RAFFAELLA SCUDERI, Mogadiscio, uccisa Almaas Elman: la giovane attivista somala che lottava per la pace. –REPUBBLICA DEL 21 NOVEMBRE 2019

 

REPUBBLICA DEL 21 NOVEMBRE 2019

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Mogadiscio, uccisa Almaas Elman: la giovane attivista somala che lottava per la pace.

Mogadiscio, uccisa Almaas Elman: la giovane attivista somala che lottava per la pace Almaas Elman

 

 

Colpita con un proiettile alla testa mentre stava andando all’aeroporto. Anche il padre, per il suo impegno, venne assassinato nel 1996

 

di RAFFAELLA SCUDERI

21 novembre 2019

Almaas Elman è stata uccisa con un proiettile alla testa nel posto più sicuro di tutta la Somalia, nella fortezza di Halane, a Mogadiscio, dove stazionano le forze militari dell’Unione africana, a due passi dall’aeroporto. La giovane pacifista somalo-canadese, incinta, era in macchina con due colleghi diretta al terminal. Aveva appena partecipato ad un incontro con la delegazione europea in Somalia sulla resilienza delle comunità rurali del suo Paese: il suo ultimo tweet, poche ore prima di essere assassinata. Perché di assassinio si tratta secondo Said Fadhaye, il videomaker che sedeva con lei nell’auto. «È stato un attacco», ha scritto Fadhaye su Facebook.  Al Shabaab, la rete dei jihadisti che comandano nel Paese? Un cecchino? Un colpo sbagliato partito da qualche militare dell’Unione africana? Il governo di Mogadiscio ha aperto un’indagine in cui pochi credono.L’impegno per la pace di Almaas era un’eredità familiare.

Il padre era stato ucciso nel 1996, colpito alla schiena  da tre killer integralisti. Era un instancabile attivista che credeva nella pace e nella riconciliazione. Per questo aveva creato nel 1990 la fondazione Elman Peace. Il suo motto ancora oggi è dipinto sui muri e risuona nelle parole degli attivisti somali: «Deponete le armi e prendete in mano una penna».

Aveva ricevuto diverse minacce di morte e poco prima di essere ammazzato aveva messo in salvo la moglie Fatrun e le sue quattro figlie, volate in Canada. Le comodità occidentali non avevano ammaliato la famiglia Elman. Fatrun nel 2006 era tornata in Somalia per rivitalizzare la fondazione. L’avevano seguita anche le tre figlie. Quest’anno Ilwad, la terza, è stata anche candidata al Nobel per la pace.

Almaas era entrata per poco tempo nel corpo diplomatico con una missione a Nairobi. Poi si era sempre e solo occupata della fondazione. Aveva poco meno di 30 anni, era molto amata da tutti, e faceva parte di quella fetta di società somala, giovane e coraggiosa, che crede in un futuro di bellezza, di pace, senza attentati. Ma la lotta per la pace in questo Paese del Corno d’Africa dilaniato dalla guerra civile e ostaggio dei jihadisti, dà fastidio a tanta gente, agli shabaab  ( guerriglieri somali ) per primi.

 

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HODAN NALEYAH

 

Se poi è una donna a portarla avanti, ancora di più.

 

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Solo 4 mesi fa la morte di Hodan Naleyah, anche lei somalo-canadese, fondatrice della prima emittente somala in lingua inglese, Integration Tv, uccisa in un attentato terroristico a Chisimaio, dove sono morte altre 25 persone. Hodan raccontava solo storie positive.

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