MUDEC, MUSEO DELLE CULTURE.MILANO::: IMPRESSIONI D’ORIENTE, SCAMBI ANCHE RECIPROCI, TRA OCCIDENTE E GIAPPONE–ARTE E NON SOLO ARTE ++ VIDEO

 

 

Video del MUDEC che presenta la mostra :  dal 1-10-2019 al  02-02-2020

 

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 https://www.youtube.com/watch?v=mHqEqtHjIb0

 

 

 

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  • Luogo: MUDEC – MUSEO DELLE CULTURE
  • Indirizzo: Via Tortona 56 20144 – Milano – Lombardia
  • Quando: dal 30/09/2019 – al 02/02/2020
  • Vernissage: 30/09/2019 su invito
  • Curatori: Paola Zatti, Flemming Friborg
  • Generi: arte moderna
  • Orari: Lun 14.30 ‐19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 ‐ 19.30 | Gio, Sab 9.30‐22.30 Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
  • Uffici stampa: 24 ORE CULTURA – GRUPPO 24 ORE

COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 16, ridotto € 14, 3-5 anni € 6, 6-13 anni € 10

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 02 54917

E-MAIL INFO: info@mudec.it

SITO UFFICIALE: http://www.mudec.it

 

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Comunicato stampa

 

“L’intero Giappone è pura invenzione. Non esiste un Paese simile, non esiste gente del genere…I giapponesi sono semplicemente una moda, una pura tendenza artistica.”Oscar Wilde, Intenzioni (1889), vol. 7

 

La storia del gusto occidentale per l’Asia Oriente è la storia di un’ossessione di lunga durata. La mostra Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone ripercorre la profonda fascinazione che il Giappone ha esercitato sulla cultura occidentale e approfondisce le dinamiche dei complessi scambi artistici tra il 1860 e il 1900

 

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Attingendo a una tradizione di studi che abbraccia i contributi più originali del XIX secolo e quelli più recenti, la mostra indaga quattro sezioni fondamentali:

– il Giapponismo tra realtà e fantasia, ovvero le posizioni artistiche, letterarie e filosofiche del XIX secolo- da Oriente a Occidente. Le ispirazioni giapponesi nell’arte italiana e francese tra il 1860 e il 1900

 

 

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– Import/Export: gli scambi globali- Il Giapponismo italiano. L’analisi storico-artistica riserva una particolare attenzione al contesto di relazioni commerciali, avventure imprenditoriali e forte curiosità globale caratteristici dell’epoca. Nel variegato contesto del gusto internazionale per il Giappone e della sua influenza sulle arti, la mostra si focalizza sui maggiori artisti italiani ed europei che hanno subito l’incanto del Giapponismo: da De Nittis a Rodin, da Chini a Induno, da Van Gogh a Gauguin e Fantin-Latour, da Toulouse-Lautrec a Monet, esponendo alcuni dei capolavori assoluti dell’epoca. Sarà approfondita la relazione tra l’arte europea e quella giapponese e il livello di comprensione dell’arte nipponica, sia nella teoria estetica che nella pratica, per capire fino a che punto il Modernismo abbia fatto uso di stili e tecniche giapponesi nella sua ricerca di nuovi linguaggi e strumenti, per aprirsi al futuro in un mondo in rapido cambiamento. Saranno esposte in mostra anche opere di diverse scuole e movimenti artistici giapponesi tra 1890 e 1930, raramente esposte o contestualizzate. L’obiettivo è quello di mostrare come le arti si siano evolute anche in Giappone dopo la riapertura Meiji all’Occidente: sicuramente infatti vi fu anche in Giappone una grande fascinazione per l’Occidente e la modernità. Seguiremo quindi i “viaggiatori della seta”, artisti e artigiani italiani che raggiunsero il Paese del Sol Levante tra il 1872 e il 1880 quali ospiti ufficiali, e che per primi ne subirono il fascino iniziando a collezionarne i manufatti e contribuendo così a diffondere un nuovo gusto collezionistico in Europa. In particolare la mostra prenderà in esame il Giapponismo italiano. Nel più ampio contesto del gusto internazionale per il Giappone e della sua influenza sulle arti, come tendenza concentrata soprattutto a Parigi, la mostra si focalizzerà sui maggiori tra gli artisti italiani che caddero nell’incanto del Giapponismo, come Giuseppe De Nittis, Galileo Chini, artista profondamente affascinato dall’Oriente, Vincenzo Gemito, Federico Zandomeneghi e Giovanni Segantini, attivo interprete di immagini che facevano uso di questi stimoli. Tra i maggiori promotori della conoscenza dell’arte giapponese presso gli artisti italiani ci fu il grande collezionista Enrico Cernuschi (1821 – 1926), patriota, viaggiatore, uomo d’affari e raffinato amante dell’arte, tanto da fondare il museo Cernuschi, attualmente il secondo museo più importante in Francia dedicato alle arti dell’Asia Orientale. La sua esperienza di raffinatissimo collezionista non può essere quindi trascurata nella ricostruzione di un fenomeno come quello del Giapponismo.

 

 

 

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A cura di:

Flemming Friborg, docente di storia dell’arte all’Università di Copenhagen, Chevalier des Arts et Lettres, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Già direttore della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen (2002-2017), sta conducendo un progetto di ricerca sull’Impressionismo e le sue fonti.

 

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Paola Zatti, conservatore della GAM (Galleria d’Arte Moderna) di Milano, per la quale ha curato un riordino delle collezioni, ha collaborato con numerose istituzioni pubbliche e private e partecipato alla realizzazione di diverse esposizioni sull’Ottocento italiano.A corredo di entrambe le mostre saranno presentati due cataloghi, editi da 24 ORE Cultura, con importanti materiali inediti e di ricerca che approfondiscono puntualmente i temi principali connessi alle due esposizioni e che vedono la stretta collaborazione tra 24 ORE Cultura, Comune di Milano, il MUDEC – Museo delle Culture e la Fondazione Trivulzio.

 

 

 

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LA MOSTRA AL MUDEC

 

 

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Gerolamo Induno, <em>La giapponesina</em>, 1880-1885, Olio su tela, 45 x 34.8 cm, Collezione privata | Courtesy of Enrico Gallerie d'Arte, Milano | Foto: © Enrico Gallerie d'Arte, Milano

© Enrico Gallerie d’Arte, Milano | Gerolamo Induno, La giapponesina, 1880-1885, Olio su tela, 45 x 34.8 cm, Collezione privata | Courtesy of Enrico Gallerie d’Arte, Milano | Foto: © Enrico Gallerie d’Arte, Milano

IL SOLE 24 ORE–26 LUGLIO 2019

https://www.ilsole24ore.com/art/europa-e-giappone-s-incontrano-mudec-milano-ACvXvEb?refresh_ce=1

 

 

ARTE, CIVILTÀ, STORIE

Europa e Giappone s’incontrano al Mudec di Milano

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di Maria Luisa Colledani

 

 

Il 25 luglio 1585, arrivano a Milano quattro giovani giapponesi: sono i primi ambasciatori del Sol Levante in Europa. Sono cristiani, al seguito dei gesuiti, e sono in viaggio nel Vecchio continente da tre anni. Dalle righe di Urbano Monte, nel suo Compendio storico delle cose notabili di Milano, sono passati 434 anni, ma la meraviglia che il Giappone suscita ancora oggi è immutata.

 

 

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Su questa onda che unisce gli estremi del mondo, in uno straniamento che diventa spesso passione travolgente, si concentrerà la prossima stagione del Mudec di Milano. E non solo perché il Giappone è ormai meta amatissima: poco più di 10 milioni di turisti nel 2013, quasi 29 milioni del 2017. Il programma autunnale del Museo delle culture, guidato da Anna Maria Montaldo, sarà all’insegna di “Oriente Mudec”, un percorso fatto di due grandi rassegne: “Quando il Giappone scoprì l’Italia. Storie di incontri (1585-1890)” e “Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone”. Il progetto, coordinato da esperti internazionali, dai conservatori del Mudec e della Gam di Milano, dal professor Flemming Friborg e dallo staff di 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, è un Grand tour, che dal 1° ottobre 2019 al 2 febbraio 2020, racconterà come il favoloso Cipango arriva in Europa e ne cambia gusto e percorsi artistici.

 
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La sezione “Quando il Giappone scoprì l’Italia. Storie di incontri (1585-1890)”, curata da Corrado Molteni con un ampio gruppo di studiosi, si apre con l’arrivo dei quattro ambasciatori in Italia. Attraggono la curiosità di tutti, tanto che Venezia chiede a Tintoretto di rappresentarli e in mostra ci sarà il ritratto di uno dei quattro giovani, firmato probabilmente dal figlio Domenico Tintoretto. Questa ambasciata, dalle motivazioni religiose ed economiche, segna l’incontro fra Oriente e Occidente, nasce il desiderio di conoscere la geografia di un Paese lontano (molte le mappe esposte, con documenti d’epoca) e anche le tecniche artistiche, abbinate poi al gusto occidentale. Sembra un incontro già scritto, con reciproci scambi, ma tutto si ferma quando il Giappone sceglie l’isolamento (1639-1853). Poi, l’innamoramento fiorisce in modo definitivo con preziose collezioni, come quella del conte Giovanni Battista Lucini Passalacqua, di cui il Mudec proporrà 150 oggetti. Lacche, bronzi, tessuti, porcellane, armi da parata: i due mondi si mescolano e trovano nuove strade di cui si vedranno gli esiti artistici nella sezione “Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone”, curata da Flemming Friborg e Paola Zatti. Il giapponismo è una realtà in tutta Europa fra 1860 e 1900 e il collezionismo è ben più di una passione, come dimostrano i raffinati oggetti in prestito dal museo parigino Cernuschi.

 

 

 

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Ma il profumo d’Oriente del progetto non si ferma all’arte. Negli spazi comuni del Mudec si respirerà Oriente. In collaborazione con LabSolue, il laboratorio di profumi che si trova nell’Hotel Magna Pars Suites, saranno proposte fragranze vicine alla cultura orientale per una immersione totale nei silenzi e nella contemplazione del bello.

 

 

 

Infine, accanto a tanto Oriente anche molto Occidente: dal 16 ottobre al 15 marzo 2020 Mudec Photo presenta “Elliott Erwitt. Family”, rassegna promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE. È stato lo stesso fotografo americano, alle soglie dei 91 anni, con Biba Giacchetti, a selezionare 60 scatti per raccontare come il concetto di famiglia sia cambiato nei suoi 70 anni di carriera e per coinvolgere tutti i visitatori, ognuno con la propria idea di famiglia. Nessuna esclusa

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1 risposta a MUDEC, MUSEO DELLE CULTURE.MILANO::: IMPRESSIONI D’ORIENTE, SCAMBI ANCHE RECIPROCI, TRA OCCIDENTE E GIAPPONE–ARTE E NON SOLO ARTE ++ VIDEO

  1. Donatella scrive:

    Che grazia nelle figure orientali o orientaleggianti!

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