolivia e Venezuela, Morales e Maduro, io stesso sono stato vittima di questa campagna diffamatoria».

Infine, Correa ha denunciato che la destra «ha sete di vendetta, perché per dieci anni non ha potuto alzare il telefono come faceva una volta per impartire ordini a un presidente. Così, ha sete di vendetta, vuole non solo distruggere quanto si è costruito, ma perseguitare e massacrare quelli che hanno osato sfidare il suo potere». 

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1 risposta a MARINA GORI, L’ANTIDIPLOMATICO ::: RAFAEL CORREA, PRESIDENTE DELL’ECUADOR ::: ” QUESTO DI TRUMP E’ UN NUOVO PIANO CONDOR (DEGLI ANNI 70 E 80) CONTRO I GOVERNI PROGRESSISTI: MA ADESSO NON C’E’ PIU’ BISOGNO DI DITTATURE MILITARI, MA DI GIUDICI SOTTOMESSI E DI UNA STAMPA CORROTTA … “

  1. Donatella scrive:

    Non c’entra niente, ma…
    Volevo segnalare qualcosa, secondo me molto grave, che sta accadendo a Cinisello Balsamo e forse anche in altre città. Riporto direttamente la notizia da un giornale locale, ” La Città”, di martedì 29 gennaio 2019, pag.4:
    “Il controllo di vicinato è pronto a partire anche nella nostra città. Siglato il protocollo d’intesa con la Prefettura la scorsa estate, il Comune promuove ora la Costituzione dei ” Gruppi di controllo di vicinato”, con l’individuazione di uno o più coordinatori. I controllori avranno compiti ben definiti e delimitati: potranno infatti svolgere un’attività di mera osservazione, segnalando agli agenti di Polizia Locale ( attraverso i coordinatori) situazioni attinenti la sicurezza urbana e il degrado. ma sarà completamente vietato l’uso di uniformi, emblemi, simboli, o altri distintivi e denominazioni riconducibili a forze dell’ordine, a partiti o movimenti politici o sindacali. No netto anche alle sponsorizzazioni private. Così come è esclusa qualsiasi iniziativa privata di pattugliamento del territorio. Non vigilantes dunque, ma persone attente e responsabili del proprio territorio. Almeno sulla carta.
    ” I cittadini diventano in questo modo attori della sicurezza segnalando alla Polizia Locale situazioni critiche o comportamenti anomali” spiega il vicesindaco Giuseppe Berlino.
    Il progetto sarà presentato pubblicamente venerdì 1 febbraio alle 20,30 in Villa Ghirlanda.Saranno presenti il sindaco, il vicesindaco, il comandante della Polizia Locale, il referente dell’Associazione Controllo del Vicinato e il referente del progetto, il commissario Michele di Nardo”.
    A me questo annuncio ha ricordato gli informatori e i delatori che, coperti vilmente dall’anonimato, denunciavano alle forze di repressione ” comportamenti anomali” da parte di cittadini giudicati non entusiasti del regime fascista. Mi piacerebbe sapere su che base sono nominati i responsabili e gli aderenti dei gruppi di ” Controllo”. Il nome stesso, controllo, impensierisce. Chi controlla poi dovrebbe avere un distintivo di riconoscimento e credo che non sia legale il loro voluto anonimato.
    Prevale sempre, dove comanda la Lega, il rafforzamento della “paura”. Invece che fare crescere i cittadini attraverso l’educazione civica ( vedi scuole e associazioni), si preferisce instillare e rafforzare il sentimento della paura. Un atto rivelatore delle intenzioni, anche locali, della Lega e di chi la sostiene, è quello di privatizzare gli asili nido ( che una volta erano il fiore all’occhiello di questa città), e di assumere 10 vigili in più (chiamati pomposamente Polizia Locale). Forse è giunto il momento da parte di chi non è d’accordo su questa linea intimidatoria, di ” avere paura della paura”.
    Per dare un’idea di quanto succede nell’amministrazione di questa città, nella Biblioteca pubblica “Il Pertini”, mesi fa sono stati presi di mira i gruppi di lettura, rei di scegliere liberamente delle letture da discutere insieme. Si sa che leggere e informarsi è pericolosissimo per i regimi.

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