UNA FOTO DA GIOVANE … Jannis Kounellis – RSI Radiotelevisione svizzera
Jannis Kounellis, uno dei maestri dell’arte povera, un “pittore” che usa la materia, gli elementi primari della natura, per lavorare sui sensi. Un artista, nato nel Pireo e a Roma dalla metà degli anni ’50 fino alla morte nel 2017, che nel suo atto creativo “dipinge” anche quando le sue opere sono composte di binari in ferro, di sacchi di juta, di carbone, di armadi trovati dai rigattieri tenuti appesi al soffitto da corde, di tubi e bombole di gas, di lana o lastre metalliche. Sono oltre sessanta le opere scelte da Germano Celant per realizzare la prima retrospettiva dedicata a Kounellis dopo la sua scomparsa, allestita nelle grandi sale di Ca’ Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada (11 maggio-24 novembre). (foto ANSA)
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 17 MAGGIO 2019
“Jannis Kounellis” Fondazione Prada Venezia. Photo Agostino Osio – Alto Piano. “
Fondazione Prada Venezia Jannis Kounellis: la retrospettiva dedicata all’artista View Gallery
JANIS KOUNELLIS — Pireo 1936-Roma 2017 — in Italia dal 1956:: «Arrivai il giorno di Capodanno del 1956, data che non si scorda».
Nella capitale italiana si iscrive all’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Toti Scialoja al quale deve l’influenza dell’espressionismo astratto che insieme all’arte informale costituisce il binomio fondamentale dal quale prende le mosse il suo percorso creativo.
Esordisce nel 1960 allestendo sempre a Roma la sua prima mostra personale alla galleria “La Tartaruga”.
Rispetto ai suoi maestri, Kounellis mostra subito un’urgenza comunicativa molto forte che lo porta al rifiuto di prospettive individualistiche, estetizzanti e decadenti e all’esaltazione del valore pubblico, collettivo del linguaggio artistico. Nelle sue prime opere, infatti, dipinge dei segni tipografici su sfondo chiaro che alludono all’invenzione di un nuovo ordine per un linguaggio frantumato, polverizzato.
per chi volesse, segue in questo link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Jannis_Kounellis
“Jannis Kounellis” Fondazione Prada Venezia. Photo Agostino Osio – Alto Piano. ”
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Kounellis l’anti-Pop made in Italy
Questa storia inizia a Roma alla fine degli anni 50 con la superficie di un lenzuolo cosparsa di lettere e segnali: accanto c’è un giovane artista arrivato dalla Grecia. E’ Jannis Kounellis (Pireo 1936-Roma 2017) a cui la Fondazione Prada dedica ora una grande mostra, a cura di Germano Celant, nella sede di Venezia. Kounellis, artista profondamente italiano, nasce con una lingua e un alfabeto diversi, che lo ancorano a una civiltà, classica e mediterranea al tempo stesso. Il fatto che i primi quadri presentino le lettere del suo nuovo alfabeto è significativo: le considera per il loro suono, tanto è vero che nelle prime presentazioni quelle lettere le canta. Ma quelle lettere Kounellis ha detto anche di considerarle come le pietre con le quali in Grecia i contadini segnano i confini. A Roma all’alba degli anni 60 gli artisti perseguono il grado zero della pittura monocroma; Kounellis, sulla radicalità dell’azzeramento imprime quei segni che già annunciano una ricostruzione. La pittura si farà poi antinaturalistica con la parola Giallo scritta in rosso (1965) e con le gigantesche rose nere. Un quadro del ’67 con tre rose bianche ha ai lati due file di gabbie di uccellini viventi.
Kounellis porta in scena direttamente la natura, passa dalla rappresentazione alla presentazione con il variopinto pappagallo, allegoria della pittura, posto davanti a una lastra di metallo che ha le dimensioni del foglio da disegno e con i cavalli che varcano la soglia di un garage (1969). Ma nel frattempo un’altra forza primigenia è entrata in campo: il fuoco. La Margherita di fuoco del ’67 è un fiore con petali di metallo da cui esce una fiamma. “Il fuoco per me equivale al pappagallo… ma nessuno dei due… avrebbero avuto senso senza il loro supporto di ferro. Sono vivi, reali, ma sono soprattutto segni di un’immagine costruita su supporto e in fin dei conti per me sono entrambi pittura”. Nel ’71 le fiammelle invadono il pavimento di una stanza. Poi, con lo spegnersi dei sogni e delle ideologie rivoluzionarie, i fuochi diventeranno fumo e la fiamma resterà imprigionata nella struttura di mattoni della ciminiera. È l’energia delle presenze vive a contrapporre l’opera di Kounellis alla Pop Art, mentre è più sottile la distinzione con la Minimal Art: le lastre di ferro delle installazioni di Kounellis hanno le misure di un letto, di un tavolo, di una porta, sono commisurate all’uomo, come quella del foglio da disegno. Questa tensione antropologica attraversa tutta l’opera. In questa Biennale abbiamo visto prevalere realtà virtuali e tecnologie digitali:
a questa orizzontalità smaterializzata Kounellis opponeva fieramente la verticalità, la corporeità, la fisicità, il peso della materia.
Jannis Kounellis, Fondazione Prada, Venezia. Fino al 24.11.2019