NEMO GRAZIE ! — LIANA MILELLA, INTERVISTA ALL’EX PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE GIOVANNI MARIA FLICK :: ” UN ABUSO INACCETTABILE, SI METTONO A RISCHIO LE INDAGINI ” — REPUBBLICA DEL 29 LUGLIO 2019, pag. 2

 

 

 

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REPUBBLICA DEL 29 LUGLIO 2019 –pag. 2

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Carabiniere ucciso a Roma, media Usa scioccati dalla foto del ragazzo bendato: “Un atto illegale”

foto da Il Fatto Quotidiano

 

 

Flick: “Un abuso inaccettabile si mettono a rischio le indagini”

Intervista all’ex presidente della Corte costituzionale

di Liana Milella 

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Giovanni Maria Flick (Cirié, città mterop. Torino,  7 novembre 1940) è un giuristapolitico e accademico italianoMinistro di grazia e giustizia del governo Prodi I e presidente della Corte costituzionale dal 14 novembre 2008 al 18 febbraio 2009.

 

 

 

 

 

 

«Un’inaccettabile violazione della Costituzione e della legge». È netta la critica alla foto dell’ex presidente della Consulta ed ex Guardasigilli Giovanni Maria Flick.

 

Nessun dubbio professore?

«Ci troviamo di fronte a una palese violazione di una legge penale, l’articolo 608 del codice, che vieta al pubblico ufficiale di sottoporre “a misure di rigore non consentite una persona arrestata o detenuta di cui abbia la custodia o verso la quale sia rivestito di una qualsiasi autorità”».

Siamo di fronte a un reato?

«Certo. Un reato che è conseguenza diretta e grave “della violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizione di libertà” come dice la Costituzione».

La rabbia dei colleghi del carabiniere ucciso non giustifica la benda?

«Non credo che il regolamento dell’Arma consenta o addirittura imponga di usare una misura di questo tipo. Comunque sarà il giudice ad accertare se ve ne fosse la necessità in quel caso specifico, che non può comunque e in alcun modo giustificarsi con la legittima e doverosa indignazione dei colleghi».

È mai possibile che con il caso Cucchi ancora aperto l’Arma ricada in errori così grossolani?

«Non mi pare che l’Arma ricada in alcun errore perché ha subito provveduto a fare denunzia all’autorità giudiziaria, che è esattamente il contrario di quanto sembra essere avvenuto nel caso Cucchi».

Il linguaggio abitualmente usato dal ministro Salvini, “bastardi, marciranno in galera, ci staranno a vita”, è un incentivo?

«Non chieda a me, ma semmai ai carabinieri che hanno compiuto il gesto. Io lo giudico un linguaggio assolutamente inaccettabile di fronte alla Costituzione, soprattutto da parte di chi abbia giurato di osservarla. Non si tratta di piangere sulla benda al detenuto, ma di chiedere il rispetto della legge. E comunque la Cedu ha dichiarato incostituzionale l’ergastolo a vita».

Però parole simili dette dal titolare del Viminale fanno scuola, e la destra sta con lui.

«Questo dimostra quanta strada bisogna ancora fare per attuare la Carta in questo Paese. Con particolare riferimento agli articoli 13 e 27 della Costituzione sul divieto della violenza verso i detenuti e sulla funzione rieducativa della pena».

 

Resta il fatto che Salvini e la Lega giustificano la foto perché per loro conta solo la morte del carabiniere.

«Sono due realtà assolutamente diverse e non comparabili. È ovvia la gravità di un omicidio come quello, che va punito con tutto il rigore che la legge prevede. Ma ciò non ha nulla a che vedere con il rispetto della legge medesima da parte di chi ha in custodia l’accusato. E un comportamento del genere, se non verrà giudicato necessario da parte del giudice per le condizioni particolari dell’indagine, è una flagrante violazione di un principio di legge fondamentale: l’uso di una misura di rigore “non consentita”, cioè un abuso di autorità che potrebbe anche avere conseguenze».

Di che tipo?

«Sulla credibilità della giustizia italiana, sulla valutazione delle prove o confessioni rese nell’immediatezza, secondo uno schema, anch’esso inaccettabile, che mi pare già emerga dai commenti della stampa Usa».

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1 risposta a NEMO GRAZIE ! — LIANA MILELLA, INTERVISTA ALL’EX PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE GIOVANNI MARIA FLICK :: ” UN ABUSO INACCETTABILE, SI METTONO A RISCHIO LE INDAGINI ” — REPUBBLICA DEL 29 LUGLIO 2019, pag. 2

  1. Donatella scrive:

    Non serve dire che gli USA dovrebbero pensare a Guantanamo e a tutte le violazioni da loro fatte alla garanzie costituzionali. Meno male che la risposta, sia delle forze dell’ordine sia della stampa sono state abbastanza pronte a denunciare gli abusi.
    All’inizio di questa legislatura ricordo lo spettacolo che venne fatto per l’arresto e il trasferimento in Italia di un brigatista, latitante da molti anni. Ammanettato, alla presenza delle varie autorità, fu dato in pasto al pubblico come nemmeno un animale feroce, anche se ormai non poteva più nuocere a nessuno. Dall’inizio si poteva prevedere il seguito.

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