ALDO PREMOLI, PALERMO PALAZZO AJUTAMICRISTO, UNA CONDIZIONE UMANA E’ LA MALATTIA MENTALE ( FRANCO BASAGLIA ), UNA MOSTRA ” POLITICA “–ARTRIBUNE, 16 FEBBRAIO 2019

 

 

 

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PALERMO, PALAZZO AJIUTAMICRISTO

 

 

 

 

16 FEBBRAIO 2019

 

La condizione umana. Una mostra finalmente “politica”, a Palermo

 

Letizia Battaglia, Via Pindemonte, Ospedale Psichiatrico, Palermo, 1983. Courtesy l'artista

LETIZIA BATTAGLIA, OSPEDALE PSICHIATRICO DI PALERMO, 1983, COURTESY DELL’ARTISTA

 

ALDO PREMOLI

 

LA RASSEGNA OSPITE DI PALAZZO AJUTAMICRISTO DI PALERMO EVOCA, ATTRAVERSO SCATTI, INSTALLAZIONI, VIDEO, TESTI E DOCUMENTI, IL TEMA DELLA MALATTIA MENTALE, PARTENDO DALLA BATTAGLIA BASAGLIANA. LA FOLLIA È UNA ‘CONDIZIONE UMANA’, DICEVA FRANCO BASAGLIA. PROPRIO COME LA RAGIONE. UN VIAGGIO OLTRE LA SUPERFICIE DEL PREGIUDIZIO E L’ISTITUZIONE MANICOMIALE.

Non c’è che dire, l’esposizione intimorisce. Non tanto per l’ampia superficie messa a disposizione nel quattrocentesco Palazzo Ajutamicristo. E nemmeno per la quantità di reperti ufficiali, fortunosi ritrovamenti e interventi di artisti che solo una passione “politica” come quella della curatrice Helga Marsala ha reso possibile.

 

 

Bruno Caruso, Il mondo alla rovescia, 1954. Collezione privata

BRUNO CARUSO, IL MONDO ALLA ROVESCIA, 1954-collezione privata

 

 

È l’argomento in sé a creare un fortissimo senso di disagio. Terenzio diceva, oltre duemila anni fa, “Homo sum, humani nihil a me alienum puto” e a noialtri nipotini risulta impossibile non rispecchiarci nel dolore sordo inflitto per secoli ai “malati di mente”. Come è stato possibile non comprendere prima? Perché qui non è possibile scaricare su nessuno “straniero” quello che la nostra avanzatissima cultura e il nostro straordinario “progresso scientifico” sono riusciti a combinare.Ma andiamo con ordine.

 

Carla Cerati, dalla serie Morire di classe, la realtà manicomiale. Immagini realizzate negli Ospedali Psichiatrici di Gorizia, Firenze Parma tra aprile e ottobre 1968

CARLA CERATI, DALLA SERIE ” MORIRE DI CLASSE “, LA REALTA’ MANICOMIALE.

IMMAGINI REALIZZATE NEGLI OSPEDALI DI GORIZIA, FIRENZE E PARMA, TRA

APRILE E OTTOBRE 1968

 

 

Ad aprirci gli occhi a un certo punto (Anni Sessanta) è arrivato un “profeta” che ha cominciato a “incrinare” ogni precedente pluri-secolare; lo ha fatto in un periodo particolarmente favorevole a operazioni del genere: era il 1968.

 

 

Domenico Mangano & Marieke van Rooy, Eight Proposals for a Mental Architecture, 2017. Courtesy Magazzino, Roma

DOMENICO MANGANO & MARIEKE VAN ROOY, OTTO PROPOSTE PER UN’ARCHITETTURA MENTALE, 2017, COURTESY MAGAZZINO, ROMA

 

Dieci anni dopo, esattamente il 13 maggio del 1978, il Parlamento italiano approvava la Legge n. 180, ribattezzata col nome dell’uomo che ne aveva ispirato i principi, inizialmente irriso dai colleghi e sempre poco compreso dal “popolo”, una strenua battaglia per la chiusura dei manicomi. Franco Basaglia. Psichiatra, neurologo, saggista, direttore degli ospedali di Gorizia, Colorno, Trieste, per dieci anni tenne acceso un dibattito pubblico sulle dinamiche sociali di individuazione e cura del “malato di mente”, promuovendo una nuova concezione della disciplina psichiatrica.

 

Enzo Umbaca, L'archivio in questione, 1994, particolare, ritratti di ricoverati dell’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini. Courtesy l'artista

ENZO UMBACA, L’ARCHIVIO IN QUESTIONE, 1994, DETTAGLIO, RITRATTI DEI RICOVERATI DELL’EX OSPEDALE PSICHIATRICO PAOLO PINI, COURTESY DELLì’ARTISTA

 

 

In Che cosa è la Psichiatria Basaglia, nel 1967, scrive: “La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d’essere”.“Medicina democratica” (da lui fondata nel 1973) e “antipsichiatria” sono termini che oggi a un millennial dicono niente, caduti in disuso causa rimozione totale di quella che fu la temperie del ’68.

 

 

Christian Fogarolli, Satelliti, 2017, still da video

CHRISTIAN FOGAROLLI, SATELLITI, 2017– STILL DA VIDEO

 

 

 

Basaglia di quella temperie però è un figlio, un protagonista elitista, un fiancheggiatore (ah! orribile vocabolo). Inutile negarlo, Basaglia era uno straordinario intellettuale “impegnato” (altro vocabolo caduto nell’oblio), capace di coniugare attivismo politico, pensiero scientifico e ricerca artistica. Non esitò dunque a lanciare un S.O.S anche agli artisti: bisognava entrare nei manicomi e ritrarne la realtà, svelando l’indicibile chiuso tra quelle mura. Per mutare gli approcci terapeutici tradizionali alla malattia mentale, fondamentali furono i libri, gli studi di medici pionieri e straordinari intellettuali, le loro conferenze, gli articoli di denuncia, ma anche le fotografie, le opere d’arte e i documentari che contribuirono a spalancare quell’inferno e a innescare riflessioni importanti.

La condizione umana. Oltre l'istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19. Reperti dall'xx Ospedale Psichiatrico di Palermo. Photo Dario Di VincenzoLa condizione umana. Oltre l’istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19. Reperti dall’xx Ospedale Psichiatrico di Palermo. Ph. Dario Di Vincenzo

 

ESPERIENZE E STORIE

Proprio da qui è partita Helga Marsala per costruire questa mostra: rintracciando esperienze, storie, visioni, installazioni, immagini pittoriche, fotografie e film.“La legge che mise fine all’esistenza dei manicomi nasceva da una rivoluzione che fu anche e soprattutto politica e filosofica” ‒ spiega Marsala nell’introduzione alla mostra. “Spogliati di sé, ridotti a numeri di matricola e foto segnaletiche, sovente sottoposti a trattamenti feroci (dall’elettroshock alla lobotomia), i ricoverati perdevano lo status di ‘persone’. Una comunità informe, confinata in uno spazio totalizzante: qui la follia era indotta, esasperata, circoscritta. Impressa a fuoco sulla carne”.

 

Eva Kotatkova, The Judical Murder of Jakub Mohr, 2018, still da video. Courtesy Hunt Kastner, Praga

EVA KOTATKOVA, IL GIUDIZIO DELL’ASSASSINIO DI JAKUB MOHR, 2018, STLL DA VIDEO, COURTESY HUNT CASTNER, PRAGA

 

 

A Palazzo Ajutamicristo la visita al vasto corpus di opere raccolte contempla un ampio focus dedicato a un nucleo di fotografie: quelle di Carla Cerati Gianni Berengo Gardin, realizzate in diversi ospedali psichiatrici col coordinamento di Basaglia e confluite nel suo celebre saggio “Morire di classe” (1969).

 

Franco Zecchin, Carnevale, Palermo, 1984 © Franco Zecchin

FRANCO ZECCHIN, CARNEVALE, PALERMO, 1984

 

 

Quelle di Luciano D’Alessandro, che a metà degli Anni Sessanta frequentò il Manicomio Materdomini di Nocera Superiore.

 

La condizione umana. Oltre l'istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19

LA CONDIZIONE UMANA. OLTRE L’ISTITUZIONE TOTALE. MOSTRA A PALAZZO AJUTAMICRISTO, PALERMO 2018-19

 

 

 

Quelle di Uliano Lucas, dagli Anni Settanta ai nostri giorni. E ancora quelle scattate nel periodo che segue l’approvazione della Legge 180, gli scatti colmi di candore realizzati nei primi Anni Ottanta da Letizia Battaglia Franco Zecchin nell’ex manicomio di Palermo.Non sappiamo dire se sia stato il caso o una precisa scelta estetica a destinare questa mostra al quarto piano di Palazzo Ajutamicristo.

 

La condizione umana. Oltre l'istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19. Christian Fogarolli, La pelle degli altri, 2018, dettaglio

LA CONDIZIONE UMANA. OLTRE L’ISTITUZIONE TOTALE. MOSTRA A PALAZZO AJUTAMICRISTO, PALERMO 2018-19- CHRISTIAN FOGAROLLI, LA PELLE DEGLI ALTRI, 2018 – DETTAGLIO

 

 

 

Perché non riusciamo a immaginare ambiente più adatto. Su una parete intonsa ‒ la costruzione quattrocentesca ha subito una ristrutturazione solo parziale ‒ stanno allineate tre piccole sedie impagliate, sopra ognuna di loro una lavagnetta percorsa da nomi e cognomi femminili tracciati con il gessetto bianco. Consato Giuseppa, Vinci Anna, Mafatti Concetta: provocano un tuffo al cuore. Helga Marsala le ha recuperate alla Vignicella. “Su una sedia come questa veniva fatto sedere il paziente all’entrata dell’ospedale. Gli si chiedeva di scrivere il proprio nome sulla lavagnetta. Da quel momento aveva perso ogni diritto, da lì in poi la sua discesa all’inferno diveniva certa”, spiega Marsala.Negli interni del palazzo che ospita la mostra la luce è perfetta, il pavimento, i muri e gli infissi molto meno: ma passare da una sala a una corridoio qui diventa un’avventura che si attaglia perfettamente alla narrazione dei fatti.

Christian Fogarolli, Satelliti, 2017, still da videoChristian Fogarolli, Satelliti, 2017, still da video

NON SOLO FOTOGRAFIA

Non si tratta, tuttavia, di una mostra esclusivamente fotografica. Sono esposti, tra gli altri, i lavori su carta di Bruno Caruso, pittore, incisore e disegnatore palermitano che nel 1953 varcò la soglia della Real Casa dei Matti, ex ospedale psichiatrico di Palermo.

 

La condizione umana. Oltre l'istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19. Dettaglio dell'installazione di Domenico Mangano e Marieke van Rooy. Photo Dario Di Vincenzo

LA CONDIZIONE UMANA. OLTRE L’ISTITUZIONE TOTALE. MOSTRA A PALAZZO AJUTAMICRISTO, PALERMO 2018-19- DETTAGLIO DELL’INSTALLAZIONE DI DOMENICO MANGANO &  MARIEKE VAN ROOY, PHOTO DARIO DI VINCENZO

 

 

 

Qui la sua produzione, scrive la curatrice, “è orientata al grottesco, al drammatico, al perturbante, al festoso e all’irregolare”.

 

 

La condizione umana. Oltre l'istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19. Enzo Umbaca, Senza titolo, 1994

LA CONDIZIONE UMANA. OLTRE L’ISTITUZIONE TOTALE. MOSTRA A PALAZZO AJUTAMICRISTO, PALERMO 2018-19–ENZO UMBACA, SENZA TITOLO, 1994

 

 

La condizione umana. Oltre l'istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19. Fare Ala (sx) e Stefano Graziani

 

 

Non sfugge l’allestimento di Enzo Umbaca, ricavato da una serie di autoscatti in polaroid di pazienti dell’ospedale psichiatrico “Paolo Pini” di Milano, che descrivono attraverso questo strumento la loro quotidianità. Di grande impatto risulta il ready made di Christian Fogarolli, che nell’archivio/museo della Vignicella di Palermo recupera e riattiva un impressionante plastico dell’ex cittadella psichiatrica palermitana: essa appare dapprima come un enorme accampamento militare, ma finisce con l’aggrapparsi all’immaginario – distorto o meno ‒ che tutti noi abbiamo della pianta in scala del campo di concentramento di Auschwitz.

 

La condizione umana. Oltre l'istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19. Fare Ala (sx) e Stefano Graziani

LA CONDIZIONE UMANA. OLTRE L’ISTITUZIONE TOTALE. MOSTRA A PALAZZO AJUTAMICRISTO, PALERMO 2018-19– FARE SALA ( sx) E STEFANO GRAZIANI

 

Da segnalare, per il suo esplicito taglio politico, anche la proposta del collettivo palermitano Fare Ala, che si è concentrato sulla figura del poeta Mario Scalesi, tra i maggiori autori di letteratura francofona del primo Novecento, che fu rinchiuso presso l’ospedale psichiatrico di Palermo, dove venivano spediti gli alienati provenienti dalle colonie: circa trecento fra italiani e libici. Scalesi muore dopo sei mesi in modo misterioso. Il tentativo di Fare Ala è quello di riaccendere l’attenzione sulla violenza coloniale, la marginalità e la stigmatizzazione sociale come strumenti di controllo e di potere.

La condizione umana. Oltre l'istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19La condizione umana. Oltre l’istituzione totale. Exhibition view at Palazzo Ajutamicristo, Palermo 2018-19. Ph. Dario Di Vincenzo

 

Luciano D'Alessandro, dalla serie Gli Esclusi, 1965-67. Courtesy CSAC - Università di Parma - Sezione Fotografia

LUCIANO D’ALESSANDRO, DELLA SERIE ” ESCLUSI “, 1965-67, COUERTESY, CSAC, UNIVERSITA’ DI PARMA, SEZIONE FOTOGRAFIA

 

E ancora fotografie, video, materiali editoriali, sculture, tra Stefano GrazianiMassimiliano Carboni & Claudia DemichelisEva KotatkovaDomenico Mangano & Marieke Van RooyFederico Lupo.  Sono diversi anche i documentari storici proposti dalla mostra. I giardini di Abele di Sergio Zavoli, ad esempio, che nel 1968 fa entrare le telecamere della Rai nel manicomio di Gorizia, diretto da Basaglia. O il lungometraggio Matti da slegare del 1975, diretto da BellocchioAgostiPetragliaRulli, che sul modello del cinema-verità raccoglie in un compendio insieme poetico e straziante i racconti dei malati su cui vale la pena di soffermarsi, dopo essersi attrezzati della necessaria resistenza empatica.

 

Federico Lupo, Sintesi dei metodi tradizionali di conoscenza dell’universo, 2014

FEDERICO LUPO, SINTESI DEI METODI TRADIZIONALI DI CONOSCENZA DELL’UNIVERSO,  2014

 

 

 

Bellocchio, Zavoli, Berengo Gardin, Lucas, fino al politico Mario Tommasini, esponente del PCI di Parma e Assessore  provinciale, che nel ’69 guidó l’occupazione del manicomio di Colorno: sono solo alcuni dei molti che si prodigarono in ogni modo e forma per aiutare Basaglia o che comunque ne condivisero i principi nel tempo. Erano motivati esclusivamente da un’adesione ideale alla sua filosofia politica. Della generosa temperie apertasi nel maggio del ‘68 nelle strade di Parigi ma conclusasi nell’ Italia negli anni di piombo tra folli stragi di stato (Milano, Brescia, Bologna) ed estremismi deliranti (Autonomia Operaia, Brigate Rosse, Proletari Armati), il lascito forse più positivo resta proprio la critica e lo scardinamento dei concetti di normalità e malattia, celebrata in questa mostra allestita esattamente quarant’anni dopo l’entrata in vigore della” Legge Basaglia”.

‒ Aldo Premoli

 

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