15 gennaio 2020 :: MODIFICHE AL VERTICE DEL GOVERNO RUSSO : 1, LEONARDO COHEN, Russia, così Putin riorganizza le istituzioni per mantenere il potere anche fuori dal Cremlino–IL FATTO QUOTIDIANO ++ link collegati ; 2. ROSALBA CASTELLETTI : Russia, il governo si dimette, Mishustin nuovo premier, REPUBBLICA.IT ++ link collegati

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 15 GENNAIO 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/15/russia-cosi-putin-riorganizza-le-istituzioni-per-mantenere-il-potere-anche-fuori-dal-cremlino/5672789/

 

 

Leonardo Coen

Leonardo Coen

Giornalista e scrittore

 

MONDO- 15 GENNAIO 2020

Russia, così Putin riorganizza le istituzioni per mantenere il potere anche fuori dal CremlinoRussia, così Putin riorganizza le istituzioni per mantenere il potere anche fuori dal Cremlino

Russia, si dimettono il premier Medvedev e tutti i ministri. Putin pronto a lasciare la presidenza nel 2024

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MONDO | DI F. Q.

Russia, si dimettono il premier Medvedev e tutti i ministri. Putin pronto a lasciare la presidenza nel 2024::   https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/15/russia-si-dimettono-il-premier-medvedev-e-tutti-i-ministri-putin-pronto-a-lasciare-la-presidenza-nel-2024/5672166/

 

 

Il governo russo si è dimesso. Vladimir Putin ha parlato al popolo, anzi ai sudditi. Sono annunciate importanti riforme costituzionali, tramite referendum: l’opposizione, o meglio quel poco che ne resta, teme il golpe “bianco”, mascherato da consultazione popolare. Il quarto mandato di Putin scade nel 2024: evidentemente vuole restare al potere e anticipare ogni forma di alternativa.

È il terzo atto del sovranismo che piace tanto al sovranista di casa nostra. Abilmente Putin ha eluso ogni riferimento al suo futuro, evitando di dare risposte esplicite alle domande che gli sono state poste durante il suo discorso annuale alla federazione sul suo avvenire politico.

Però ha accennato a grandi linee sull’evoluzione della struttura istituzionale e quindi, indirettamente, ridato fiato alle supposizioni che da qualche tempo circolano a Mosca. Per esempio, Putin nell’ora e mezza della sua prolusione tenuta nella Sala del Maneggio, davanti alle mura del Cremlino, ha ipotizzato (anzi, è stata una vera e propria proposta) di trasferire una parte del potere presidenziale allaDuma, la Camera bassa del parlamento, così che possa nominare il primo ministro e il governo, prerogativa che attualmente spetta al capo dello Stato.

La formula guida è il leitmotiv della politica putiniana: “La Russia deve restare una repubblica presidenziale forte”, precisando che comunque il presidente sarà il capo delle “strutture di forza” (i siloviki, ossia esercito, intelligence, polizia, dogane). E comunque, spetterà al capo dello Stato il potere di revocare la nomina del premier, quelle dei ministri, dei giudici della Corte Costituzionale e della Corte Suprema.

Insomma, governo al guinzaglio. Per addolcire la pillola amara, ha promesso che il presidente non sarà autorizzato a restare al Cremlino per più di due mandati complessivi e non soltanto consecutivi. Regola che Putin non adottò nel suo caso, poiché i suoi quattro mandati li ha potuti esercitare con una pausa formale di quattro anni (dal 2008 al 2012), in cui si alternò con il fedele amico Dmitri Medvedev, che da primo ministro divenne presidente, mentre la sua carica passò a Putin. Il quale, rieletto, provvedette ad allungare la durata del mandato presidenziale.

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DAL BLOG DI LEONARDO COEN

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Mica è tutto. La riforma proposta riguarda pure i poteri periferici, ossia quello dei governatori, riuniti in un Consiglio di Stato: avranno un ruolo più concreto e accresciuto, il cui statuto verrà introdotto nella costituzione.

Chi guiderà questo Consiglio, quindi, ricoprirà un potere assai qualificato e molto influente. C’è chi ipotizza che Putin lo abbia disegnato per se stesso, in maniera da poter conservare il suo peso politico negli affari di Stato. Più che un discorso al Maneggio, un discorso di maneggi, per un popolo sempre più al guinzaglio. Diversamente liberi.

 

 

REPUBBLICA DEL 15 GENNAIO 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/01/15/news/discorso_alla_nazione_di_putin_sia_il_parlamento_a_designare_il_premier_-245843190/

 

Russia, il governo si dimette, Mishustin nuovo premierRussia, il governo si dimette, Mishustin nuovo premier
Il presidente russo Vladimir Putin e, a destra, il neopremier Mikhail Mishustin (ansa)

 

Il capo dell’agenzia fiscale prende il posto di Medvedev. Nel discorso alla nazione il presidente Putin aveva annunciato un referendum su un pacchetto di riforme costituzionali per dare al Parlamento il potere di designare il primo ministro. Sarebbe il primo passo per garantire il suo futuro al potere dopo il 2024 quando scadrà il suo quarto e ultimo mandato al Cremlino o iniziare il processo di successione

 

 

di ROSALBA CASTELLETTI

15 gennaio 2020

Il primo ministro Dmitrij Medvedev e tutta la sua squadra di governo hanno dato le dimissioni per permettere a Vladimir Putin di portare avanti le riforme costituzionali annunciate durante l’annuale discorso alla nazione davanti alle Camere riunite che darebbero al Parlamento il potere di scegliere il primo ministro russo. Putin ha già designato il successore ad interim: Mikhail Mishstin, capo dell’agenzia fiscale. La Duma confermerà già domani la nomina. Secondo diversi analisti, sarebbe il primo passo per garantire a Putin un futuro al potere una volta terminato l’attuale e ultimo mandato presidenziale nel 2024 o per iniziare il processo di successione.

 

La riforma della Costituzione

Il presidente Vladimir Putin ha incaricato il governo uscente di adempiere ai propri obblighi fino alla formazione di un nuovo Gabinetto e annunciato di voler creare la carica di vice capo del Consiglio di Sicurezza russo e assegnarla a Medvedev. Le dimissioni inaspettate sono arrivate poco dopo il tradizionale discorso del presidente russo. Davanti alle Camere riunite, Putin aveva detto di “ritenere necessario il voto dei cittadini su un intero pacchetto di proposte di emendamenti alla Costituzione”. Spetterebbe ai deputati della Duma, la Camera bassa del Parlamento, e non più al presidente, il potere di confermare la candidatura del premier del Paese nonché di altri alti esponenti istituzionali. Il neo premier così designato dovrebbe poi sempre sottoporre al voto del Parlamento la lista dei componenti della sua squadra di governo. “Il presidente sarebbe obbligato a nominarli. Non potrebbe rifiutare le candidature confermate dal Parlamento”, ha detto Putin. Al capo dello Stato resterebbe il potere di nominare i vertici di difesa e sicurezza.

Russia, il governo si dimette, Mishustin nuovo premier

L’ex primo ministro Dmitrij Medvedev (a sinistra) con Vladimir Putin dopo l’incontro di oggi

Citato dall’agenzia Tass, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha invece precisato: “Il presidente Putin nel suo messaggio all’Assemblea Federale non ha menzionato emendamenti per nessuno degli articoli fondamentali della Costituzione: in questo caso non è dunque all’ordine del giorno un referendum. Ma le riforme proposte saranno piuttosto serie. Il presidente ha ritenuto quindi opportuno e necessario avere una consultazione con il popolo. La questione è mettere ai voti la proposta: le date e le regole saranno determinate in seguito e poi formalizzato in un decreto speciale”.

rep

APPROFONDIMENTO

Il sogno di Putin: un trono dopo vent’anni al potere::

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/12/29/news/venti_anni_russia_vladimir_putin_presidente_mosca-244617302/

DI ROSALBA CASTELLETTI

 

Il futuro di Putin dopo il 2024

Al potere dal 1999, Putin oggi 67enne dovrebbe lasciare il Cremlino nel 2024 quando scadrà il suo quarto mandato presidenziale. Trattandosi del secondo mandato consecutivo, secondo l’attuale Costituzione, non potrà ricandidarsi. Stando a vari analisti, starebbe perciò valutando varie opzioni per restare al potere: una riforma che lo vedrebbe a capo di un riformato Consiglio di Stato – attualmente organismo di rappresentanza – come il leader cinese Xi Jinping o l’ex presidente kazako Nursultan Nazarbaev; l’istituzione di un nuovo ruolo “ad hoc” che lo trasformerebbe in una sorta di “Ayatollah russo” o persino la guida di un nuovo Stato unificato con la Bielorussia.Russia, il governo si dimette, Mishustin nuovo premier

Il presidente russo Vladimir Putin al termine del suo discorso alle Camere riunite

Un’alternativa invece potrebbe essere concedere più poteri a Parlamento e al primo ministro e ricorrere una seconda volta al cosiddetto “arrocco”, come nel 2008 venne chiamata – dal linguaggio degli scacchi – la mossa di cedere la presidenza al premier Dmitrij Medvedev per prenderne il ruolo per un mandato.

Quello di oggi sarebbe il primo passo verso questa transizione. Oppure verso la designazione di un successore come fece Boris Eltsin prima di dimettersi nel 1999. Si specula già su chi potrebbe prendere il posto di Medvedev: tra i nomi ipotizzati, Sergheij Sobjanin, sindaco di Mosca, Maksim Oreshkin, ministro dell’Economia, e Aleksander Novak, ministro dell’Energia.

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