ANSA.IT — 24 LUGLIO 2019 ++ REPUBBLICA 29 LUGLIO 2018 ::: OMAGGIO A FRANCA VALERI CHE A LUGLIO HA COMPIUTO 99 ANNI E CONTINUA A SCRIVERE…FOTO, VIDEO…

 

 

ANSA.IT  24 LUGLIO 2019

http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/teatro/2019/07/24/i-99-di-franca-valeri-sempre-avanti_fe8d97cf-2490-432a-a6ae-1d5fda0b8c08.html

 

 

I 99 anni di Franca Valeri, sempre avanti

Lontana dal palco ma lucida e autoironica come sempre

 

 

 

 

 

Buon compleanno Franca Valeri. Attrice, scrittrice, raffinata umorista con una verve indomita, compie oggi 99 anni.

In ”Bugiarda no, reticente” ha scritto: ”La nostra generazione era preparata. La preparazione non e’ solo forza fisica, l’esercizio e’ soprattutto di genere morale. Aspettare. Riscuotere. Amare e riamare, riderci sopra, ricordare con la giusta proporzione dei sentimenti. Insomma, non e’ proprio semplice, ma noi siamo quelli li’…”.

 

 

 

 

 

 

 

E in queste parole c’è tutta la distanza dalla generazione legata ai social, che aiuta a capire la peculiarità di questa donna. Tutti la ricordano ancora come la Signorina Snob o la Sora Cecioni. La sua grandezza è nella raffinatezza del suo umorismo, come della sua satira, capace di sedurre gli intellettuali e assieme di conquistare il pubblico popolare. Una carriera senza steccati che va dal teatro ai film, come quelli celebri con Sordi, come Il Vedovo alla tv dei varietà di Antonello Falqui alle sitcom, prima e spesso unica vera comica donna, ai libri.  

 

 

 

Franca Valeri, pseudonimo di Franca Maria Norsa (Milano31 luglio 1920), è un’attrice e sceneggiatrice italiana, di teatro e di cinema, nota per la sua lunga carriera di interprete caratterista in campo sia cinematografico sia teatrale.

Grande appassionata di opera lirica, nella sua lunga carriera si è dedicata anche alla regia operistica (WIKIPEDIA)

 

Vita privata –WIKI

Franca Valeri è stata sposata con Vittorio Caprioli, attore e regista, assieme al quale ha lavorato in teatro e al cinema.

 

 

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FRANCA VALERI E VITTORIO CAPRIOLI

 

I due si conoscono negli anni quaranta, mentre la Valeri recita i suoi monologhi caratteristici a Parigi, e si sposano a Ventimiglia[1] il 16 gennaio 1960, nella chiesa di Sant’Agostino.

 

 

Immagine correlata

 

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CHIESA DI SANT’AGOSTINO A VENTIMIGLIA

 

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FRANCA VALERI CON MAURIZIO RINALDI NEL 1974

 

Successivamente sarà legata per altri dieci anni al direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi, scomparso nel 1995, col quale dà vita al premio intitolato al baritono Mattia Battistini.[1][16]

 

STEFANIA BONFADELLI — LA TRAVIATA, UN DI’ FELICE…

 

Franca Valeri è la madre adottiva della cantante lirica Stefania Bonfadelli.[17]

Vive a Trevignano Romano in una villa sul Lago di Bracciano, che ha donato al WWF.[2][

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA DEL 29 LUGLIO 2018

https://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2018/07/29/news/franca_valeri_98_anni-202804216/?SSID=FDCA2C292F4CD9E05D2AD163B5A7BFACFAAAA075ACF07A006EE4F4347C5F05162A1D41DF6B3A34A1B29196A834E991AAA442C8DA078EB2ED577B467250024C3BF6887BF74DE7BA5F3D3FB115F93FE10EE87F7372CFF5B4FA

 

 

Franca Valeri: “Ho imparato dai classici a raccontare con il sorriso la semplice umanità “.

 

A 98 anni, che compie il 31 luglio, l’attrice continua instancabile a scrivere libri e commedie dettando pagine alle assistenti. “Ho il beneficio di una testa che funziona incessantemente, ma il mio corpo non mi permette di abitare un palcoscenico come ho fatto per tutta la mia vita”

 

 

“Sa, io ho vissuto con Balzac, con Proust. Che privilegio, a ripensarci. Per motivi razziali fummo costretti con la famiglia a riparare in Svizzera, e mentre poi infuriava la guerra io non ho fatto altro che assorbire libri e libri di autori in special modo francesi. Mi sono imbattuta in opere che trasmettevano forza d’animo, una vera coscienza d’essere viva. Ma guardi che non sono esterofila. Molti detestano i cosiddetti pilastri della nostra cultura, e io, che pure ho cercato sempre di contagiare il buon umore, il sorriso e il piacere della comicità, già a scuola adoravo Dante e Manzoni, e aspettavo con ansia l’ora di lettura per godermi le loro pagine, la bellezza della loro tecnica del pensiero. È da questi grandi che ho imparato a scrivere, è a loro che devo la capacità di immediatezza dei miei racconti, dei miei testi teatrali, per i quali mi sono di fatto ispirata anche a un’umanità semplice che osservavo di continuo, che ascoltavo rubando con la gioia d’avere modelli quotidiani a portata di mano” confida con raggiante e composto entusiasmo Franca Valeri, mentre dirige i suoi occhi verso la mia voce non vedendomi. Muove con parsimonia le sue mani curatissime su cui è impresso un solido e fantastico smalto bordeaux, ferma con fatalistica pazienza sulla sua sedia, pettinata con cura solerte e garbata in un abito che è davvero armonioso, in compagnia di due gatti da concorso e del cane Rorò (un Cavalier King Charles) nell’accogliente salone d’ingresso della sua storica casa romana al Fleming, a pochi giorni al novantottesimo suo compleanno che ricorre il 31 luglio.

 

 

VIDEO CONTRIBUTO — 19,20

 blob:https://video.repubblica.it/6e8cfcc7-b1c4-46ae-9d01-5322462b620a

 

“Sa, un attore comico ha la fortuna di fare affidamento su compagni simpatici: i propri personaggi e, quando succede, i propri colleghi di lavoro. Figuriamoci io che ho avuto la fortuna straordinaria d’avere accanto, anche come marito per quindici anni, uno come Vittorio Caprioli, godendo all’inizio giorno per giorno dell’esperienza artistica del Teatro dei Gobbi con Alberto Bonucci e poi con Luciano Salce. Un sodalizio che m’ha spinta a buttar giù copioni, a comporre dialoghi, ad assumere un ruolo da compositrice, aprendomi pure una strada nel cinema, da sceneggiatrice”. Ha scritto sempre, Franca Valeri, ha scritto parti da interpretare, ha scritto volumi da sfogliare, ha scritto per film da godersi e da riscoprire, ha scritto nel 2010 una (parziale) autobiografia che è Bugiarda no, reticente (“Diceva così mia madre, di me, avendo capito benissimo che parlavo tanto ma non dicevo mai tutto”), e sta scrivendo adesso a quasi cent’anni la sua ennesima commedia ancora incompiuta, e il suo prossimo libro ben annunciato, ben strutturato, ben titolato (Il secolo della noia), ben portato avanti.

 

 

21 FOTO DI FRANCA VALERI

http://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2018/07/29/foto/franca_valeri_dalla_signora_cecioni-202873170/1/

 

 

“Il gran rammarico è quello di non avere più rapporti con la calligrafia, con la stesura materiale delle idee, ma supplisco dettando le pagine a generose assistenti. D’altronde è quasi più grave la rinuncia forzata alle letture, perché lo stato della mia vista m’ha privato d’ogni autonomia. Una faccenda insopportabile, per una come me abituata perennemente a consultare, scorrere, ottenere un’intima compagnia dalle letterature di tutti i tempi. Devo tutt’al più far ricorso ad altri affinché leggano per me”. Ci tiene a precisare che questa perdita d’indipendenza non alimenta alcuna sfumatura autoritaria nei suoi comportamenti. “Sono sempre stata ordinata, mettevo a posto tutto il più possibile da sola, e ora che non distinguo e non sono più mobile sarò diventata tutt’al più un po’ pretenziosa, ma mi circondo di giovani come Simone, che mi accudisce, mi accompagna. L’ipotesi di due vecchie, io e un’altra signora badante? No davvero”.

La lontananza che avverte di più è quella del teatro. “Ho il beneficio di una testa che funziona incessantemente, ma il mio corpo non mi permette di abitare un palcoscenico come ho fatto per tutta la mia vita. Sono due anni che non recito. E mi manca, mi manca tantissimo. L’ultima volta, nel mio testo Il cambio dei cavalli facevo un personaggio seduto. Ora sono tentata di includere un cammeo che mi faccia ritornare anche per un tempo limitato sotto i riflettori, sempre come donna seduta, nella commedia che ho quasi finito”. Che fenomeno senza limiti, questa artista: la stiamo incontrando, senza enfatizzare la cosa, per uno dei suoi formidabili traguardi anagrafici, ma potremmo, anzi possiamo parlare con lei nelle sue vesti di attivissima autrice della scena e della cultura su carta. “Per il teatro ho quasi terminato di mettere a punto un copione, Le mamme alte, pensando a potenziali attori amici. Una delle due madri di bella statura dovrebbe poter essere Orsetta de Rossi. Poi c’è un comune figlio adottivo, nei cui panni immagino Urbano Barberini, a sua volta genitore di un bambino che fa di nome Mario, un nome poco moderno (il caso vuole che nella vita reale Barberini, sposatosi ad aprile, sia dal mese scorso padre di un neonato battezzato Maffeo, ndr). E c’è la figura di una ragazza. La messinscena vorrei che l’accettasse Stefania Bonfadelli, già cantante lirica e ora regista, mia vera figlia adottiva. Lo so che è difficile produrre un nuovo spettacolo. E mi rendo conto di avere un potere attrattivo meno militante del passato”.

 

 

21 FOTO DI FRANCA VALERI :: STANDING OVATION A SANREMO

http://www.repubblica.it/speciali/sanremo/edizione2014/2014/02/19/foto/franca_valeri_e_all_ariston_torna_la_signora_cecioni-79101470/1/

 
Se ci spostiamo sul tema del libro in cantiere Il secolo della noia, affiorano amarezze e speranze. “Le confesso che con questo ritratto dei primi diciotto anni del terzo millennio avrei voluto raccogliere e diffondere certi meccanismi inclini a suscitare le risate cui io per natura tengo molto, e però riflettendo su ciò che incombe su di noi dall’anno 2000 a oggi non ho trovato contributi geniali, tendenze piacevoli, valori divertenti. Il Novecento, anche se ha avuto cadute drammaticissime, ha offerto occasioni assai più illustri e fondative. Non sono malinconica, ma piuttosto pessimista. Nel libro non metterò nomi e cognomi, ma tratterò condizioni umane, citerò argomenti sociali, richiamerò delusioni culturali. L’assenza di traguardi e di orizzonti può preoccupare. Ma niente esclude che nascano prospettive ora impensabili”.

Se non è la civiltà del 2000 a entusiasmarla, è il teatro a garantire sempre una misteriosa gioia a Franca Valeri. A riprova di questo, il suo ultimo sforzo letterario La stanza dei gatti, edito da Einaudi l’anno scorso, elegge il teatro a persona, a personaggio che non tramonterà mai. “Moriva Carlo Magno, moriva Ermengarda… Sono secoli che la gente muore. Lui mai”. “Il teatro è anche più forte dell’amore, nella tua vita prenderà un posto più importante di qualsiasi uomo. Forse anche di un figlio”. “Renata, la mia donna di servizio che la sera faceva la guardarobiera al teatro Valle, quando entrava in casa per me entrava il teatro”. Ma l’aneddoto più spassoso, proprio ridanciano, è quello che lei stessa ripete a voce, su Gino Cervi. “In tempi passati si imparavano quattro o cinque commedie per recitarle una dopo l’altra. Il suggeritore suscitava episodi comici. Gino Cervi, attore bravo e spiritoso, gli parlava senza che il pubblico se ne accorgesse. Gli diceva: ‘Ma sei sicuro? Mi pare che ieri dicevo un’altra cosa. Va bene, va bene, come vuoi tu’, e i compagni di scena morivano dalle risate”.

 

 

PARIGI O CARA, ALLA CASA DEL CINEMA DI ROMA, UNA SERATA IN OMAGGIO A FRANCA VALERI–3,11

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La politica e il teatro non l’hanno mai persuasa d’un buon rapporto. “Una serata con alcuni politici in platea è certamente una serata disgraziata: è gente che da una parte è colpevole verso il teatro, dall’altra pensa a tutt’altro”. Se deve ricordare un artista collega, ricorda istintivamente Alberto Sordi. “L’ho adorato. Lui recitava per conto suo. Eravamo a contrasto. Perfetti”. Ma non a caso un suo dolcissimo ed esemplare libro del 2005 è intitolato Animali e altri attori. “I gatti eccitano la mia fantasia. Tra i cani, Rorò è una persona, è presente, si accorge di tutto. Sopportano le cose dell’uomo. Sono fiera di aver creato una Franca Valeri onlus per accogliere i randagi a Trevignano, e di portare avanti una pubblicazione per loro, La repubblica delle code, che ora circola solo online”.

Siamo riusciti a non parlare mai del suo compleanno, avendo io intuito la sua allergia ai festeggiamenti, anche se il 31 luglio sarà ospite d’onore al Festival Tivolichiama di cui è madrina (promosso da Barberini in veste di assessore alla Cultura), a Villa d’Este, per Auguri Franca, con gli amici Urbano Barberini, Pino Strabioli, Orsetta de Rossi, Paola Minaccioni, Edoardo Albinati, Francesca D’Aloja, Gabriella Franchini, Cinzia Mascolo, Daniela Terreri. “Vede, mia madre ci proibiva che ricordassimo la scadenza del suo compleanno, e l’unica scappatoia era quella di farle un regalo per il suo onomastico, per Santa Cecilia”.

 

 

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