ALESSANDRA PAOLINI, REPUBBLICA DEL 13 GIUGNO 2019 pag. 1-3 ::: Caffè Greco (1760), primo avviso di sfratto per la successione Dior sfida Moncler L’ospedale Israelitico vuole passare da 18 mila euro al mese a 180 mila.

 

 

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IL CAFFÉ GRECO

Il Caffé Greco, uno dei caffé storici di Roma, fondato nel 1760 da un certo Nicola della Maddalena, si può dire che sia più antico dell’Italia stessa. Fin dagli esordi divenne meta preferita di artisti, pensatori, regnanti ed intellettuali. Ne parla Casanova nelle sue “Memoires” ed è possibile sedersi ancor oggi sul divano appartenuto ad Andersen che abitava al piano di sopra. Tra le sue mura tappezzate di quadri preziosi, hanno indugiato davanti ad una tazza di caffè GoetheWagnerBizetStendhalByronShelleyKeatsGogolMark Twain per arrivare a Buffalo Bill con Toro Sedutolady DianaDe Chiricore Juan CarlosRanieri di Monaco e siamo solo all’inizio. Nella sala Omnibus del Caffè Greco sono esposti i medaglioni, le placchette in gesso e le miniature raffiguranti i suoi illustri frequentatori. L’elegante via Dei Condotti, lungo la quale sorge il Caffé, con le sue prestigiose griffe ha aggiunto agli storici locali una nota di mondanità internazionale e non è raro oggi incontrare all’interno del Caffé Greco le raffinate signore del jet set che lo frequentano quotidianamente.

Caffé Greco – via Dei Condotti, 86
tel. 06 679 1700

Il Caffé Greco

 

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REPUBBLICA. ROMA– 13 GIUGNO 2019 –pag. 1-3

https://quotidiano.repubblica.it/edizionerepubblica/pw/flipperweb/flipperweb.html?testata=LOC&issue=20190613&edizione=roma&startpage=1&displaypages=2

 

 

Caffè Greco, primo avviso di sfratto per la successione Dior sfida Moncler

L’ospedale Israelitico vuole passare da 18 mila euro al mese a 180 mila. Da 250 anni ritrovo di intellettuali Gli attuali gestori. ” Noi abbiamo il marchio, è un caso giuridico complesso, resisteremo fino alla fine”

 

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di Alessandra Paolini

 

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Un cappuccino col marchio delle piume d’oca o della griffe francesce della saddle bag? Oppure, pasticcini a forma di Moncler o al profumo di Christian Dior? Il destino dell’antico Caffè Greco, in via Condotti — 250 anni di storia luogo d’incontro per generazioni e generazioni di intellettuali da Antonio Canova a Renato Guttuso da Thomas Mann a Silvio Pellico — ormai sotto sfratto, potrebbe finire nelle mani del maggior offerente. E non potrebbe essere altrimenti se è vero che indagini di mercato valutano il locale, vero e proprio museo, a canoni strabilianti: 180 mila euro al mese.

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Tanto vale visto che la strada con la scalinata di Trinità dei Monti sullo sfondo e le azalee sui gradini bianchi (o quasi) è infatti considerata la via a più alta intensità di shopping dopo via Napoleone a Milano. Una sorta di vetrina sul mondo che negli ultimi anni ha richiamato i Paperon de’ Paperoni dei brand della moda. Ovvero le multinazionali che con il luxury stanno facendo la loro fortuna. Ma anche altri marchi e super griffe, oltre a Moncler e Dior, sembrerebbero molto interessati all’affare e potrebbero decidere di far parte della partita. Ancora tutta da giocare a colpi di carte bollate.

 

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Di certezze al momento ce ne sono due. La prima è che chiunque subentrerà non potrà cambiare uno spillo, essendo il bar e tutto ciò che è dentro, bancone compreso, vincolato dai Beni Culturali. La seconda è che ieri mattina gli ufficiali giudiziari hanno consegnato il primo atto di accesso per lo sfratto al proprietario della ditta ” Antico Caffé Greco”, l’ingegnere Carlo Pellegrini che da più di due decenni ha acquistato l’azienda dai precedenti proprietari e che dal mese di settembre dello scorso anno, ha il contratto d’affitto scaduto.

 

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Ma Pellegrini non vuole mollare. « Perché — dice — noi siamo il Caffè Greco. E il Caffè Greco è un locale protetto, quindi non è sfrattabile. Questo è un caso che farà giurisprudenza ». A rivolere indietro le mura è l’Ospedale Israelitico, proprietario dell’immobile avuto come lascito da Mosè Levi, generosa nobildonna che donò le mura agli inizi del Novecento.

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Il nosocomio finora ha incassato 18 mila euro al mese dall’ingegnere. Troppo pochi per l’Israelitico alle prese con ristrutturazioni finanziarie e pronto a investire per migliorare le prestazioni sanitarie, comperando macchinari sempre più all’avanguardia. E per farlo servono soldi: rimettere il Caffè Greco sul mercato è l’occasione che aspettavano. «Il contratto è scaduto da mesi — spiega il direttore generale dell’ospedale, Giovanni Naccataro, chiamato per rimettere a posto i conti —

 

 

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Finora a Pellegrini è stato permesso di gestire la sua attività con un canone, rispetto ai valori di mercato, irrisorio. Da settembre ad oggi, mese in cui è finita la locazione, abbiamo calcolato che di avere perso più di due milioni. Soldi sottratti a chi ha bisogno di cure visto che l’Israelitico è un ospedale aperto a tutti perché convenzionato.

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Noi vogliamo rendere la nostra struttura sempre più competitiva e all’avanguardia con macchinari per la sala operatoria e la diagnostica di ultima generazione. Affittare il Caffè Greco a chi è disposto a pagare le somme richieste vuol dire, per l’appunto, migliorare le prestazioni offerte. Abbiamo la fila dei pretendenti e tutti sanno perfettamente che il locale dovrà restare tale e quale a come è. Siamo noi i primi a volere che non si perda il valore storico ed economico».

 

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Ieri l’ufficiale giudiziario ha rinviato il tutto al 25 luglio. Ma normalmente servono 3 accessi, perché lo sfratto diventi esecutivo con l’arrivo della forza pubblica. « Questo è un caso che farà giurisprudenza — dice Pellegrini — Siamo esterrefatti dalla pervicace ostinazione dei vertici dell’ospedale a non voler trovare un accordo » . Quale? « O loro ci vendono le mura o loro acquistano l’azienda. Oppure si trova un canone convenuto e ragionevole » . Peccato però, fa sapere il direttore generale Naccataro: «Da parte dell’ingegnere non ci è arrivata mai una proposta di canone » . Intanto poco più in là su piazza di Spagna gli store sono pronti a entrare in campo. Il match è ancora aperto.

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