LAURA CHERUBINI (notizie in fondo), Kounellis l’anti-Pop made in Italy –IL FATTO QUOTIDIANO DEL 17 MAGGIO 2019

 

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UNA FOTO DA GIOVANE … Jannis Kounellis – RSI Radiotelevisione svizzera

 

Jannis Kounellis, uno dei maestri dell’arte povera, un “pittore” che usa la materia, gli elementi primari della natura, per lavorare sui sensi. Un artista, nato nel Pireo e a Roma dalla metà degli anni ’50 fino alla morte nel 2017, che nel suo atto creativo “dipinge” anche quando le sue opere sono composte di binari in ferro, di sacchi di juta, di carbone, di armadi trovati dai rigattieri tenuti appesi al soffitto da corde, di tubi e bombole di gas, di lana o lastre metalliche.  Sono oltre sessanta le opere scelte da Germano Celant per realizzare la prima retrospettiva dedicata a Kounellis dopo la sua scomparsa, allestita nelle grandi sale di Ca’ Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada (11 maggio-24 novembre). (foto ANSA)

 

Kounellis a Venezia

 

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 17 MAGGIO 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/05/17/kounellis-lanti-pop-made-in-italy/5185825/

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Fondazione Prada Venezia Jannis Kounellis: la retrospettiva dedicata all’artista View Gallery

 

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JANIS KOUNELLIS — Pireo 1936-Roma 2017 — in Italia dal 1956::  «Arrivai il giorno di Capodanno del 1956, data che non si scorda».

Nella capitale italiana si iscrive all’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Toti Scialoja al quale deve l’influenza dell’espressionismo astratto che insieme all’arte informale costituisce il binomio fondamentale dal quale prende le mosse il suo percorso creativo.

Esordisce nel 1960 allestendo sempre a Roma la sua prima mostra personale alla galleria “La Tartaruga”.
Rispetto ai suoi maestri, Kounellis mostra subito un’urgenza comunicativa molto forte che lo porta al rifiuto di prospettive individualistiche, estetizzanti e decadenti e all’esaltazione del valore pubblico, collettivo del linguaggio artistico. Nelle sue prime opere, infatti, dipinge dei segni tipografici su sfondo chiaro che alludono all’invenzione di un nuovo ordine per un linguaggio frantumato, polverizzato.

 

per chi volesse, segue in questo link:

https://it.wikipedia.org/wiki/Jannis_Kounellis

 

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“Jannis Kounellis” Fondazione Prada Venezia. Photo Agostino Osio – Alto Piano. ”

 

 

 

» CULTURA

venerdì 17/05/2019

Kounellis l’anti-Pop made in Italy

Kounellis l’anti-Pop made in Italy

Questa storia inizia a Roma alla fine degli anni 50 con la superficie di un lenzuolo cosparsa di lettere e segnali: accanto c’è un giovane artista arrivato dalla Grecia. E’ Jannis Kounellis (Pireo 1936-Roma 2017) a cui la Fondazione Prada dedica ora una grande mostra, a cura di Germano Celant, nella sede di Venezia. Kounellis, artista profondamente italiano, nasce con una lingua e un alfabeto diversi, che lo ancorano a una civiltà, classica e mediterranea al tempo stesso. Il fatto che i primi quadri presentino le lettere del suo nuovo alfabeto è significativo: le considera per il loro suono, tanto è vero che nelle prime presentazioni quelle lettere le canta. Ma quelle lettere Kounellis ha detto anche di considerarle come le pietre con le quali in Grecia i contadini segnano i confini. A Roma all’alba degli anni 60 gli artisti perseguono il grado zero della pittura monocroma; Kounellis, sulla radicalità dell’azzeramento imprime quei segni che già annunciano una ricostruzione. La pittura si farà poi antinaturalistica con la parola Giallo scritta in rosso (1965) e con le gigantesche rose nere. Un quadro del ’67 con tre rose bianche ha ai lati due file di gabbie di uccellini viventi.

Kounellis porta in scena direttamente la natura, passa dalla rappresentazione alla presentazione con il variopinto pappagallo, allegoria della pittura, posto davanti a una lastra di metallo che ha le dimensioni del foglio da disegno e con i cavalli che varcano la soglia di un garage (1969). Ma nel frattempo un’altra forza primigenia è entrata in campo: il fuoco. La Margherita di fuoco del ’67 è un fiore con petali di metallo da cui esce una fiamma. “Il fuoco per me equivale al pappagallo… ma nessuno dei due… avrebbero avuto senso senza il loro supporto di ferro. Sono vivi, reali, ma sono soprattutto segni di un’immagine costruita su supporto e in fin dei conti per me sono entrambi pittura”. Nel ’71 le fiammelle invadono il pavimento di una stanza. Poi, con lo spegnersi dei sogni e delle ideologie rivoluzionarie, i fuochi diventeranno fumo e la fiamma resterà imprigionata nella struttura di mattoni della ciminiera. È l’energia delle presenze vive a contrapporre l’opera di Kounellis alla Pop Art, mentre è più sottile la distinzione con la Minimal Art: le lastre di ferro delle installazioni di Kounellis hanno le misure di un letto, di un tavolo, di una porta, sono commisurate all’uomo, come quella del foglio da disegno. Questa tensione antropologica attraversa tutta l’opera. In questa Biennale abbiamo visto prevalere realtà virtuali e tecnologie digitali:

a questa orizzontalità smaterializzata Kounellis opponeva fieramente la verticalità, la corporeità, la fisicità, il peso della materia.

 

Jannis Kounellis, Fondazione Prada, Venezia. Fino al 24.11.2019

 

 

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Laura Cherubini

Laura Cherubini, allieva di Giulio Carlo Argan e di Maurizio Fagiolo dell’Arco, diventa nel 1992 titolare di cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Brera, Milano. Dal marzo 2011 è vicepresidente del Museo MADRE, Napoli. 
Come critico d’arte collabora a quotidiani e riviste specializzate, in particolare Flash Art (Italia e International). Nel ‘90 cura il Padiglione Italiano alla Biennale di Venezia e vince il Premio Carluccio per la giovane critica. Nel ’93 cura la mostra Macchine della pace sempre alla Biennale di Venezia. Dal 2005 al 2007 responsabile del programma per l’arte contemporanea all’ING-Calcografia Nazionale, Roma. 
Ha fatto parte delle giurie dell’Italian Bureau del PS1-MoMA, del Premio Nazionale per la Giovane Arte (acquisizione del primo gruppo di opere per il MAXXI), del Premio Furla, del Premio New York, del Premio del Museo di Lugano. Attualmente fa parte della commissione del Premio Maretti a L’Avana, Cuba.
Ha insegnato nelle Università La Sapienza e LUISS ed è membro degli archivi Mario Schifano, Franco Angeli, Fabio Mauri e Alighiero Boetti. 
Autrice di numerosi saggi e interviste in cataloghi, volumi e riviste, ha pubblicato monografie su Gino De Dominicis, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Massimo Bartolini, Paola Pivi, Fabio Mauri.
Per l’Accademia di Brera ha co-curato il convegno su Luciano Fabro (2010) e gli atti (2013); il ciclo Paesaggio Italiano (2013 e 2014) e gli atti del primo (2014) nonché il workshop con Antoni Muntadas (2014), oltre a numerose conferenze e tavole rotonde. 
Ha curato moltissime mostre tra le quali Pasolini e noi, Archivio di Stato, Torino; ING-Calcografia, Roma 2005-2006; Gino De Dominicis a Villa Arson, Nizza; Fondazione Merz, Torino e PS1-MoMA e MoMA, New York (2007-2008); il ciclo Dialoghi con la città per il MAXXI di Roma con progetti di Massimo Bartolini, Alberto Garutti e Tobias Rehberger (2008-2009); Trasparenze, MACRO, Roma e MADRE, Napoli (2010); Gino Marotta, GNAM, Roma (2012); Carla Accardi, Fondazione Menegaz, Castelbasso poi itnerante: Centro d’Arte Contemporanea, Torun; Museo Vasarely, Budapest, Museo Alex Milona, Salonicco e Atene, 2012-2014; Storie italiane, Artefiera, Bologna (2013); A Roma. Opere dalla collezione Farnesina, Museo d’Arte Contemporanea Carrillo Gil, Città del Messico (2013); Mimmo Paladino, Fondazione Menegaz, Castelbasso (2013); Paesaggio antropologico, Blu Corner, Carrara 2014 poi White Box, New York 2015. Advisor Curator della prima antologica di Vettor Pisani al MADRE di Napoli, attualmente sta seguendo la cura della prima monografia retrospettiva dell’artista (Electa). 

FORUM ARTE CONTEMPORANEA.IT

http://www.forumartecontemporanea.it/chi-siamo/partecipanti/cherubini

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