IL POST MODA VENERDÌ 17 GENNAIO 2020::: Antonio Lopez rivoluzionò le illustrazioni di moda. Negli anni ’60 erano un modo fondamentale di raccontare i vestiti, come spiega una mostra a Milano alla GALLERIA SOZZANI IN CORSO COMO 10 – MILANO

 

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CARLA SOZZANI

Carla Sozzani (nata nel 1947) è un’editrice di libri e riviste, gallerista e imprenditrice italiana. Ha fondato la Galleria Carla Sozzani nel 1989 ed è la creatrice dello stabilimento d’arte / moda 10 Corso Como a Milano.

 

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FRANCA E CARLA SOZZANI—

Franca Sozzani (Mantova, 20 gennaio 1950 – Milano, 22 dicembre 2016) è stata una giornalista italiana.

 

 

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L’edificio al numero 10 di corso Como

FONDAZIONE SOZZANI

 

 

Galleria Carla Sozzani, il 10 Corso Como

LucaChp – Opera propria

 

 

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IL POST

  • MODA 
  • VENERDÌ 17 GENNAIO 2020

 

 

 

Antonio Lopez rivoluzionò le illustrazioni di moda

Negli anni ’60 erano un modo fondamentale di raccontare i vestiti, come spiega una mostra a Milano

 

Antonio Lopez rivoluzionò le illustrazioni di moda

 

 

 

Fino al 13 aprile la Fondazione Sozzani in 10 Corso Como a Milano ospita la mostra “Antonio Lopez, drawings and photographs“, dedicata a uno dei più famosi e rivoluzionari illustratori di moda degni anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Prima che le pubblicità e i servizi di moda – cioè quelli in cui vengono mostrati i vestiti – fossero realizzati interamente con le fotografie, i giornali e le grandi aziende di abbigliamento li mostravano anche attraverso illustrazioni e disegni (proprio come ha provato a fare Vogue Italia nel suo numero di gennaio, in nome della sostenibilità ambientale): da qui è facile capire l’importanza di Antonio Lopez, che per tre decenni fu uno dei disegnatori più richiesti e ammirati e lavorò per Vogue, il New York TimesHarper’s Bazaar, la rivista di Andy Warhol The Interview, Karl Lagerfeld, Versace, Missoni e molti altri.

 

 

1983, 1984   ( Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs )

 

 

 

 

Susan Baraz, 1963  ( Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

Paloma Picasso, 1975  (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

1981   (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

Lopez era nato nel 1943 a Porto Rico e si era trasferito da bambino negli Stati Uniti, dove suo padre lavorava in una fabbrica di manichini e la madre come sarta. Da adolescente studiò moda al Fashion Institute of Technology di New York, dove incontrò Juan Ramos, anche lui portoricano, che sarebbe diventato suo compagno nel lavoro e per alcuni anni anche nella vita. Mentre ancora studiava, Ramos iniziò a disegnare illustrazioni di moda per la rivista Women Wear Daily: erano schizzi tradizionali, con figurine sottili e allungate come si faceva all’epoca, in uno stile diversissimo da quello che sarebbe diventato il suo e che si delineò nel 1963, quando Lopez accettò un incarico dal New York Times. I suoi disegni si riempirono allora di colore, vitalità e provocazione: «Quando arrivai nel mondo della moda, l’illustrazione era un’arte morta, davvero noiosa, una roba da catalogo, molto Wasp. Io le feci una trasfusione», spiegò nel 1982 alla rivista People.

 

 

 

 

 

1982  (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs

 

 

 

Per Vanity, 1982  (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs

 

 

 

 

Lopez e Ramos vivevano come lavoravano, in un turbinio di feste, incontri, spensieratezza, circondandosi di artisti e modelle che li rispecchiavano: erano loro amici il fotografo di moda Bill Cunningham e Corey Tippin, e poi Donna Jordan, Jane Forth e Pat Cleveland, che divennero le “loro modelle”, con una bellezza molto diversa da quella prevalente all’epoca. Jordan e Forth si radevano le soppracciglia, Jordan aveva uno spazio tra gli incisivi ben prima che Georgia May Jagger lo facesse diventare alla moda, e Cleveland era afroamericana (cosa a quel tempo rara), irriverente e famosa per togliersi improvvisamente i vestiti in passerella. Sotto la guida di Lopez, sdoganarono il modo ingessato di posare e sfilare, colorandosi il viso, sorridendo, facendo mosse buffe o sensuali e provando a divertirsi.

 

 

Vern Lambert, 1982(Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

 

 

1983 (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

 

1966  (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

 

Per Franco Albini, 1981 (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

 

 

1983  (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

 

 

 

1982  (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

 

 

 

Vanity, 1982 (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

 

Nel 1969 Lopez, Ramos e il loro seguito di modelle si spostò a Parigi, finendo a vivere nell’appartamento di Karl Lagerfeld che allora era lo stilista dell’azienda Chloè: si svegliavano tardi, lavoravano il resto del tempo e concludevano la giornata al Club Sept, il centro della musica disco in Francia. Lopez allargò il suo seguito di modelle, contribuendo a lanciare le carriere di Grace Jones, Jessica Lange e Tina Chow, stringendo amicizia con il fotografo Jean-Paul Goude e lavorando anche per Yves Saint Laurent.

 

 

 

 

 

1983  (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

Blue Water, Pat Cleveland e Grace Jones, 1975(Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

 

 

 

Negli anni Ottanta Lopez e Ramos ritornarono a New York, dove si avvicinarono allo stile di vestire sportivo e della break dance da cui sarebbe partito il contemporaneo streetwear (cioè il modo di vestirti ispirato a quello dei rapper, con pantaloni larghi, felpe e sneaker). In quel periodo disegnò servizi e copertine per Vanity, la sperimentale rivista italiana di moda fondata dalla critica Anna Piaggi e pubblicata dal 1982 al 1989, e disegnò acquarelli per Missoni e Versace, con corpi maschili potenti e pieni di muscoli, molto vicini a un certo tipo di estetica gay (Lopez era bisessuale ed ebbe relazioni con molte sue modelle). Morì a 44 anni nel 1987 per complicazioni legate all’AIDS.

 

La mostra in Galleria Sozzani, curata da Anne Morin, raccoglie oltre duecento disegni originali, sequenze fotografiche, collage, diari, film, pagine e copertine di riviste che documentano il lavoro di Lopez e insieme la sua vita, quella del suo circolo di amici e di collaboratori e l’atmosfera di irriverente e creativa di quegli anni. È accompagnata dalla proiezione del documentario Antonio Lopez 1970: Sex, Fashion & Disco di James Crump, con interviste e immagini di Bill Cunningham, Jessica Lange, Grace Jones, Grace Coddington, Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld; dura 95 minuti, è inglese ed è proiettato in loop.

 

 

 

 

Antonio Lopez, 1974 (Antonio Lopez, dalla mostra Antonio Lopez, drawings and photographs)

Enquire Doodle

 il 10 November 2012

https://www.enquire.it/2012/11/10/antonio-lopez-fashion-illustration-photography/

 

Silvia Ragni

 

 

A PORTRAIT OF: ANTONIO LOPEZ

Antonio Lopez nasce a Porto Rico nel 1943, ma non rimane a lungo nell’isola centroamericana; con i suoi genitori emigra a New York all’età di sette anni. Una borsa di studio, vinta a soli dodici anni, gli offre la possibilità di frequentare la Traphagen School of Fashion. Il suo percorso formativo prosegue all’High School of Design e, successivamente, al celeberrimo Fashion Institute of Technology.

 

 

Non è ancora laureato quando, grazie a uno stage al Women’s wear daily, Antonio ha modo di evidenziare il suo straordinario talento di illustratore: su invito delle redattrici della rubrica di modisteria, ritrae la nuova collezione di Lilly Dachè ed uno dei suoi disegni, pubblicato in prima pagina, gli vale un’assunzione immediata presso lo staff della famosa modista. Non vi rimarrà a lungo. Dopo appena sei mesi, infatti, riceve una proposta di collaborazione dal New York Times, e passa ben presto a lavorare a stretto giro di gomito con le fashion editor. Sarà l’inizio di una lunga e fruttuosa esperienza, che lo porterà ad esplorare l’influenza di forme artistiche come la pop e la op art sullo stilismo di moda.

 

 

 

 

 

Si firma semplicemente Antonio, omettendo il cognome: un nome di battesimo che è ormai un trademark della fashion illustration e che conserverà anche quando, in connubio con Juan Ramos, un ex compagno di corso del FIT, inizierà con lui una proficua partnership creativa. È la prima metà degli anni sessanta, e Antonio si propone come free-lance per riviste di prestigio quali VOGUEElleHarper’s Bazaar e Interview di Andy Warhol, lavorando contemporaneamente per il couturier Charles James di cui realizza una raccolta illustrata di tutte le sue collezioni.

 

 

 

Quando, nel 1969, si trasferisce a Parigi insieme all’inseparabile Juan Ramos, la sua carriera decolla internazionalmente: i due rimarranno nella Ville Lumière per sette anni, sperimentando un periodo di immensa effervescenza creativa in cui arte e glamour si fondono indissolubilmente. Antonio e Ramos frequentano Karl Lagerfeld, si improvvisano talent scout scoprendo giovanissime aspiranti modelle americane come Jerry HallGrace Jones e Jessica Lange, diventano figure basilari del fashion business diffondendo la Pop Art nell’ambiente parigino.

 

 

 

Negli anni settanta, Antonio Lopez ha ormai consolidato le sue modalità espressive diversificando la sua arte in molteplici e variegate direzioni: leit motiv principale della sua produzione è uno stile esplosivo, di forte impatto, energico, in cui viene iperbolizzata una sensualità femminile elegante e disinvolta. Le donne di Antonio sono pin up contemporanee che esibiscono sfrontatamente, ma mai sguaiatamente, una femminilità che emana attorno a sé un alone di incanto e di glamour nella sua quintessenza. Tra i suoi soggetti ricorrenti Jerry HallDonna JordanGrace JonesJessica LangePaloma Picasso, Maria Snyder, Tina Chow e Pat Cleveland.

 

 

 

Antonio le immortala servendosi di varie tecniche: dal disegno (amava utilizzare la matita, la penna, il carboncino, l’inchiostro) alla fotografia: adora ritrarre l’atmosfera informale ed estemporanea dei backstage, come AndyWarhol è un Polaroid-addicted e ama cogliere l’attimo. Ma la grande passione artistica di Antonio sono le ragazze con un background genetico multietnico, che ispirandosi ad un’archetipa Josephine Baker, identifica nelle più significative rappresentanti della vera bellezza del ventesimo secolo.

I suoi ritratti sono raccolti in un volume, Antonio’s girls, pubblicato nel 1982: un testo irrinunciabile, per chiunque volesse approfondire la poetica glamour della sua opera.

Nel 1985 esce invece Antonio tales for the thousand and one nights, che ispirò a Marc Jacobs il motivo principale del Christmas Party 2007 intitolato alle Arabian Nights.

 

 

L’espressione artistica di Lopez non si limita, tuttavia,  alle foto ed alle illustrazioni: poliedrico, curioso, inventivo, estroso, si dà al design ideando gioielli, scarpe e tutto quel che possa espandere la  sua incredibile vena creativa. Sue, anche le vetrine allestite da Fiorucci e allo Studio 54 di New York.

Prosegue, intanto, la collaborazione con Interview, dove i ritratti delle sue pupille incrementano enormemente la loro popolarità. L’universo di Antonio, denso di sfrontatezza, sexual freedom , fantasia, è un microcosmo in cui talento e provocazione si mescolano, in un vortice di colori, ad una nightlife intensissima fatta di incontri, stravaganza con la ‘s’ maiuscola, icone queer, flirt audaci e innumerevoli eccessi. Le sue opere assorbono e riflettono un’epoca in cui la seduzione si accompagna al sublime, in cui uomini e donne ricercano, servendosi di uno spiccato gusto estetico, un cocktail unico ed esclusivo di fascino ed eccentricità. Un’epoca di cui lo  Studio 54 rappresenta il simbolo e l’iconografia più pregnante: immaginazione, estro, sogno costituiscono le tre coordinate attorno alle quali ognuno organizza la propria esistenza.

 

 

 

Antonio è onnipresente ai party più sfavillanti e, naturalmente, non manca mai di immortalarne il set e i personaggi. La sua carriera sfolgorante lo porta a MilanoTokyoKyotoMelbourneSydney e in un’interminabile serie di location internazionali.

Ma negli anni ’80, un agghiacciante presagio di morte inizia ad aleggiare nell’aria: l’AIDS  fa il suo ingresso in una società sommamente festaiola e sfrenata. Antonio ha solo 44 anni quando muore, a Los Angeles, per complicanze dovute al virus. Juan Ramos gli sopravvive di otto anni: anche lui affetto da AIDS, viene stroncato dalla malattia nel 1995.

 

 

Postume, sono state pubblicate altre tre raccolte dell’opera di Antonio: Antonio: ’60,’70,’80: three decades in style (1995), Antonio Lopez: Instamatics (2002) e Antonio’s people (2004), queste ultime due curate da  Paul Caranicas.

 

È invece recentissima la monografia Antonio Lopez: Fashion, Art, Sex& Disco, scritta a quattro mani da Roger e Mauricio Padilha con prefazione di André Leon Talley ed epilogo di Anna Sui. Il corposo volume, uscito lo  scorso 4 settembre, racconta il mondo di Antonio a tuttotondo, includendo tra l’altro una splendida serie delle sue illustrazioni suddivise per tecniche e personaggi. Edito da Rizzoli, è al momento rintracciabile in Italia presso i siti di e-commerce.

 

 

Sempre postume, sono state organizzate numerose mostre ed esposizioni dell’ opera di Antonio, tra cui  ricordiamo Drawing Fashion, allestita al Design Museum di Londra. Il suo stile è stato definito flamboyant: fiammeggiante come il suo talento, che rimane innegabilmente immortale.

 

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