PICCOLA STORIA DELL’INTERNAZIONALE ( CANTO ) — DA WIKIPEDIA ++ LINK DELLA CANZONE DEL 1874 –MICHEL STRANIERO –DA CANZONI CONTRO LA GUERRA

 

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https://it.wikipedia.org/wiki/L%27Internazionale

 

 

 

L’Internazionale (francese L’Internationale) è la più famosa canzone socialista e comunista. Dalla fine del XIX secolo è stato adottato come inno dalla Seconda Internazionale, da non confondere con l’attuale Internazionale Socialista.

 

Le parole originali furono scritte in francese dallo scrittore Eugène Pottier (1816-1887) nel 1871 per celebrare la Comune di Parigi. Pierre de Geyter (1848-1932) scrisse la musica nel 1888. Fino a quella data il testo veniva generalmente cantato sull’aria della Marsigliese. Ne esistono anche versioni anarchiche, cantate sia sulla musica tradizionale, sia sulla Marsigliese.

L’Internazionale divenne l’inno del socialismo di ispirazione rivoluzionaria internazionale, come specifica il suo ritornello: C’est la lutte finale / Groupons-nous et demain / L’Internationale / Sera le genre humain. (“È la lotta finale / Raggruppiamoci e domani / l’Internazionale / Sarà il genere umano”). La canzone è stata tradotta in innumerevoli lingue, e tradizionalmente è cantata col pugno destro alzato in segno di saluto.

In molte nazioni europee L’Internazionale fu illegale all’inizio del XX secolo a causa della sua immagine rivoluzionaria e delle sue liriche d’ispirazione insurrezionalista, sebbene, in passato come al giorno d’oggi, sia stata e sia invece usata anche da partiti e individui che intendevano ed intendono raggiungere il socialismo mediante una via democratica e non insurrezionalista.

 

 

Di seguito l’originale, con una traduzione letterale in italiano (non in uso):

Francese

 

Debout, les damnés de la terre

Debout, les forçats de la faim!

La raison tonne en son cratère

C’est l’éruption de la fin.

Du passé faisons table rase

Foules, esclaves, debout, debout

Le monde va changer de base

Nous ne sommes rien, soyons tout!

C’est la lutte finale groupons-nous,

et demain (bis)Internationale sera le genre humain

Il n’est pas de sauveurs suprêmes

Ni Dieu, ni César, ni tribun,

Producteurs, sauvons-nous nous-mêmes

Décrétons le salut commun

Pour que le voleur rende gorge

Pour tirer l’esprit du cachot

Soufflons nous-mêmes notre forge

Battons le fer quand il est chaud.

C’est la lutte finale

Groupons-nous, et demain (bis)L’Internationale

Sera le genre humain

L’état comprime et la loi triche

L’impôt saigne le malheureux

Nul devoir ne s’impose au riche

Le droit du pauvre est un mot creux

C’est assez, languir en tutelle

L’égalité veut d’autres lois

Pas de droits sans devoirs dit-elle

Egaux, pas de devoirs sans droits.

C’est la lutte finale

Groupons-nous, et demain (bis)

L’Internationale

Sera le genre humain

Hideux dans leur apothéose

Les rois de la mine et du rail

Ont-ils jamais fait autre chose

Que dévaliser le travail

Dans les coffres-forts de la bande

Ce qu’il a crée s’est fondu

En décrétant qu’on le lui rende

Le peuple ne veut que son dû.

C’est la lutte finale

Groupons-nous, et demain (bis)

L’Internationale

Sera le genre humain

Les rois nous saoulaient de fumées

Paix entre nous, guerre aux tyrans

Appliquons la grève aux armées

Crosse en l’air, et rompons les rangs

S’ils s’obstinent, ces cannibales

A faire de nous des héros

Ils sauront bientôt que nos balles

Sont pour nos propres généraux.

C’est la lutte finale

Groupons-nous, et demain (bis)

L’Internationale

Sera le genre humain.

Ouvriers, paysans, nous sommes

Le grand parti des travailleurs

La terre n’appartient qu’aux hommes

L’oisif ira loger ailleurs

Combien, de nos chairs se repaissent

Mais si les corbeaux, les vautours

Un de ces matins disparaissent

Le soleil brillera toujours.

C’est la lutte finale,

Groupons-nous, et demain (bis)

L’Internationale,

Sera le genre humain.

 

Italiano

In piedi, dannati della terra,

In piedi, forzati della fame!

La ragione tuona nel suo cratere,

È l’eruzione finale.

Del passato facciamo tabula rasa,

Folle, schiavi, in piedi! In piedi!

Il mondo sta cambiando radicalmente,

Non siamo niente, saremo tutto!

È la lotta finale,

Uniamoci, e domani (bis)

L’Internazionale sarà il genere umano.

Non ci son supremi salvatori,

Né Dio, né Cesare, né tribuno,

Produttori, salviamoci noi stessi,

Decretiamo la salute comune.

Affinché il ladro renda il maltolto

E respiri l’aria della galera

Soffiamo nella forgia, noi stessi

Battiamo il ferro quando è caldo!

È la lotta finale,

Uniamoci, e domani (bis)

L’Internazionale sarà il genere umano.

Lo stato opprime e la legge imbroglia,

Le tasse dissanguano lo sventurato;

Nessun dovere è imposto al ricco,

Il diritto per i poveri è una parola vuota.

Basta languir nella tutela!

L’uguaglianza chiede altre leggi,

Niente diritti senza doveri, dice

Uguali, nessun dovere senza diritti!

È la lotta finale,

Uniamoci, e domani (bis)

L’Internazionale sarà il genere umano.

Orrendi nella loro apoteosi

I re della miniera e della ferrovia

Mai hanno fatto altra cosa

Che derubare il lavoro.

Nelle casseforti della banda

È stato fuso quel che s’è creato

Decretando che gli si renda

Il popolo non vuole che il dovuto.

È la lotta finale,

Uniamoci, e domani (bis)

L’Internazionale sarà il genere umano.

I re ci hanno ubriacato di fumo!

Pace tra noi, guerra ai tiranni!

Applichiamo lo sciopero alle armate,

Cannone puntato in aria e rompiamo i ranghi!

Se si ostinano, questi far di noi degli eroi

Sapranno presto che le nostre pallottole

Son per i nostri generali!È la lotta finale,

Uniamoci, e domani

(bis)L’Internazionale sarà il genere umano.

Operai contadini, noi siamo

Il gran partito dei lavoratori,

La terra non appartiene che agli uomini,

Il fannullone sloggerà!

Quanto si nutrono della nostra carne,

Ma se i corvi e gli avvoltoi

Un mattino scompariranno

Il sole brillerà per sempre!

È la lotta finale, Uniamoci, e domani

(bis)L’Internazionale sarà il genere umano

La terza strofa rieccheggia i “tre ideali traditi” della Rivoluzione francese, un tema caro ai canti socialisti ottocenteschi e di inizio Novecento, in quanto il movimento operaio era visto come il prosecutore e il coronatore della lotta dei sanculotti.

 

La sua versione russa fu invece l’Inno Nazionale dell’U.R.S.S. dal 1917 al 1944, quando, sostituita dal nuovo Inno dell’Unione Sovietica (la musica che vinse il concorso è del generale Aleksandr Aleksandrov), L’Internazionale divenne l’inno di partito del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

Fu inizialmente tradotta da Aron Koc (vero nome: Arkadij Jakovlevič Koc) nel 1902 e fu pubblicata a Londra da Жизнь (Žizn’, Vita), rivista per immigrati russi.

La prima versione russa era formata da tre strofe e il ritornello, poi fu estesa e rimaneggiata.

L’internazionale viene cantata da tutti coloro che si ispirano all’ideale socialista, quindi socialisti, comunisti (a seguito delle successive scissioni dai partiti socialisti negli anni ’20 da coloro che fonderanno i partiti comunisti sull’allora frattura politica attorno alla rivoluzione d’ottobre) ma anche, attualmente più raramente, dai socialdemocratici.

Fu anche il motivo cantato dagli studenti e dagli operai durante le proteste di Piazza Tiananmen nel 1989.

Nella fattoria degli animali di George Orwell l’inno viene parodiato nel motivo Beasts of England.

Tra le varie versioni dell’inno vi è quella prodotta nel 1974 dal gruppo di rock progressivo italiano Area, e quella di Robert Wyatt pubblicata nel 1982 nella raccolta di autori vari Recommended Records Sampler.

Attualmente la musica dell’Internazionale è di pubblico dominio in Italia e in tutti i paesi in cui il diritto d’autore dura meno di 80 anni dalla morte dell’autore (in Italia dura 70 anni dalla morte dell’autore).

 

 

La traduzione in italiano non è fedele all’originale e, all’inizio, fu criticata per questo. Nasce grazie a un concorso indetto nel 1901 dal giornale socialista satirico L’Asino, in cui vinse una versione firmata dallo sconosciuto E.Bergeret (probabilmente pseudonimo di Ettore Marroni (1875-1943), giornalista che usava appunto firmarsi “Bergeret” o “Ettore Bergeret” nei suoi articoli su Il Mattino di Napoli o La Stampa di Torino oppure di Umberto Zanni, avvocato e collaboratore di “Rassegna popolare del socialismo”).

Questa è la versione cantata ancor oggi, seppur con piccole variazioni a seconda delle fonti. Benché non sia molto fedele all’originale francese è diventato col tempo la versione più conosciuta e cantata in Italia. A volte la terza e quarta strofa non vengono cantate per accorciare il canto, eseguito spesso prima di incontri, celebrazioni o congressi politici.

Negli anni ’70, il poeta Franco Fortini ne scrisse una versione leggermente più simile all’originale, ma poco conosciuta, cosicché è rimasto il testo di Bergeret il più famoso e diffuso in italiano.

La prima strofa è quella che si avvicina di più al testo francese, in particolare all’ultima strofa dell’originale. L’ultimo verso dell’ultima strofa fa riferimento ancora una volta alla Rivoluzione Francese e in particolare al mese di Germinale, corrispondente nel calendario rivoluzionario francese al periodo dal 21 marzo al 19 aprile, l’inizio della primavera, simbolicamente la nascita della società proletaria, celebrata anche da Émile Zola nell’omonimo romanzo.

 

Compagni avanti, il gran Partito

noi siamo dei lavoratori

.Rosso un fiore in petto c’è fiorito

una fede ci è nata in cuor.

Noi non siamo più nell’officina,

entro terra, dai campi, al mar

la plebe sempre all’opra china

Senza ideale in cui sperar.

Su, lottiamo!

l’idealenostro alfine saràl

‘Internazionale futura umanità!

Su, lottiamo!

l’ideale nostro al fine sarà

l’Internazionale futura umanità!

Un gran stendardo al sol fiammante

dinanzi a noi glorioso va,

noi vogliam per esso giù infrante

le catene alla libertà!

Che giustizia venga noi chiediamo:

non più servi, non più signor;

fratelli tutti esser vogliamo

nella famiglia del lavor.

Su, lottiamo!

l’ideale nostro alfine sarà

l’Internazionale

futura umanità!

Su, lottiamo!

l’ideale

nostro alfine sarà

l’Internazionale futura umanità!

Lottiam, lottiam,

la terra sia di tutti

eguale proprietà,

più nessuno nei campi

dia l’opra ad altri che in ozio sta.

E la macchina sia alleata

non nemica ai lavorator;

così la vita rinnovata

all’uom darà pace ed amor!

Su, lottiamo!

l’ideale nnostro alfine sarà

l’Internazionale futura umanità!

Su, lottiamo!

l’ideale nostro fine sarà

l’Internazionale futura umanità!

Avanti, avanti,

la vittoria è nostra

e nostro è l’avvenir;

più civile e giusta la storia

un’altra era sta per aprir.

Largo a noi,

all’alta battaglia

noi corriamo per l’Ideal:

via, largo,

noi siam la canaglia

che lotta pel suo Germinal!

Su, lottiamo!

l’ideale nostro alfine sarà

l’Internazionale futura umanità!

Su, lottiamo!

l’ideale nostro fine sarà

l’Internazionale futura umanità!

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3 risposte a PICCOLA STORIA DELL’INTERNAZIONALE ( CANTO ) — DA WIKIPEDIA ++ LINK DELLA CANZONE DEL 1874 –MICHEL STRANIERO –DA CANZONI CONTRO LA GUERRA

  1. Donatella scrive:

    Mi pare che il testo francese sia più barricadiero e che si rifaccia naturalmente alle grandi rivoluzioni della Francia. Il termine popolo è diventato” Internazionale futura umanità”, un bel salto, almeno ideale, la cui costruzione spetta a tutte le generazioni future.

  2. Andrea scrive:

    Ma in realtà ho appena letto in libro di Sebastiano Vassalli “le due chiese” in cui si cita chiaramente che l autore della musica dell internazionale è una marcia per banda del maestro è Vincenzo Prandini

    • Chiara Salvini scrive:

      grazie del tuo contributo, andremo a vedere e correggeremo, comunque il tuo commento è già una correzione, ciao a-rivederci, chiara per il blog

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