ANAIS GINORI, REPUBBLICA DEL 17 APRILE 2019 ::: DENTRO NOTRE – DAME, La croce, l’altare, la statua della Vergine che cosa si è salvato dall’inferno di fuoco, pag. 1-2

 

 

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REPUBBLICA DEL 17 APRILE 2019 pag. 1-2

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L’incendio

della cattedrale

Dentro Notre-Dame

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La croce, l’altare, la statua della Vergine che cosa si è salvato dall’inferno di fuoco

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Viaggio all’interno della chiesa-simbolo di Parigi devastata dall’incendio. Estratta nella notte la corona di spine che la tradizione attribuisce a Gesù Cristo

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Dalla nostra corrispondente

Parigi

La Porta del Giudizio è socchiusa, i vigili del fuoco impediscono di avanzare all’altezza dei primi banchi vuoti, ancora perfettamente intatti, su cui è intarsiata la scritta ” Notre- Dame de Paris”. I lumicini rossi sono rimasti allo stesso posto, posati su un tavolo, appena a sinistra. Un manifesto annuncia le cerimonie per la Settimana Santa. I marmi inbruniti delle pareti contrastano con il sole che filtra dall’alto, attraverso due giganteschi crateri. « Come due bombe cadute da chissà dove», ci dice Patrick Chauvet, rettore della cattedrale. Quando stava per rientrare nella cattedrale alle 23.30 di lunedì notte ha avuto un momento di esitazione. «Forse la paura dell’apocalisse che mi sarei trovato davanti » , racconta. Chauvet ha preso per mano Emmanuel Macron che era con lui. « Ci siamo fatti forza » . Mentre il robot dei pompieri procedeva tra le macerie, con l’intervento ancora in corso all’esterno, Chauvet ha cercato con lo sguardo la statua della Vergine. « L’ho vista in piedi. Ho pensato a un miracolo. Nostra Signora ci protegge». Anche la croce dorata, sopra all’altare maggiore, è salvo. Brilla come un’apparizione in fondo all’abside, oltre il cumulo di macerie che occupa la navata centrale e in cui si vedono pezzi del telaio di ferro della flèche, la guglia che fino a lunedì svettava sopra Notre- Dame. Il gallo in rame che si trovava in cima è stato ritrovato tra i detriti un po’ ammaccato. Le reliquie che conteneva si sono bruciate. I pompieri sono invece riusciti a estrarre nella notte la corona di spine che la tradizione attribuisce a Gesù Cristo e la tunica del sovrano San Luigi, una parte del tesoro di Notre-Dame.

 

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Sembra una giornata di lutto, con la polizia che presidia le strade come dopo un attentato e le autorità che si presentano a ondate per portare il cordoglio a monsignor Chauvet. Il rettore della cattedrale, 67 anni, già responsabile della Basilica del Sacro Cuore, ha il viso stanco ma cerca di sorridere. «Non avrei mai pensato di ricevere così tanta solidarietà da tutto il mondo. È la dimostrazione che questa è la casa di tutti » . Arriva il gran rabbino di Francia, Hamid Korsia. Leggono un salmo insieme: « Se l’Eterno non ti costruirà, chi lo farà?». Poi il rettore della moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, che si asciuga le lacrime. « Anche io ho pregato la Vergine Maria». A terra ci sono grandi pozzanghere, quel che resta della battaglia combattuta fino a qualche ora prima. I camion cisterna si sono riforniti dalla Senna e anche questa è stata una fortuna. Chauvet mostra il monumentale organo che suonava lunedì sera quando le fiamme hanno attaccato la cattedrale. Ha sofferto un po’ ma potrà tornare a suonare. Intorno alla cattedrale c’è uno strano balletto di droni, bracci armati, gru. I pompieri si muovono come folletti rossi tra statue, pinnacoli, gargoyle, per fare gli accertamenti di stabilità. Uno dei rosoni, quello sul lato sinistro, si è leggermente mosso a causa del calore ed è in corso un intervento per stabilizzarlo. A preoccupare sono anche i grandi dipinti all’interno della cattedrale che non potranno essere staccati dal muro per la deumidificazione prima di venerdì.

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Il sagrato di Notre- Dame, dove ogni anno sfilano 13 milioni di turisti, non è mai stato così vuoto. I punti per entrare sull’Ile de la Cité sono ancora bloccati, e intorno va avanti il pellegrinaggio di chi vuole venire a vedere come sta Nostra Signora di Parigi. È una ressa che gli agenti faticano a contenere. Alcuni passanti si sono rifugiati nella libreria Shakepeare& Co dove non si riesce più a entrare. Ogni volta che i camion dei pompieri attraversano i ponti si sentono gli applausi. Un vigile del fuoco cammina sul sagrato per salire su un’autocisterna che torna verso la caserma. Ha ancora l’aria sconvolta. Non si sente un eroe solo perché la cattedrale è ancora in piedi. «Sono triste», dice. «Avrei voluto fare molto di più». In lontanza si vede uscire dalla cattedrale Antoine Arnault, patron di Kering che nella notte ha annunciato di voler donare 100 milioni di euro per il restauro della cattedrale. Avanza in silenzio con la moglie, la modella Natalia Vodianova, senza fermarsi a parlare con i giornalisti.

« Non sappiamo ancora come, ma ricostruiremo il tetto e la guglia » , spiega André Finot. Il portavoce di Notre- Dame, giacca e cravatta, racconta una notte irreale. Sperava di svegliarsi come dopo un brutto sogno. E invece è rimasto accanto alle operazioni di soccorso fino alle 4 di notte quando i pompieri hanno ufficialmente dichiarato concluso l’incendio. « Sono andato a farmi una doccia e sono subito tornato qui». I suoi uffici sono nel presbiterio, accanto all’ingresso del cantiere da dove sono partite le fiamme. « Tutto era fatto secondo le norme, gli operai portavano sempre casco, maschere, non riesco a immaginare da parte loro una qualche negligenza » . Finot controlla freneticamente il telefono, ha ricevuto migliaia di messaggi da tutto il mondo. « Qualcuno ci dice che le immagini di lunedì sera sembravano una replica dell’11 Settembre. Forse è il nostro 11 Settembre ». Le Torri gemelle di Notre-Dame sono ancora in piedi.

Il viavai intorno al sagrato continua, con il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, tornato precipitosamente da un viaggio all’isola di Maiotta, nell’Oceano indiano. Anche lui passa la Porta del Giudizio, si raccoglie come davanti a un defunto, a qualcosa che non c’è più. Che tornerà ma non sarà più come prima. «Dobbiamo mantenere la speranza», dice Ambroise Laurent, segretario della conferenza dei vescovi francesi. « Pensiamo al fatto che non ci sono vittime, anche questo è un miracolo » . Laurent è venuto per organizzare le celebrazioni della Pasqua che saranno spostate nella chiesa di Saint- Sulpice. Qualcuno fa notare che l’incendio di Notre-Dame accade in uno dei peggiori momenti della Chiesa, travolta dagli scandali di pedofilia. « Non è stata una maledizione – risponde Laurent – è anzi forse un motivo in più per credere che come Cristo noi potremo risorgere dai nostri peccati».

 

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1 risposta a ANAIS GINORI, REPUBBLICA DEL 17 APRILE 2019 ::: DENTRO NOTRE – DAME, La croce, l’altare, la statua della Vergine che cosa si è salvato dall’inferno di fuoco, pag. 1-2

  1. Donatella scrive:

    Forse in tutto questo, come già hanno già detto in molti, c’è un pezzettino di Europa.

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