ANSA.IT +++ REPUBBLICA DEL 22 SETTEMBRE 2019 DI LAURA MONTANARI ::: Tortura, quindici agenti indagati dopo il pestaggio di un detenuto. Il caso nel carcere di San Gimignano.

 

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ANSA.IT — 22 SETTEMBRE 2019, ore 10,59

http://www.ansa.it/toscana/notizie/2019/09/22/pestaggio-in-carcere-da-dap-inchiesta-su-15-agenti_05e44ad5-d98b-45ac-a2c9-7b4bdfb0de54.html

 

 

Pestaggio in carcere, da Dap inchiesta su 15 agenti

4 subito sospesi. Pm Siena contesta anche il reato di tortura

 

 

foto ansa archivio

 

 

“Sospensione immediata” per i quattro poliziotti penitenziari destinatari di provvedimento di interdizione da parte dell’autorità giudiziaria e “doverose valutazioni disciplinari” per i quindici che hanno ricevuto un avviso di garanzia. Lo ha disposto il Dap informato dalla Procura della Repubblica di Siena che indaga, come riporta La Repubblica, su un episodio di pestaggio ai danni di un tunisino che sarebbe avvenuto nel carcere di San Gimignano. Agli agenti in servizio è stato contestato anche il reato di tortura.

 L’indagine definita dal Dap “complessa e delicata”, ha interessato 15 poliziotti penitenziari in servizio nel carcere di San Gimignano e trae origine dalla denuncia fatta da alcuni detenuti su presunti pestaggi avvenuti all’interno del’istituto toscano. Le accuse formulate dalla Procura di Siena vanno dalle minacce alle lesioni aggravate, al falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale, alla tortura.
    Nell’avviare l’iter dei provvedimenti amministrativi di propria competenza, il Dap confida “in un accurato e pronto accertamento da parte della magistratura”, ma al tempo stesso esprime “la massima fiducia nei confronti dell’operato e della professionalità degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria che svolgono in maniera eticamente impeccabile il loro lavoro”.

 

 

REPUBBLICA DEL 21 SETTEMBRE 2019

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/09/21/news/tortura_quindici_agenti_indagati_dopo_il_pestaggio_di_un_detenuto-236608380/?ref=drac-1

 

 

Approfondimento Sicurezza

Tortura, quindici agenti indagati dopo il pestaggio di un detenuto

Il caso nel carcere di San Gimignano. La vittima non ha voluto spiegare i segni sul volto: “Una caduta”. Sono stati alcuni camorristi a raccontare dei calci e dei pugni. Quattro sorveglianti subito sospesi dal servizio

FIRENZE – Per trasferirlo da una cella all’altra del carcere di San Gimignano, in provincia di Siena, sono andati a prenderlo in quindici: fra agenti e ispettori di polizia penitenziaria. Indossavano tutti i guanti. Pomeriggio dell’11 ottobre 2018. Lui, un cittadino tunisino di 31 anni, pensava di andare a fare la doccia, aveva le ciabatte ai piedi e un asciugamano al braccio. Invece è stato trascinato per il corridoio del reparto isolamento, picchiato con pugni e calci. “Gli hanno abbassato i pantaloni”, lui “è caduto” e hanno continuato a picchiarlo. “Sentivo le urla” racconta un detenuto, “poi lo hanno lasciato svenuto” in un’altra cella. Nell’ordinanza si parla di “trattamento inumano e degradante”, di “violenza” e “crudeltà”. Quindici guardie, agenti, ispettori e assistenti sono indagati dalla procura di Siena per il reato di tortura.

È uno dei primi casi contestati da che il reato è entrato in vigore due anni fa, il primo che riguarda pubblici ufficiali. Quattro sono i poliziotti sospesi dal servizio per quattro mesi secondo quanto disposto dal gip Valentino Grimaldi. La pm, Valentina Magnini aveva chiesto anche gli arresti domiciliari che invece non sono stati concessi. Il detenuto tunisino non ha mai denunciato il pestaggio, ha rifiutato di farsi visitare dai medici. E quando gli hanno chiesto del taglio sul sopracciglio ha detto di essere caduto in cella. Chi indaga pensa che lo abbia fatto per paura.

A raccontare prima a un’operatrice penitenziaria, poi a scrivere direttamente delle lettere al tribunale di sorveglianza sono stati altri detenuti che si trovavano l’11 ottobre 2018 in quello stesso braccio dell’isolamento. Da lì partono le indagini. Cinque, tutti provenienti dalla sezione alta sicurezza, quindi in carcere per reati gravi. Camorristi e trafficanti di droga. Uno di questi (in isolamento perché trovato con un cellulare in cella, cosa vietata dal regolamento carcerario) ha riferito di aver assistito al pestaggio dallo spioncino e di essere stato colpito da una guardia con un pugno alla fronte: due giorni di prognosi. Altri hanno raccontato di minacce da parte delle guardie: “Adesso vi facciamo vedere chi comanda a San Gimignano”. O di frasi, contro il detenuto tunisino: “Perché non te ne torni al tuo paese?” “Non ti muovere o ti strangolo”, “ti ammazzo”. Ad aiutare gli inquirenti nella ricostruzione di quanto accaduto, ci sono le immagini delle telecamere, benché siano schermate dai corpi degli agenti e le intercettazioni. Fra i reati contestati agli agenti, ci sono le minacce, le lesioni e anche la falsità ideologica per aver tentato di “addomesticare” i rapporti e seppellire le prove del pestaggio con pressioni e intimidazioni.

Quello che sembra emergere dai fogli dell’inchiesta è che non si sarebbe trattato di un episodio isolato, se è vero quello che sostengono alcuni detenuti: “Noi del reparto isolamento per paura dormivamo a turno, cioè uno di noi rimaneva sveglio per avvisare gli altri, per non essere presi alla sprovvista, nel sonno in caso fosse arrivato qualcuno del personale a compiere atti di aggressione. Così non si poteva andare avanti”. Per questo in cinque scrivono al tribunale di Siena e al magistrato di sorveglianza: hanno paura. Puntano l’indice su una guardia in particolare soprannominata “lo sfregiato”. Riferiscono anche di altri soprusi: lettere mai spedite, sequestri di effetti personali (“dal bagnoschiuma alle pentole”), del prolungamento dei tempi nelle celle di isolamento. Insomma un clima teso, incattivito, strano.

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1 risposta a ANSA.IT +++ REPUBBLICA DEL 22 SETTEMBRE 2019 DI LAURA MONTANARI ::: Tortura, quindici agenti indagati dopo il pestaggio di un detenuto. Il caso nel carcere di San Gimignano.

  1. Donatella scrive:

    Le violenze a persone inermi sono tra i crimini più schifosi che un essere umano può compiere. Speriamo che non venga tutto insabbiato, come succede spesso in questi casi.

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