REDAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO DEL 12 DICEMBRE 2019 :: M5s, dopo Grassi nella Lega anche Lucidi e Urraro. Che dice: “Qui perché sono d’accordo con Salvini sulla giustizia”

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 12 DICEMBRE 2019

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POLITICA

M5s, dopo Grassi nella Lega anche Lucidi e Urraro. Che dice: “Qui perché sono d’accordo con Salvini sulla giustizia”

M5s, dopo Grassi nella Lega anche Lucidi e Urraro. Che dice: “Qui perché sono d’accordo con Salvini sulla giustizia”

 

 

Tre cambi di casacca nello stesso giorno a Palazzo Madama. Il leader della Lega: “La nostra dignità tradita vale più di tutto”. Di Maio: “Dicano quanto costa al kg un senatore per la Lega. Questa è la solita dinamica dei voltagabbana degli ultimi 20 anni”

di F. Q. | 12 DICEMBRE 2019

Sono tre i senatori che nello stesso giorno hanno lasciato il Movimento 5 stelle per aderire alla Lega. Oltre a Ugo Grassi, che aveva ufficializzato il cambio di casacca nel pomeriggio, anche Francesco Urraro e Stefano Lucidi hanno abbandonato Luigi Di Maio per andare con Matteo Salvini. I tre sostengono di aver voluto abbandonare i 5 stelle per motivi diversi. Per esempio Urraro motiva la sua scelta con “l’impossibilità di intervenire sulle ragioni strutturali della giustizia e sulle necessarie e non più rinviabili riforme nel settore mi ha indotto ad iniziare questo percorso con la Lega con cui si era avviata una proficua interlocuzione sui temi“.

Lucidi si limita a dichiararsi “onorato di iniziare questo percorso politico sia a livello nazionale che locale con i tanti colleghi umbri in regione e nei vari consigli comunali”. Grassi invece ha ufficializzato un addio che aveva già annunciato due settimane fa, quando aveva anticipato il suo alla risoluzione della maggioranza sul Fondo salva-Stati a Palazzo Madama.

“Noi non abbiamo un prezzo, la nostra dignità tradita vale più di tutto”, sostiene Matteo Salvini, rispondendo a Di Maio che nel pomeriggio aveva chiesto ai senatori come Grassi di dire “quanto costa al kg un senatore per la Lega. Questa è la solita dinamica dei voltagabbana degli ultimi 20 anni”.

Quello del leader della Lega, per il ministro degli Esteri, è “un mercato delle vacche”. “Se ci sono senatori come Grassi, che è appena passato alla Lega, evitino di utilizzare una cosa non vera come il Mes – ha detto Di Maio – consegnino una bella lettera al presidente del Senato e dicano semplicemente che vogliono cambiare casacca e tradire il mandato che i cittadini gli hanno dato. Non c’è nulla di male. Ma vadano a casa, altrimenti a quella lettera alleghino anche un listino prezzi sul mercato delle vacche”.

 

Di Maio ha ricordato l’indagine a carico del leader della Lega. “Sapete qual è il colmo? Che queste persone si fanno comprare da Matteo Salvini nelle stesse ore in cui Matteo Salvini, leader della Lega, viene indagato per presunto abuso di ufficio legato al’uso dei voli di Stato quando era ministro. Complimenti per il tempismo“.

Il capo politico del M5s ha poi ricordato i casi recenti di “compravendita” di senatori: “Berlusconi a confronto era un pivello. E poi gli sentiamo dire, in maniera ipocrita, che lasciano il MoVimento 5 Stelle per andare a trovare più democrazia negli altri partiti.

Le ragioni invece sono sempre le stesse: non si vogliono più tagliare lo stipendio, la regola del secondo mandato pesa, dà fastidio, qualcuno vorrebbe cambiarla. E in generale qualcuno li convince di poter fare politica a vita, e questo alletta in tanti”.

Per tre senatori che escono dalla maggioranza, c’è un deputato che entra:

Matteo Renzi ha presentato al Transantlatico a Palazzo Madama la new entry, Davide Bendinelli, ex coordinatore regionale di Forza Italia in Veneto.

“L’apporto di Bendinelli sarà interessante, per le sue idee e la sua lunga esperienza da amministratore locale, per strutturare Italia Viva in Veneto, che è la chiave per il futuro”, ha assicurato un Renzi sorridente e soddisfatto.

Con l’addio di Bendinelli, attuale sindaco di Garda, Fi perde un altro pezzo e tornano a circolare le voci sull’opa renziana in corso nei confronti del partito di Silvio Berlusconi, già sotto attacco della Lega salviniana.

Bendinelli aveva ormai compromesso la sua situazione presentandosi alla Leopolda 2019. A mettere la parola fine all’esperienza azzurra ci pensò Berlusconi, durante una passeggiata elettorale a Spoleto per il voto in Umbria, quando all’Adnkronos confidò: “Bendinelli non doveva farlo, non doveva andare alla Leopolda, visto che Renzi in questo momento sta cercando di portare via da Forza Italia parlamentari verso Iv”.

Qualche settimana dopo le parole del Cav, con una nota ufficiale, Fi licenziò Bendinelli da coordinatore regionale e lo sostituì con Michele Zuin.

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