MATTEO PUCCIARELLI, Le sardine. Sono anti Lega e di sinistra spuntano da Torino a Palermo. “I partiti restino fuori”–REPUBBLICA DEL 20 NOVEMBRE 2019 –pag. 10-11

 

REPUBBLICA DEL 20 NOVEMBRE 2019 –pag. 10-11

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POLITICA

Le sardine

Sono anti Lega e di sinistra spuntano da Torino a Palermo “I partiti restino fuori”

di Matteo Pucciarelli

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MILANO — A un certo punto i creatori della pagina Facebook “L’arcipelago delle sardine”, passati da 965 (lunedì) a 46 mila iscritti (ieri sera), si sono posti la fatidica domanda: «Non è che la cosa ci sta scappando un po’ di mano?». Sardine, acciughe, alici, fravagli, ogni declinazione possibile in salsa locale del pesce azzurro si trasforma in una chiamata in piazza, antifascista e anti-leghista. Pesciolini che si muovono in gruppo e non abboccano all’amo della martellante propaganda sovranista.

 

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«Volevamo che il messaggio Bologna andasse oltre ai confini dell’Emilia- Romagna e poi è importante provare a mettere in rete un mondo in subbuglio e senza rappresentanza politica diretta, facendo partire tutto dal basso, senza che nessuno ci metta il cappello sopra», racconta Susy Iovieno, in passato impegnata in iniziative di solidarietà nei confronti dei migranti alla stazione centrale di Milano e ideatrice dell’”arcipelago” assieme ad altri due amici. Cosa c’entra con le sardine? Tutto e niente, è lo spontaneismo dei fenomeni social, spesso inspiegabile ragionando secondo i canoni tradizionali. I numeri, intanto: “6000sardine”, la primissima pagina su Facebook, conta 48 mila mi piace e 52 mila follower. Gli organizzatori dell’evento bolognese, dopo giorni di assedio mediatico anche malevolo, consigliano così i possibili e futuri emuli: «State attenti a esporvi, mettete profili privati, cambiate (e rafforzate) le password di tutti gli account e-mail e social e siate cauti nel rilasciare interviste. Per tutti gli aspiranti organizzatori: siete preziosi, ma proprio perché vi vogliamo bene non abbiate fretta. Prendete contatto con noi, aspettate a lanciare nuovi flash mob perché andrete incontro a un sacco di rischi e la vostra vita privata rischia di essere compromessa. Queste sono solo alcune delle lezioni apprese in pochi giorni di partecipazione alla vita democratica del paese. È uno schifo ma del resto è anche colpa nostra che ci siamo svegliati così tardi».

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Il gruppo di Torino conta 31 mila membri (tra loro anche suor Giuliana Galli, ex vicepresidente della Compagnia di San Paolo), i romani 20 mila, le “sardine vagabonde” 18 mila. Fuori da internet, nel mondo in carne e ossa, dopo i successi di Bologna e Modena, domani tocca alle sardine di Sorrento, dove non a caso è atteso un comizio di Matteo Salvini; il 23 a Reggio Emilia, il 24 a Rimini, il 25 Parma, il 28 a Genova, il 30 appuntamento a Firenze e Napoli, il 1° dicembre Milano; si parla del 14 o 21 dicembre a Roma, anche a Torino data da comunicare a dicembre, a Taranto — altro capoluogo simbolico — potrebbe essere il 7 dicembre.

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L’organizzazione è un po’ casuale ma semplicissima, a costo zero, veicolata via social: ci si vede in piazza, «invitate amici, conoscenti, tutti quelli che vogliono dire basta alla politica dell’intolleranza e dell’odio», si legge nell’appello dei lombardi.

 

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Niente bandiere di partito, non perché siano vietate in sé ma perché non sembrano interessare a nessuno; «le sardine hanno testa e poca pancia. Non ragionano come gli uomini. Non hanno bisogno di un comandante, di urlare e insultare (…) Sarà arte e libertà, anarchia e potenza, sarà follia e bellezza», scrivono i riminesi.

 

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Ma va poi detto che chi mette in piedi l’evento locale nelle varie città non è mai del tutto a digiuno di politica. È un attivismo fatto di ex iscritti delusi ai partiti e giovani che sanno maneggiare immagini, linguaggi e opportunità nel mare aperto social. La sinistra per ora osserva incuriosita, volendo c’è tutto da imparare.