VICENZA, ALLA BASILICA PALLADIANA:: MOSTRA :: ” RITRATTO DI DONNA. IL SOGNO DEGLI ANNI VENTI E LO SGUARDO DI UBALDO OPPI “. OGGI ANTEPRIMA STAMPA :: aperta al pubblico dal 6 dicembre al 13 aprile 2020

 

 

 

 

 

Vicenza. Mostra: ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi

 

 

 

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terrazzo della Basilica Palladiana

 

 

 

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Basilica Palladiana, Arco dei Zavatteri e Torre del Tormento – Vicenza

 

 

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Ubaldo Oppi (col basco) davanti alla chiesa tra il poeta Adolfo Giuriato ( a sinistra) e il prof. Giulio Fasolo. DAL LIBRO “OPPI E IL NOVECENTO” DI F.BARBIERI

UBALDO OPPI, IN CENTRO, COL BASCO–ANNI ’30

 

vicenzapiù.com

https://www.vicenzapiu.com/leggi/ritratto-di-donna-il-sogno-degli-anni-venti-e-lo-sguardo-di-ubaldo-oppi/

 

 

Inaugurata in Basilica palladiana la mostra “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi”

Di

 Comunicati Stampa

 –

5 Dicembre 2019

 

 
Da sinistra: Portinari, Rucco, Siotto

 

E’ stata presentata oggi la mostra “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi” in Basilica palladiana alla presenza del sindaco Francesco Rucco, dell’assessore alla cultura Simona Siotto e della curatrice Stefania Portinari.

 

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UBALDO OPPI, RITRATTO DI DONNA

 

 

L’amicizia femminile, il sogno, il doppio riflesso nello specchio, il rapporto tra il pittore e la modella, donne fiere al punto da divenire feline, la nostalgia di paradisi perduti, ma anche la crudezza della realtà, sono i temi centrali della mostra.

 

 

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UBALDO OPPI

 

 

Dipinti meravigliosi, abiti bellissimi, gioielli, sogni di esotismo, desideri di viaggi e amori pervadono lo spazio espositivo, in dialogo bellissimo con l’architettura della basilica palladiana. L’effetto sarà magico, rievocando quegli Anni Venti in cui, come scrisse la prima critica d’arte donna, la potente Margherita Sarfatti, “la pittura appare tra tutte l’arte magica per eccellenza”.

 

 

 

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UBALDO OPPI

 

 

Lo scrittore Massimo Bontempelli, quasi evocasse le ragazze di oggi, raccontava con affascinata meraviglia i primi piani delle donne distratte nei caffè. Siamo negli anni Venti e, nell’Europa uscita da poco dalla Prima guerra mondiale, le donne cominciano a conquistare un proprio ruolo: sempre più autonome, seduttive e moderne. I capelli si accorciano come la lunghezza delle gonne, mentre la loro influenza nella società e nella cultura si fa sempre più intensa. Coco Chanel cambia la moda, Amelia Earhart attraversa in volo l’Atlantico, i balli di Josephine Baker incantano Parigi, Virginia Woolf scrive i suoi capolavori.

 

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UBALDO OPPI, CADORINO- 1927- OLIO SU TELA,  55X46

 

Sogni di avventure, amori e successi imperniano le esistenze degli artisti che attraversano quegli anni come un viaggio ricco di aspettative e desideri, in un tempo che sa essere anche complicato. Interpreti sensibili dei cambiamenti e dei sentimenti, i pittori danno vita a immaginari nuovi, da cui nascono ritratti di donne che si stagliano da protagoniste con potenti personalità, esaltate nella loro seducente energia.

 

 

Gustav Klimt 039.jpg

Gustav Klimt, Giuditta I – 1901- olio su tela (84×42 cm)– ‘Österreichische Galerie Belvedere a Vienna.

 

 

Gustav Klimt, Judith II.jpg

Giuditta II ( Salome’ ), Gustav Klimt, 1909 olio su tela, 178×46 –Galleria internazionale d’arte moderna, Venezia // FORSE E’ QUESTA LA ” GIUDITTA ” PRESENTE ALLA MOSTRA

” Giuditta II è un’immagine di straordinaria intensità la cui sensualità fonde bellezza e inquietudine. Il dipinto rappresenta Giuditta, giovane vedova ebrea che, durante l’assedio della città di Betulia da parte degli assiri, entrò nel campo nemico e, dopo aver avvicinato il comandante Oloferne, sedotto dalla sua bellezza, lo decapitò nel sonno.

Klimt, con quest’opera, vuole celebrare la donna che salva il suo popolo, ma che al tempo stesso è allegoria della donna moderna che decide della propria vita. ”   https://www.room21.it/

 

 

 

DETTAGLIO

 

 

 

Di queste signore offrono ritratti magnetici gli artisti che stanno promuovendo l’arte più nuova, all’insegna di una ‘classicità moderna’. Sono tutti stati convocati nella mostra:

Felice Casorati, Mario Sironi, Antonio Donghi, Achille Funi, Piero Marussig, Mario Cavaglieri, Guido Cadorin Massimo Campigli e, naturalmente, Ubaldo Oppi.

UGO OJETTI CON ISA MIRANDA, 1937

È tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925 ed è nominato Accademico d’Italia nel 1930-Aderì alla Repubblica Sociale Italiana; dopo la liberazione di Roma, nel 1944, fu radiato dall’Ordine dei giornalisti. Passò gli ultimi anni nella sua villa Il Salviatino, a Fiesole, dove morì nel 1946. Era nato a Roma nel 1871.

 

Margherita Sarfatti. La regina dell'arte nell'Italia fascista - Rachele Ferrario - copertina

Oppi, cresciuto a Vicenza ma formatosi tra Vienna, Venezia e Parigi, ha un immediato successo in mostre importantissime, anche nella Milano e nella Roma dei primi anni Venti, dove viene ‘scoperto’ da Margherita Sarfatti e Ugo Ojetti. I suoi dipinti ci rivelano lo sguardo attraverso cui scorrono in mostra una costellazione di ritratti dei maggiori artisti che sono stati suoi amici e avversari in esposizioni strabilianti, dal Salon d’Automne di Parigi al Premio Carnegie di Pittsburgh, dalla Biennale di Venezia alla mostra di Modern Italian Art di New York.

 

 

 

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MARIO CAVAGLIERI, RITRATTO DI NOBILDONNA, 1931

 

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MARIO CAVAGLIERI ( 1887-1969 )

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MARIO CAVAGLIERI, MODELLA CHE DANZA NELLO STUDIO- 1911

 

 

La sede e il gruppo di lavoro

La mostra è parte di un progetto di rilancio della Basilica Palladiana di Vicenza, destinata a ospitare continuativamente esposizioni di rilevanza internazionale.

 

 

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VITTORIO ZECCHIN ( 1878-1947 )

 

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VITTORIO ZECCHIN, NOTTI D’ARABIA. MATRIMONIO DI ALADINO

 

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VITTORIO ZECCHIN, TRE DONNE CON MANTO NELLA NOTTE

 

 

L’esposizione è curata da Stefania Portinari, docente di storia dell’arte contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia, affiancata da un comitato scientifico composto da Gabriella Belli (Fondazione Musei Civici di Venezia), Elena Pontiggia (Accademia di Belle Arti di Brera), Alessandro Del Puppo (Università degli Studi di Udine), Luca Massimo Barbero (Fondazione Giorgio Cini di Venezia), Nico Stringa (Università Ca’ Foscari Venezia), Valerio Terraroli (Università degli Studi di Verona), Elisabetta Barisoni (Fondazione Musei Civici di Venezia), Giuseppina Dal Canton (Università degli Studi di Padova), Sergio Marinelli (Università Ca’ Foscari Venezia), Sileno Salvagnini (Accademia delle Belle Arti di Venezia).

 

GUIDO CADORIN (Venezia, 6 giugno 1892 – Venezia, 18 agosto 1976),  ZINIE, 1959

 

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GUIDO CADORIN

 

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GUIDO CADORIN

 

 

 

La mostra

Una delle correnti di pittura più affascinanti degli anni Venti è quella del “Realismo Magico”, in cui la visione della realtà è immersa in un’atmosfera di meraviglia e di attesa, che in Italia è affiancata dalle ricerche degli artisti riuniti nella definizione di “Novecento Italiano”, che declinano la loro arte evocando anche memorie della classicità e del Rinascimento.

 

 

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ANTONIO DONGHI — (Roma, 16 marzo 1897 – Roma, 16 luglio 1963) è stato un pittore italiano, tra i principali esponenti del Realismo magico.

 

 

 

Convento, 1928 circa Collezioni d’arte della Fondazione Cariplo, Milano

 

 

 

Tale esaltante alleanza tra modernità e classicità è preceduta da una riflessione profonda sui rinnovamenti della pittura che sono avvenuti a Vienna e a Parigi tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, in particolare da suggestioni della Secessione Viennese guidata da Gustav Klimt, dal simbolismo e dall’espressionismo, in cui le donne sono raffigurate come fanciulle, muse dormienti, ninfe leggiadre o seduttrici, come dentro un sogno di fiaba. Non a caso la mostra si apre con la leggendaria ‘Giuditta’ di Klimt.

 

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ARTURO MARTINI   (Treviso, 11 agosto 1889 – Milano, 22 marzo 1947) è stato uno scultore, pittore, incisore e docente italiano.

 

 

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ARTURO MARTINI

 

 

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ARTURO MARTINI

 

 

 

Quelle raffigurazioni pervadono le ricerche di molti protagonisti dell’arte italiana e trovano riscontro in particolare a Venezia, dove quelle influenze fioriscono nelle mostre di giovani artisti che si tengono a Ca’ Pesaro, dove espongono tra gli altri Vittorio Zecchin, Felice Casorati e Mario Cavaglieri, profondamenti influenzati dall’impatto di Klimt, che ha anche una sala personale alla Biennale di Venezia del 1910. Altri, come Arturo Martini, Gino Rossi o Guido Cadorin, seguono la strada indicata dal post-impressionismo o dal cubismo. Da quelle meravigliose scoperte prende avvio un mondo nuovo, un’arte che non si era mai vista, che emana ispirazioni ardite e inebrianti follie, un’idea spregiudicata che innerva la Belle Époque e scorre, rinnovata e intensa, nel primo dopoguerra.

 

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Gino Rossi (vero nome Luigi; Venezia, 6 giugno 1884 – Treviso, 16 dicembre 1947) è stato un pittore e incisore italiano.

 

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GINO ROSSI

 

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GINO ROSSI, RITRATTO DI SIGNORA, 1914

 

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GINO ROSSI, L’UOMO DAL CANARINO ROSSO

 

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GINO ROSSI, PAESAGGIO DI TORRE DI MOSTO, VENEZIA

 

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GINO ROSSI, RAGAZZE DI BRETAGNA, TEMPERA SU CARTA

 

 

 

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GINO ROSSI, IL BRUTO, 1913

 

 

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GINO ROSSI

 

 

 

 

Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942) è un protagonista assoluto di quegli anni, uno degli artisti più famosi tra l’Europa e gli Stati Uniti: a Parigi conosce Modigliani allo sbando, ha un flirt con la modella Fernande Olivier, che lascia Picasso per fuggire con lui, viene rapito dai colori intensi e dalle pennellate fauves di Kees van Dongen, dai segni sinuosi di Matisse.

Negli anni Venti crea affascinanti ritratti di donne, dalle Amiche all’amata moglie Delhy, che vengono acquistate in collezioni favolose. Dalla Biennale di Venezia al Salon d’Automne di Parigi, dal prestigioso Premio Carnegie a Pittsburgh alla Mostra della Secessione nel Glaspalast di Monaco di Baviera, è conteso da curatori e intellettuali.

Assieme a lui si muovono nel panorama più avvincente dell’arte protagonisti, tra gli altri, quali

 

Felice Casorati, Mario Sironi, Antonio Donghi, Cagnaccio di San Pietro, Achille Funi, Piero Marussig, Mario Cavaglieri, Guido Cadorin, Massimo Campigli.

 

 

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CAGNACCIO DI SAN PIETRO  Cagnaccio di San Pietro, pseudonimo di Natalino Bentivoglio Scarpa (Desenzano del Garda, 14 gennaio 1897 – Venezia, 26 maggio 1946), è stato un pittore italiano.

 

 

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CAGNACCIO DI SAN PIETRO

 

 

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CAGNACCIO DI SAN PIETRO, BAMBINI CHE GIOCANO, 1925

 

 

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CAGNACCIO DI SAN PIETRO, SENZA TITOLO, 1929

 

 

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CAGNACCIO DI SAN PIETRO, ESTUARIO, 1931

 

 

 

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CAGNACCIO DI SAN PIETRO, LA SERA, 1923

 

 

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  1. Donatella scrive:

    Grazie per averci fatto conoscere questi pittori. Alcune di queste opere sono davvero molto belle.

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