ansa.it — 27 marzo 2019 :: Russiagate: Facebook rimuove oltre 2600 profili– Maggior parte legati a Russia ma anche a Iran, Macedonia, Kosovo—una polizia privata al servizio del governo Usa…ch.

 

ansa.it — 27 marzo 2019

http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2019/03/27/russiagate-facebook-rimuove-oltre-2600-profili_d9c30ff6-8d34-4a45-aa69-e0944edeaa88.html

 

Russiagate: Facebook rimuove oltre 2600 profili

Maggior parte legati a Russia ma anche a Iran, Macedonia, Kosovo

 

 

 

 

Dopo il Russiagate, Facebook intensifica gli sforzi contro la disinformazione e i profili fake. Il social network ha rimosso oltre 2600 pagine, ritenute non autentiche e legate a Russia ma anche all’Iran, alla Macedonia e al Kosovo. La maggior parte di queste pagine sono state bannate per attività di spam legato a contenuti politici. La rimozione è avvenuta anche su Instagram.

La maggior parte degli account rimossi – spiega Facebook in un post ufficiale – sono collegati alla Russia, si tratta di oltre 1.900 pagine, gruppi e account collegati tra loro, di cui una parte ha pubblicato contenuti relativi a problemi politici e conflitti in Ucraina. Oltre agli account collegati alla Russia, il social network ha annunciato di aver rimosso 513 pagine, gruppi e account collegati all’Iran. Alcuni di questi si fingevano media , le storie condivise erano incentrate sulle tensioni tra India e Pakistan, ma anche Israele e Palestina, Siria e Yemen, la crisi in Venezuela e il terrorismo.

Secondo Facebook, questa attività era ampiamente diffusa in Medio Oriente e Nord Africa. Infine, la piattaforma ha reso noto di aver rimosso oltre 200 pagine, gruppi e account collegati a Macedonia e Kosovo che hanno condiviso notizie sulle celebrità ma anche pagine che si presentavano come gruppi politici in Stati Uniti, Regno Unito e Australia.

Dopo le polemiche sulle elezioni presidenziali Usa, nel 2018 Facebook ha iniziato a combattere la disinformazione proveniente da pagine, account e gruppi che si sono impegnati in un “comportamento non autentico e coordinato”. “Lavoriamo costantemente per rilevare e interrompere questo tipo di attività perché non vogliamo che i nostri servizi vengano utilizzati per manipolare le persone. E’ una sfida continua”, sottolinea Nathaniel Gleicher, capo della Cybersecurity Policy di Facebook.

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