stasera è festa ! NEMONEMO 22 GIUGNO 2019 : Alain Touraine : ” …la nostra umanità deve riconoscersi come un’unità, un insieme di esseri liberi e uguali “. +++ 26 GIUGNO ::: Claudio Puoti: ” La mutazione genetica del Paese “

 

 

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96 bardelli, riviera ligure,acquerello su carta, cm. 70x50 (foglio)DSC00849

bardelli, acquarello, Riviera, 1996

 

 

 

Claudio Puoti: ” La mutazione genetica del Paese “

26
GIU
2019

15:22 – NEMONEMO – SOCIETÀ

“””… < Come medico volontario della Marina militare italiana e della Fondazione umanitaria Rava di Milano, dal 2014 a oggi ho partecipato a diverse missioni di soccorso in mare e credo di avere contribuito al soccorso di centinaia di disperati. Ho visto l’impegno degli equipaggi della Marina oltre alla passione di tutti i volontari. Scrivo per narrare come sia cambiato in pochi anni lo spirito solidaristico di questo Paese. Se cinque anni fa mi si diceva “bravo” perché trascorrevo gratis le mie ferie estive per imbarcarmi sulle nostre unità navali, oggi la cosa più garbata che mi sento dire è “perché non li porti a casa tua?”. Da Mare Nostrum ai porti chiusi, sto assistendo a una rapidissima mutazione genetica della nostra gente, che non comprendo più. Io non credo che il ministro dell’Interno abbia inventato la paura; l’ha trovata, l’ha amplificata e ha saputo abilmente monetizzarla. È l’effetto, non la causa, il che è più avvilente e pericoloso >. …”””

( lettera a la Repubblica di Martedì 25 Giugno 2019 )

 

Alain Touraine : ” …la nostra umanità deve riconoscersi come un’unità, un insieme di esseri liberi e uguali “cinelibri.iobloggo.com/…ali-/&y=2019&m=06

22
GIU
2019

10:49 – NEMONEMO – SOCIETÀ

“””… < …La domanda che dobbiamo porci oggi è se accettiamo la visione di un mondo egualitario o se vogliamo mantenere la nostra situazione di antichi dominatori. Questa domanda la faccio rispetto a due categorie che metto sullo stesso piano: i migranti e le donne. Vogliamo uscire da un mondo dove la libertà è limitata, dominato dagli uomini bianchi, oppure consideriamo indispensabile entrare in un mondo intero, che non sia fatto soltanto di noi? Saremo nella modernità quando avremo riconosciuto che tutti ne dobbiamo far parte. Quando si evoca il trittico “liberté, egalité, fraternité”, concetti a cui amo aggiungere quello di dignità, stiamo parlando della libertà di tutti, della fratellanza di tutti? Non è tanto il discorso di lasciare entrare o meno un certo numero di persone. Io direi piuttosto: cancelliamo la macchia di un’esperienza di dominio dove si ritrovano la colonizzazione, la schiavitù, l’inferiorità delle donne. Non saremo mai in un mondo normale finché otto persone su dieci non sono uguali. Prima di ogni altra cosa, perfino prima dei problemi ecologici, che pure sono cruciali, la nostra umanità deve riconoscersi come un’unità, un insieme di esseri liberi e uguali. […] Il modello razionalista democratico, è direttamente minacciato. Per la prima volta da centinaia di anni, il mondo è dominato sempre più da non democrazie, da quelli che io chiamo, per usare una vecchia parola, imperi: con Donald Trump, gli Stati Uniti diventano un impero. La Cina anche, così come i Paesi con potere religioso. In questo contesto il riconoscimento dei diritti è un dato fondamentale: solo se ci consideriamo come individui che hanno tutti gli stessi diritti possiamo mettere in moto i nostri meccanismi politici. Quello che chiedo è difendere i nostri diritti di cittadini, perché preferisco dire che i problemi ecologici sono problemi che rientrano nella difesa del nostro essere cittadini. È importante soprattutto non separare l’aspetto politico, quello ecologico e quello economico, anche se sostengo che i problemi politici devono avere una certa priorità. Per noi si tratta di sapere se si fa o non si fa l’Europa, l’unico continente che rappresenta la democrazia. Potremo riuscirci solo se daremo la priorità ai temi dell’umanità unita. Perché o si fa il nazionalismo xenofobo, come l’Ungheria, la Polonia o l’Italia, o si fa l’Europa. […] Il tema dei migranti è lo stesso banco di prova. Se cedi sui migranti, cedi su tutto. In particolare sull’Europa. L’immigrazione è anche nel nostro interesse. Molte delle nostre regioni hanno bisogno di essere reindustrializzate, altre devono far fronte alla desertificazione, altre ancora soffrono di una carenza di servizi pubblici … >. …”””

 

( da Il dialogo fra Edgar Morin e Alain Touraine a cura di Eric Favereau e Thibaut Sardier, la Repubblica di Giovedì 6 Giugno 2019 )

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