DONATELLA D’IMPORZANO e la sua rubrica…
Metto qui sotto, il risvolto di copertina del libro ” Nella città dolente” di Vezio De Lucia, urbanista e saggista, già direttore generale dell’Urbanistica presso il ministero dei lavori pubblici, poi assessore, sempre all’urbanistica, del Comune di Napoli nel primo mandato di Bassolino. E’ stato segretario generale dell’Istituto nazionale di urbanistica, fondatore del Comitato per la bellezza, consigliere nazionale di Italia Nostra… Ha collaborato con “Il Messaggero”, “l’Unità” e ” il Manifesto”.
Nella città dolente. Mezzo secolo di scempi, condoni e signori del cemento. Dalla sconfitta di Fiorentino Sullo a Silvio Berlusconi
Da ” La città dolente”, Vezio De Lucia,2013, Lit Edizioni Castelvecchi RX:
” Il 13 aprile del 1963 segna il punto di non ritorno nella svendita dell’Italia a costruttori e palazzinari: quel giorno “Il Popolo”, quotidiano ufficiale della DC, scrive che nello schema della nuova legge urbanistica presentato dal ministro dei lavori pubblici Fiorentino Sullo
( basato sull’esproprio delle aree edificabili ) non era “in alcun modo impegnata la responsabilità della Democrazia Cristiana”: Svanì così- con la netta stroncatura da parte dello stesso partito di Sullo- la possibilità di sottrarre le nostre città alla violenza della speculazione fondiaria che aveva avuto il via libera alla fine della Seconda Guerra Mondiale. A dare carattere definitivo alla sconfitta contribuì il tentativo di colpo di stato dell’estate del 1964 ( il cosiddetto Piano Solo) ordito dalla Presidenza della Repubblica e da ambienti politici e padronali atterriti dalla proposta di riforma urbanistica.
Decenni di storia e cronache di “signori” del cemento armato, di paesaggi devastati, alluvioni, terremoti e tanta incompetenza. Da Milano ad Agrigento, da Napoli a Roma, da Venezia all’Aquila, da Taranto a Sesto San Giovanni. Anche se non sono mancati politici, amministratori e tecnici che hanno dato luce a speranze di cambiamento ma il declino inesorabile, secondo De Lucia, è cominciato dopo gli anni Ottanta con l’affermazione del pensiero unico neoliberista che ha quasi del tutto azzerato l’urbanistica. E poi il berlusconismo, quello delle grandi opere inutili e dannose e dei ” padroni in casa propria”: la proprietà avanti a tutto, la proprietà purchessia, quella delle grandi immobiliari e quella miserabile degli abusivi. Un libro duro, una nitida fotografia di un’Italia svenduta al partito del cemento ma che consegna anche una proposta politica per arrestare il degrado”.
Vezio De Lucia (Napoli, 27 luglio 1938) è un urbanista italiano.
Laureato in architettura a Napoli nel 1963. Funzionario del ministero dei Lavori pubblici, dal 1986 direttore generale del Coordinamento territoriale e membro del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Rimosso dall’incarico nel 1990, insieme al presidente Giuseppe D’amore, con provvedimento del ministro Giovanni Prandini, di cui fa un’accesa critica nell’Epilogo dell’edizione del 1992 della sua opera principale Se questa è una città.
Dal 1990 al 1995 consigliere regionale PCI del Lazio, dal 1993 al 1997 assessore all’Urbanistica del comune di Napoli (prima amministrazione Bassolino).
È stato: presidente dell’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, istituto di studi e ricerche fondato da Giulio Carlo Argan; membro della Giunta della Rete dei comitati per la difesa del territorio presieduta da Alberto Asor Rosa; fondatore del Comitato per la bellezza presieduto da Vittorio Emiliani; segretario generale dell’Istituto nazionale di urbanistica e consigliere nazionale di Italia Nostra. È stato professore a contratto nelle Università di Roma “La Sapienza” e di Palermo. Premio Antonio Cederna per l’urbanistica della provincia di Roma (2006). Premio internazionale di ecologia VAS – Verde Ambiente Società (2014). Premio Franco D’Onofrio (2016).
Ha coordinato il piano comprensoriale di Venezia e della Laguna previsto dalla legge speciale del 1974 per la salvaguardia di Venezia. Ha coordinato la ricostruzione di Napoli dopo il terremoto del 23 novembre 1980. Progettista dei piani provinciali di Pisa, Lucca, Caserta e dei piani regolatori di Lastra a Signa, Eboli, Pisa, Positano, Meta di Sorrento, Pontassieve e altri comuni.
Ha collaborato con il Messaggero, l’Unità e il manifesto. È stato vicedirettore di Eddyburg.
ULTIMI LIBRI DOPO AVER MESSO IL SUO LIBRO PIU’ NOTO ::
- Se questa è una città, Editori Riuniti, Roma, 1989 e 1992, Donzelli, 2006;
ULTIMI::
- Il bello non abita più qui, in La vista offesa, a cura di Paolo Rognini, Franco Angeli, Milano, 2008;
- Le mie città, Diabasis, Reggio Emilia, 2010;
- La Roma di Petroselli, con Ella Baffoni, Castelvecchi, Roma, 2011;
- Nella città dolente, Castelvecchi, Roma, 2013;
- Roma disfatta, con Francesco Erbani, Castelvecchi, Roma, 2016;
- Napoli, promemoria, Donzelli, Roma, 2018.
Pubblico anche questa intervista perché mi sembra interessante del suo modo di pensare…insomma per conoscerlo un pochino di più…
REPUBBLICA, IL VENERDI’ 20 OTTOBRE 2016 –INTERVISTA DI FRANCESCO ERBANI
https://www.repubblica.it/venerdi/interviste/2016/10/20/news/ma_a_cancellare_i_ghetti_non_puo_essere_il_tritolo-150175175/
Vezio De Lucia: a cancellare i ghetti non può essere il tritolo
Intervista all’urbanista napoletano: «La demolizione è una sconfitta dello Stato che non è stato capace di governare strutture tanto impegnative»