REDAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO DEL 15 GIUGNO 2019 ::: Pd, Zingaretti tiene fuori i renziani dalla nuova segreteria. Gli esclusi: “Così non è il partito del noi”

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 15 GIUGNO 2019

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Pd, Zingaretti tiene fuori i renziani dalla nuova segreteria. Gli esclusi: “Così non è il partito del noi”

Pd, Zingaretti tiene fuori i renziani dalla nuova segreteria. Gli esclusi: “Così non è il partito del noi”

L’annuncio del segretario mentre rimane alta la tensione sullo scandalo del Csm e a poche ore dall’autosospensione di Lotti. Il vice vicario è l’ex ministro della Giustizia Orlando, la vice Paola De Micheli. Coordina il vicepresidente del gruppo alla Camera Martella. La corrente dell’ex premier all’attacco: “Ci lascia le Briciole”. “Matrice identitaria”. Ma fonti dem: “Hanno rifiutato loro”

Mentre il Pd è travolto dallo scandalo del Csm e dopo l’autosospensione tra le polemiche di Luca Lotti dal partito, il segretario Nicola Zingaretti ha deciso di nominare e ufficializzare la nuova segreteria. Dalla quale sono scomparsi praticamente tutti gli esponenti riconducibili alla corrente renziana e vicina all’ex ministro Lotti.

Il coordinatore sarà Andrea Martella, i vicesegretari Andrea Orlando (vicario) e Paola De Micheli.

Una decisione che rappresenta un nuovo strappo in una situazione già molto tesa. “Non assomiglia al partito del noi”, ha scritto su Twitter il capogruppo Pd al Senato e da sempre vicino a Renzi Andrea Marcucci. “Vedo un’unica matrice identitaria in un partito che è nato per valorizzare i riformismi. È una scelta che non condivido”.

In serata fonti del Pd all’agenzia Ansa hanno sostenuto che l’offerta era stata avanzata a tutte le minoranze. E il segretario nei giorni scorsi ha visto Roberto Giachetti, Maurizio Martina e Lorenzo Guerini. “Giachetti -proseguono le stesse fonti- ci ha detto un no categorico mentre con Martina e Guerini ci si era lasciati con l’intesa di una possibile partecipazione” agli organismi “non così diretta, come la segreteria, ma magari nei forum e dipartimenti”, hanno dichiarato dal Nazareno. All’ex segretario reggente Martina è andata la presidenza della commissione per la riforma del partito e dello statuto del Pd.

Il segretario, in una nota diffusa poco dopo, ha lasciato intendere che ci sarà spazio di mediazione nella gestione dei singoli dipartimenti. “Una bella segreteria, con donne, giovani, gente di esperienza, tutti appassionati e amanti della bella politica“, ha scritto Zingaretti.

“Si compie un altro passo dopo il congresso e le elezioni europee e amministrative per la costruzione dell’alternativa. Con il lancio dei forum apriamo il partito a settori nuovi e vivi della società.

Ora organizzeremo i dipartimenti: sono aperto al confronto e mi auguro, nel rispetto dell’autonomia di ognuno, si possa allargare il coinvolgimento anche alle sensibilità diverse delle minoranze congressuali”.

Una piccola concessione che, molto probabilmente, non soddisferà i renziani già sul piede di guerra per il caso Lotti.

I renziani esclusi all’attacco: “Hanno fatto la loro segreteria”. “Allontanano la minoranza”
La minoranza renziana oggi era radunata ad Assisi con Luciano Nobili, Roberto Giachetti e Anna Ascani. E se fino al primo pomeriggio smentivano di essere una corrente a parte, dopo l’annuncio della nuova segreteria il clima si è fatto ancora più glaciale.

E a protestare non è stato solo il capogruppo al Senato Marcucci. “Dicevano ‘partito unitario’ nel ‘rispetto del pluralismo’. Poi però hanno fatto la segreteria. La loro. Buon lavoro alla segreteria di Zingaretti”, ha scritto su Twitter la senatrice Pd Simona Malpezzi. Simile la posizione del deputato Carmelo Miceli: “Pessima scelta quella di Zingaretti di fare una segreteria nazionale a maggioranza. Una scelta che, legata alle richieste di autosospensione formulate dagli uomini a lui vicini, sa tanto di tentativo di allontanamento della minoranza dal Partito. Incomprensibile, poi, la decisione di non nominare in segreteria un responsabile alla Giustizia, alla Cultura e all’Università.

La mancanza di attenzione su questi temi lascia trasparire un certo distacco dalla realtà e una eccessiva propensione al galleggiamento”.

Poi Alessia Morani su Twitter: “Il partito del noi, diceva, che includa. La stagione delle belle parole si frantuma sulla segreteria di maggioranza di #Zingaretti. Che, anziché rivendicare la scelta, scarica la responsabilità su #minoranza. E poi offre le briciole. Buone cose”.

Da Martella alla Pinotti, tutti i nuovi incarichi di Zingaretti
Il coordinatore Martella è attualmente vicepresidente del gruppo Pd alla Camera. Nel 2008 e 2009 era stato responsabile della segreteria Nord nell’epoca Veltroni e poi ministro ai Trasporti del governo ombra dei dem. Il vice vicario è invece il deputato Andrea Orlando, ex ministro dell’Ambiente nel governo Letta e poi della Giustizia con Renzi e Gentiloni.

L’altra vice segretaria è la deputata Paola De Micheli, ex lettiana, sottosegretaria con Gentiloni e già commissaria straordinaria per la ricostruzione dopo il sisma. Il capo della segreteria è invece Marco Miccoli.

Zingaretti ha invece affidato all’ex ministro Maurizio Martina la presidenza della Commissione per la riforma del partito e dello statuto del Pd. L’ex segretario reggente, sconfitto al congresso, fa sapere che la riforma “è una sfida decisiva. Bisogna che le energie Pd ci lavorino insieme; maggioranza e minoranze, circoli, amministratori locali e tutte le forze disponibili”. Ma non entra in maggioranza o segreteria, hanno detto i suoi.

 

Nell’elenco dei nomi che hanno ricevuto altri incarichi spiccano due ex membri dell’esecutivo uscente: l’ex ministra della Difesa Roberta Pinotti, che si occuperà di Politiche della sicurezza; l’ex ministra all’Istruzione Marina Sereni, assegnata agli Enti Locali/Autonomie.

Le altre investiture sono: l’ex sottosegretario agli Esteri sotto il governo Renzi Enzo Amendola (Esteri e Cooperazione internazionale); la deputata lombarda e urbanista Chiara Braga (Agenda 2030/Sostenibilità); il consigliere regionale della Lombardia Pietro Bussolati (Imprese e professioni); il professore di diritto costituzionale e deputato Andrea Giorgis (Riforme istituzionali); la deputata ed ex vicepresidente della provincia autonoma di Bolzano Maria Luisa Gnecchi (Welfare); il deputato Roberto Morassut(Infrastrutture Aree urbane e periferie); l’ex candidato alla segreteria di Napoli Nicola Oddati (Mezzogiorno); l’economista e già membro della direzione Pd Giuseppe Provenzano (Politica del Lavoro); la professoressa ed ex deputata Camilla Sgambato(Scuola); l’ex senatore emiliano Stefano Vaccari(Organizzazione); la sindaca pugliese Antonella Vincenti(Pubblica amministrazione); l’assessora alle Politiche sociali del Lazio Rita Visini (Terzo settore/Associazionismo).

Partecipano alla segreteria per funzionePaolo Gentiloni, Presidente del Pd; Gianni Cuperlo, Fondazione Nazionale, oltre a Orlando e De Micheli.

Inoltre la responsabile donne del Pd, che verrà eletta dalla Conferenza Nazionale delle donne; i Capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci; il tesoriere Luigi Zanda; il Rappresentante dei Giovani Democratici.

E’ istituito il Dipartimento Economia e Sviluppo diretto da Antonio Misiani.

Nei prossimi giorni verranno affidati gli incarichi dei nuovi Responsabili dei Dipartimenti.
Si avvia inoltre la costituzione di “Forum Aperti” alla partecipazione di personalità e rappresentanti del mondo dell’associazionismo, del volontariato, delle imprese, delle forze sindacali e degli amministratori, delle professioni. Coordinatore: Marco Furfaro. I primi tre Forum saranno presieduti e coordinati da Giorgio Gori(Forum Amministratori Centrosinistra); Alessandra Bailo Modesti (Forum Sostenibilità Ambientale e sviluppo); Elisabetta Nigris (Forum Conoscenza).
E’ stato affidato l’incarico di responsabile dell’ufficio stampa del Partito Democratico a Luigi Telesca.

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1 risposta a REDAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO DEL 15 GIUGNO 2019 ::: Pd, Zingaretti tiene fuori i renziani dalla nuova segreteria. Gli esclusi: “Così non è il partito del noi”

  1. Domenico Mattia Testa scrive:

    La nuova segreteria è tutta di Zingaretti per cui i renziani cominciano a scalpitare;del resto,quando erano egemoni nel partito,i dissidenti non avevano nessuna voce in capitolo,erano costretti ad accettare in toto le scelte della maggioranza o uscire dal partito,come evidenziano le ripetute scissioni.L’attuale segretario del PD sbaglia a replicare il comportamento di Renzi,se vuole salvaguardarne l’unità .La dialettica democratica va garantita.Niente di nuovo nel modo di gestire il potere.Niente di nuovo nelle alleanze e nel programma.Non si prospetta la minima apertura ai pentastellati,indispensabili per l’alternativa al governo giallo-verde.Siamo ancora al rifiuto pregiudiziale verso i grillini con cui volenti o nolenti i piddini devono dialogare per contrastare in tempi brevi lo strapotere e l’arroganza di Salvini .Resiste ancora il deleterio divieto di Renzi.Un partito autorevole fa proposte,prende iniziative,non si chiude a riccio.Sul programma ancora non emerge una linea autenticamente riformista per il Paese e per l’Ue.Se il segretario mostra almeno a parole jnteresse verso il mondo del lavoro,del sindacato,dei giovani,Calenda si muove in tutt’altra direzione perchè ha scelto la filosofia neoliberista.Insomma il nuovo corso del Pd è ancora tutto da costruire.La situazione politica che stiamo vivendo richiede risposte immediate e concrete.

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