ANSA.IT + REPUBBLICA DEL 28 DICEMBRE 2019, ART. GIANLUCA MODOLO :: MONTENGRO: SI’ ALLA DISCUSSA LEGGE ” SULLA LIBERTA’ RELIGIOSA “, CAOS IN PARLAMENTO, ARRESTATI 18 DEPUTATI DELL’OPPOSIZIONE +++ IL MANIFESTO, ALESSANDRA BRIGANTI

 

 

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ANSA.IT — 27 DICEMBRE 2019

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2019/12/27/montenegrosi-legge-su-liberta-religiosa_6a85a7f0-7db7-46b5-97f9-3e575c78521e.html

 

 

Montenegro:sì legge su libertà religiosa

Seduta drammatica in Parlamento. Arrestati deputati pro-serbi

 

 

(ANSA) – ROMA, 27 DIC – Il Parlamento del Montenegro ha approvato una controversa legge sulla libertà religiosa al termine di una convulsa seduta che ha portato all’arresto dei 18 deputati dell’opposizione pro-serba, fermamente contrari all’iniziativa. Lo riportano media locali. Nei giorni scorsi il progetto di legge era stato duramente contestato dai leader della Chiesa serba ortodossa, secondo i quali la nuova normativa potrebbe spogliare le chiese e i monasteri delle loro proprietà. 

 

 

REPUBBLICA DEL 28 DICEMBRE 2019 –pag. 13

https://quotidiano.repubblica.it/edizionerepubblica/pw/flipperweb/flipperweb.html?testata=REP&issue=20191228&edizione=nazionale&startpage=1&displaypages=2

 

 

Montenegro, caos in Parlamento

La libertà religiosa è legge. 18 deputati agli arresti

 

Gianluca Modolo

Al grido di «siamo pronti a morire per la nostra chiesa» i deputati dell’opposizione hanno provato fino all’ultimo a bloccare la nuova legge in Montenegro sulla libertà religiosa, cercando di assaltare perfino lo scranno dello speaker del Parlamento. Diciotto membri del Fronte Democratico, il partito filo-serbo, sono stati arrestati dalla polizia, entrata nella Camera dei deputati per riportare l’ordine. Fuori dal palazzo centinaia di manifestanti bloccavano le strade principali della capitale Podgorica. Il testo, approvato dopo una maratona di otto ore in Aula, prevede che le comunità religiose del piccolo Paese balcanico debbano provare i loro diritti di proprietà su terreni, monasteri e chiese antecedenti al 1918, l’anno in cui il Montenegro si unì al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi diventato Jugoslavia. In caso contrario, diventeranno patrimonio culturale di proprietà dello Stato. Gli oppositori sostengono che la nuova legge vada contro la chiesa serbo-ortodossa, molto radicata e influente nel Paese che proprio dopo la fine della Prima guerra mondiale prese possesso di quasi tutti gli immobili appartenuti alla piccola chiesa ortodossa montenegrina, soppressa nel 1918 e rinata solamente nel 1993.

 

IL MANIFESTO DEL 28 DICEMBRE 2019

https://ilmanifesto.it/approvata-la-liberta-religiosa-nasce-la-chiesa-di-milo-djukanovic/

 

 

INTERNAZIONALE

Approvata la ’libertà religiosa’, nasce la «Chiesa di Milo Djukanovic»

 

Montenegro, in gioco proprietà e storia. Esplode la rabbia del clero ortodosso serbo e dei nazionalisti in Bosnia e Serbia

Podgorica, la protesta dei preti ortodossi serbi Podgorica, la protesta dei preti ortodossi serbi

© Afp

 

Alessandra Briganti

EDIZIONE DEL28.12.2019

PUBBLICATO27.12.2019, 23:59

 

Una nuova scossa torna ad agitare i Balcani. Epicentro del terremoto, Podgorica dove ieri all’alba è stata approvata la legge sulla libertà religiosa al termine di una tumultuosa sessione parlamentare culminata con l’arresto di 22 persone tra cui 18 deputati contrari alla legge.

Il provvedimento è in larga parte sostenuto dalla commissione di Venezia, organo consultivo del Consiglio d’Europa, ma già nei mesi scorsi la Chiesa ortodossa aveva sollevato delle critiche in merito alle norme sulla proprietà dei beni e dei terreni ecclesiastici. L’accusa mossa dalla Chiesa nei confronti del governo è che in realtà con questo provvedimento si vogliano espropriare i circa seicento luoghi di culto. Con la nuova legge infatti il Clero dovrà attestare di essere proprietario di chiese e monasteri, e di esserlo da un periodo antecedente al 1918, prima cioè che il Regno del Montenegro venisse inglobato nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, e che la Chiesa ortodossa montenegrina si sciogliesse nel Patriarcato serbo.

La Chiesa ortodossa guidata dal metropolita e vescovo di Cetinje Amfilohije Radovic, ha organizzato diverse proteste nei giorni scorsi in tutto il Paese e in particolare nella capitale dove i fedeli si sono riuniti davanti al Parlamento in concomitanza con il dibattito in aula e hanno pregato tutta la notte per scongiurare l’approvazione della legge.

Decisamente più ostile il clima all’interno del Parlamento. Il leader filoserbo del Fronte democratico Andrija Mandic si è detto «pronto a morire» per la sua Chiesa, spingendosi a invitare «gli amici di guerra dal 1991 al 1999 a essere pronti». Minacce sfociate in un’aggressione fisica vera e propria ai danni del presidente dell’Assemblea e che gli è valsa l’arresto insieme ad altri 17 deputati. Dopo l’intervento della polizia si è proceduto alla votazione: respinti i circa duecento emendamenti presentati dall’opposizione, la legge è stata approvata senza modifiche.

Una legge che potremmo definire un effetto collaterale dell’indipendenza della Chiesa ortodossa ucraina dal Patriarcato di Mosca avvenuta nell’ottobre dello scorso anno, il cui riconoscimento da parte di Costantinopoli ha rinfocolato conflitti latenti tra le diverse comunità religiose in cui si articola la Chiesa ortodossa.

La mossa di Podgorica può infatti esser letta come un tentativo di creare una chiesa ortodossa montenegrina autocefala, indipendente dal patriarcato serbo, o quantomeno di spezzare il monopolio religioso della Chiesa serbo ortodossa in un Paese come il Montenegro che conta 450mila fedeli ortodossi su poco più di 600mila abitanti. Una svolta quella di Podgorica che costituisce un’ulteriore fonte di destabilizzazione nella regione. Basta guardare infatti alle reazioni all’approvazione della legge fuori dai confini del Montenegro.

Momenti di tensione si sono registrati nel Parlamento della Republika Srpska, una delle due entità di cui è composta la Bosnia-Erzegovina, e nella sede dell’Assemblea nazionale serba a Belgrado dove la presidente Maja Gojkovic è stata costretta a sospendere la seduta per quello che ha definito «un attacco fascista al Parlamento serbo».

Il deputato nazionalista Bosko Obradovic e leader del partito di estrema destra Dveri non ha perso tempo per strumentalizzare la questione protestando contro la mancata risposta del governo serbo alla legge approvata in Montenegro. In mattinata lo stesso Obradovic aveva espresso il suo dissenso imbrattando le mura dell’Ambasciata montenegrina a Belgrado con la scritta: «Milo (Djukanovic) ladro, non vi daremo i luoghi sacri».

Più moderato il commento del presidente serbo Aleksandar Vucic, affidato all’agenzia di stampa Tanjug in cui ha promesso di aiutare «il nostro popolo e la Chiesa, senza distruggere i diritti di un altro Paese». Una precisazione pilatesca che la dice lunga sulla posizione sempre più precaria della Chiesa ortodossa nello Stato.

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  1. Beppo scrive:

    Gli italiani sempre filo-serbi e filo-russi. Tristezza.

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