FRANCESCA BORRI, Siamo noi italiani i migranti di cui parlare — IL FATTO QUOTIDIANO DEL 25 LUGLIO 2018 — purtroppo sempre attuale perché le cose in un anno sono solo andate avanti…++ Casciana Terme e i borghi da amare…

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 25 LUGLIO 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/25/siamo-noi-italiani-i-migranti-di-cui-parlare/4515188/

 

Francesca Borri

Francesca Borri

Corrispondente di guerra

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LAVORO & PRECARI– 25 LUGLIO 2018

 

Siamo noi italiani i migranti di cui parlare

Siamo noi italiani i migranti di cui parlare

“E certo che ho votato Salvini! Non sono razzista. Ma è un’invasione, qui. Un’invasione! Non so come sopravviveremo”, mi dice uno dei clienti del caffè in piazza a Casciana Terme. Ogni volta che torno a casa mi si avvicinano per chiedermi di scrivere di questo e di quello e di fare giustizia, anche se poi nessuno legge più i giornali. Fuori, una ragazza romena passeggia sottobraccio a una signora con il cappello. Le badanti, qui, sono le uniche straniere. E senza, non so come sopravviveremmo.

“Non sono razzista. Ma sono stato un imprenditore tutta la vita e ti garantisco che così andremo in bancarotta”, mi dice. E in effetti. Non ha mai pagato le tasse. Mai. Altrimenti, dice, lo Stato mi avrebbe strangolato. Come potremmo non andare in bancarotta?

Tanti mi domandano: perché non scrivi dei migranti? Perché è quello che vogliono. Vogliono che parliamo dei migranti, invece che dei problemi veri. Che non sono problemi solo italiani. E il problema è proprio questo. Che sempre di più, lo Stato nazionale è inadeguato a fronteggiare sfide che trascendono i suoi confini. E i suoi poteri.

Da quando per le imprese è diventato facile trasferire la produzione altrove, in paesi in cui i salari (e spesso anche i diritti) sono minori, è iniziata una corsa al ribasso senza fine. Mentre l’evoluzione tecnologica, intanto, riduce sempre più il numero dei lavoratori – quando è stata comprata da MarkZuckerberg, per 19 miliardi di dollari, Whatsapp aveva 55 dipendenti. E in tutto questo, controlli zero e connivenze favoriscono le speculazioni degli squali della finanza. Speculazioni che alla fine, periodicamente, siamo chiamati a pagare noi, salvando le banche a nostre spese. Perché i manager, invece di essere puniti, vengono premiati. Ormai, guadagnano il 434 per cento in più dei loro dipendenti. Che sempre più spesso, invece, lavorano, e non campano: in Italia, l’11,7 percento resta sotto la soglia di povertà.

Se non parlo di migranti è perché è di questo che bisogna parlare. Ma sono cose su cui il governo non ha niente da dire. Dopo 30 giorni, e sette Consigli dei ministri, non ha approvato che due decreti. E su questioni di ordinaria amministrazione.

 

Lavoretti. Così la «sharing economy» ci rende tutti più poveri

Prezzo: 14€

 

Uno dei giornalisti che leggo di più è Riccardo Staglianò. Perché fa reportage. Sta per strada e quindi racconta le storie che contano. E non a caso, quello di cui si occupa più spesso è proprio questo. Quelle cifre su Whatsapp vengono dal suo ultimo libro, che si intitola Lavoretti: quello che l’economia di oggi offre alla mia generazione. In cui, in teoria, siamo tutti imprenditori di noi stessi. Anche il tassista Uber che neppure conosce il nome dei suoi clienti, e dorme nel parcheggio di un centro commerciale per fare più corse, e di inverno, si sveglia ogni tre ore per accendere il riscaldamento: con i barboni che lo osservano perplessi dal finestrino.

Non siamo liberi: siamo sfruttati e basta. Con una partita Iva solo perché altrimenti, con un contratto, l’azienda dovrebbe pagarci i due terzi dei contributi. Così, invece, paghiamo tutto noi. Senza indennità di malattia, senza ferie: senza mezzo diritto. Stiamo andando a schiantarci dritti contro un muro. La capacità di spesa crolla, crolla il consumo: e crolla la produzione. E tutto questo perché? Perché gli “afri-cani” raccolgono arance a Rosarno per 15 ore a 15 euro, e ci rubano il lavoro, o forse perché in questi anni i maghi dell’elusione fiscale hanno consentito alle prime 50 aziende americane di occultare 1,3 trilioni di dollari?

E per ogni dollaro di tasse, ricevono 27 dollari di aiuti statali. Nel 2016, in Italia sono arrivati 181mila stranieri. E sono andati via 285mila italiani. Nell’elenco dell’OCSE dei paesi di origine dei migranti, l’Italia è ottava. Dopo la Cina, la Siria, la Romania, la Polonia, l’India, le Filippine, e il Messico. Siamo noi, oggi, in Italia, i migranti di cui parlare.

 

 

Tutti i dati contenuti nel post sono tratti dagli ultimi due libri di Riccardo Staglianò: “Lavoretti”, Einaudi 2018 e “Al posto tuo, sull’innovazione tecnologica”, Einaudi 2016

 

Al posto tuo. Così web e robot ci stanno rubando il lavoro - Riccardo Staglianò - copertina

Al posto tuo. Così web e robot ci stanno rubando il lavoro

Riccardo Staglianò

Articolo acquistabile con 18App Carta del Docente
Editore: Einaudi
Anno edizione: 2016
In commercio dal: 16 febbraio 2016
Pagine: VI-256 p., Brossura

18 EURO PREZZO PIENO

 

Qual è l’ultima volta che avete comprato un biglietto del treno allo sportello invece di farlo online? O un cd in un negozio di dischi? O che avete messo piede in banca? Non siete i soli. Il risultato individuale è una maggiore convenienza immediata, quello collettivo è la fine di quei lavori. È una schizofrenia che ci riguarda tutti. Le macchine hanno sempre rimpiazzato gli uomini. Prima però lo facevano nei compiti pesanti, colpendo i colletti blu. Ora sostituiscono il lavoro dei colletti bianchi. In passato l’aumento della produttività dato dalla tecnologia si trasformava in piú ricchezza per la società: se uno perdeva il lavoro in manifattura ne trovava un altro nei servizi. Ormai le macchine corrono troppo forte e distruggono piú posti di quanti non riescano a creare. Web e robot, dunque, dopo globalizzazione e finanza, stanno uccidendo la classe media. Perché piú le macchine diventano a buon mercato, piú gli esseri umani sembrano cari in confronto. Questo libro è un viaggio in un futuro che è già arrivato, a cui stiamo pagando un prezzo cruento, ma dall’esito non inevitabile. A patto che ce ne rendiamo conto, prendendo delle radicali contromisure.

 

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TOSCANADAY  :: BORGHI DELLA TOSCANA DA AMARE

Ai confini della meraviglia, è la volta di ‘Toscana, Borghi da Amare’

 

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1 risposta a FRANCESCA BORRI, Siamo noi italiani i migranti di cui parlare — IL FATTO QUOTIDIANO DEL 25 LUGLIO 2018 — purtroppo sempre attuale perché le cose in un anno sono solo andate avanti…++ Casciana Terme e i borghi da amare…

  1. Donatella scrive:

    Sembra che qualcuno, dall’alto, abbia disegnato questo borgo, per la gioia di tutti noi.

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