PER CHI AMA BRUGES ( BELGIO ) :: QUATTRO PICCOLI VIDEO DAL FILM: IN BRUGES. LA COSCIENZA DELL’ASSASSINO DI MARTIN MCDONAGH, 2008 ++ RECENSIONE DA ” SENTIERI SELVAGGI “

 

 

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In Bruges-La Coscienza Dell’Assassino TRAILER ITALIANO

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Clémence Poésy e Colin Farrell in una scena del film In Bruges

 

 

 

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– Il purgatorio è come il Tottenham

 

 

 

UNA RECENSIONE DI ” SENTIERI SELVAGGI “

 

17 MAGGIO 2008

"In Bruges – La coscienza dell'assassino", di Martin McDonagh

 

 

“In Bruges – La coscienza dell’assassino”, di Martin McDonagh

17 Maggio 2008 di Stefano Locati

 

 

Ken e Ray, due assassini professionisti, sono spediti dal loro scurrile capo “in vacanza” dall’Inghilterra fino a Bruges, in Belgio. È solo un modo per far calmare le acque o si trovano lì per un lavoretto? Perché sono finiti all’estero? E perché deve trattarsi proprio di Bruges? I due diventano sempre più insofferenti, ciascuno a suo modo, fino a quando lo svelamento del reale motivo della loro trasferta non cambia radicalmente le carte in tavola tra loro. Qualche tocco di Guy Ritchie (Lock & Stock – Pazzi scatenatiSnatch – Lo strappoRevolver) e qualche tarantinismo d’importazione sembrano inevitabili per garantirsi l’appeal necessario, specialmente se non si lesina su qualche – per quanto breve – scena di sangue. La consueta dose di caricature fumettose (lo stesso ruolo di Ralph Fiennes rientra nella categoria, così come quello del nano) si interseca però con un gusto decisamente più insolito, in questo genere di film: uno stile fatto di attese, contemplazioni, scarti in un primo momento impercettibili, che poi conflagrano in giochi empatici e approfondimenti convincenti.

È sulla lunga distanza che In Bruges mostra tutta la sua classe sorniona, da prodotto che avrebbe la necessità di avere più visibilità per riuscire a lasciare il segno. Martin McDonagh, Oscar per il miglior cortometraggio nel 2004, tiene le fila di ogni rivolo narrativo con meticolosa sicurezza. Il piatto forte sono senza dubbio i dialoghi, ironici e pungenti, scritti con acume, in grado di creare dal nulla i personaggi, quasi di farli emergere dalla loro carne. Se il belloccio Colin Farell, qui molto bambinoso, dunque meglio del solito, e l’ipnotico Brendan Gleeson, incomprensibilmente nella maggior parte dei film sfruttato solo come caratterista, riescono a essere credibili come coppia di killer è proprio grazie all’inventiva gratuita e ripetitiva delle parole (decisamente più orecchiabili in originale). Motivazioni e impulsi sono inizialmente celati, rivelati solo nel proseguio, imponendo una continua rielaborazione che ha buon gioco nel coinvolgere. E nonostante un finale troppo smaccatamente ricercato, troppo volutamente surreale per suonare genuino, la visione è rinfrancante.

 

Titolo originale: In Bruges

Regia: Martin McDonagh

Interpreti: Colin Farrel, Brendan Gleeson, Ralph Fiennes

Distribuzione: Mikado

Durata: 107’

Origine: Gb/Belgio, 2008

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