SIAMO STATI A CALCATA, UN BELLISSIMO BORGO DI MENO DI MILLE ABITANTI, IN PROVINCIA DI VITERBO NEL LAZIO — +++ VILLA E PARCO DELL’ARCHITETTO PAOLO PORTOGHESI ( 1931 ) — CHE ABITA LI’ A CIRCA 40 KM DA ROMA…

 

 

 

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«Calcata è isolata»: l’allarme di Paolo Portoghesi per il borgo delle fate

 

Calcata (Cargàta in dialetto locale) è un comune italiano di 921 abitanti ( DATI GIUGNO 2019 ) della provincia di Viterbo nel Lazio che dista dal capoluogo circa 45 km.

Il centro storico di Calcata, arroccato su di una montagna di tufo, domina la verde valle del fiume Treja.

 

MOLTO ALTRO NEL LINK:

https://it.wikipedia.org/wiki/Calcata

 

 

 

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Calcata – Mappa

POSIZIONE DI CALCATA NELLA PROVINCIA DI VITERBO

 

 

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Dopo il terremoto di Messina del 1908 alcuni borghi vengono giudicati poco sicuri e, nel 1935, una legge decreta l’abbandono e la demolizione delle case di borghi ritenuti a rischio. Anche Calcata è tra questi e deve essere abbandonata dai suoi abitanti. Una Calcata Nuova inizia a vivere poco distante.

Ma la Calcata medievale non muore. Nei primi anni ’60 inizia una nuova era per questo stupendo piccolo borgo che diventa qualcosa di diverso: un luogo d’incontro tra persone che, come dice Paolo Portoghesi, uno dei primi scpritori del borgo, “sentono i fattori negativi dell’ambiente urbano, persone interessate alla cultura e che apprezzano ciò che è piccolo, in scala umana”. Perizie geologiche hanno confermato la solidità della rupe ed il borgo ha riottenuto l’abitabilità.

Calcata è di origine falisca. Costruita su uno spettacolare sperone tufaceo, è nel Parco Regionale della Valle del Treja, in provincia di Viterbo a circa quaranta chilometri da Roma in una zona abitata fin dalla metà del II millennio a.C.Sui colli intorno a Calcata e soprattutto su Narce, Pizzo Piede e Monte Li Santi, scavi archeologici hanno individuato tracce di un grande abitato falisco che ebbe la sua massima fioritura tra il VII e il VI secolo a.C

I falisci era una popolazione italica connessa con il mondo etrusco ed aveva come capitale Faleri Veteres, l’odierna Civita Castellana. Nel 241 a.C. Tutta l’area passa sotto la dominazione romana.Il borgo, come si può ancora oggi vedere, conserva una struttura medievale. Fu feudo degli Anguillara, dei Sinibaldi e, infine, dei Massimo.

 

LE FOTO ALL’INTERNO DEL BORGO E IL TESTO QUI SOPRA SONO DEL LINK::

http://papale-papale.it/articolo/2948/calcataborgo-disubbidiente

 

 

 

LA VILLA – E SOPRATTUTTO IL PARCO – DI PAOLO PORTOGHESI E MOGLIE A CALCATA

 

LATITUDINEX–20 DICEMBRE 2017

Calcata, il giardino delle meraviglie di Paolo Portoghesi

 

SONIA ANSELMO

 

 

 

 

Ci sono pochi luoghi al mondo che catturano l’anima e commuovono per la bellezza. Il giardino dell’architetto PaoloPortoghesi a Calcata è uno di questi. Se, poi, si ha la fortuna di visitarlo con lui e la moglie come chaperonè ancora più suggestivo.

Tra ricordi, influenze artistiche e meraviglie della flora e della fauna, il parco regala autentiche emozioni. Complice la fine dell’autunno che colora la vite americana all’esterno della recinzione, tinge di giallo le foglie lungo la salita tra i vicoli di Calcata, sospesi tra zona nuova e il borgo antico, e lascia i cachi arancioni sospesi sugli alberi, mentre una gatta vuole le coccole accanto ad un’antica vasca.

 

 

 

 

FACCIATA CASETTA BIBLIOTECA

 

 

 

In quello che è stato nominato “il parco più bello” del 2017, tra una selezione di molti altri che tiene conto dell’interesse botanico e storico-artistico, ci si accede da un’entrata poco vistosa: appena varcata due giganteschi limoni sono chiusi in altrettante serre slanciate, mentre si sale verso il prato che offre vedute panoramiche su tutto il vallone del Treja e di Calcata e un grande uovo, come simbolo della vitae del rinnovamento, dà il benvenuto.

 

 

CANCELLO DEL GIARDINO

 

 

 

TEMPIETTO E E VASCA

 

 

 

FONTANA

 

 

Le sorprese sono continue mentre si ci addentra tra installazioni, fontane, giochi di aiuole, terrazze e percorsi ben delineati: ogni zona ha un leggio in ceramica che riporta una poesia, un rigo di un poema, un pensiero, di illustri scrittori, come Keats e Rimbaud, e artisti che rende il giardino in qualche modo “letterario”.

 

 

 

 

Già in sé, ha un filo conduttore come un racconto sviluppato in quattro parti dove si incontrano tempietti circolari, due teste-mostro ispirate all’orco di Bomarzo, ma in versione sorridente, giardini all’italiana, una geometria a forma di stella, uno scalone che evoca quello disegnato da Michelangelo per la biblioteca Laurenziana a Firenze, un prato circondato da sei ulivi secolari dai tronchi che sembrano sculture e che Portoghesi ha chiamato come alcuni artisti a lui cari: Bernini, Moore, Rodin, Michelangelo, Borromini e Brancusi.

 

 

 

ELEMENTI ARCHITETTONICI

 

 

 

Una grande vasca-fontana sembra digradare verso l’infinito e il panorama della valle: ricorda quelladell’Alhambra di Granada ed è una delle tante ispirazioni che l’architetto ha preso dai viaggi intornoal mondo e rese concretezza.

Ovunque, ulivi, alberi da frutto, lecci, cipressi, un ginko biloba enorme, e moltissime rose dai mille colori ancora in boccio in tardo autunno. Tutto curatissimo e mantenendo un legame stretto con il territorio della valle del Treja e l’alto Lazio.

 

OCCHI SORRIDENTI

 

 

SCALINATA DEL GIARDINO

 

 

FONTANA DELLA VASCA IN FUNZIONE

 

 

Il cuore di tutto è una vasta sezione dedicata agli animali, quasi fosse una moderna arca di Noè. Inizia ruotando intorno ad un laghetto circolare con centinai di uccelli acquatici, rare anatre, oche delle Hawaii, che sembrano sempre battibeccare, due pellicani che si asciugano le ali al sole.

Sono tantissimi gli animali, in particolare uccelli, che la moglie dell’architetto, la signora Giovanna Massobrio, cura personalmente e che a volte ha salvato da brutte esperienze. Alcune sono specie protette e qui in questo angolo di paradiso stanno molto bene, riverite e accudite. Tutte la riconoscono quando passa loro accanto, se si trovano nelle grandi gabbie arrivano a sfiorare la sua mano alla ricerca di un biscotto e la leccornia: Giovanna Massobrio, ridendo, dice che ogni volta che passa qui paga il pegno, e subito un gufo sbatte le ali alla ricerca della ghiottoneria e una gru coronata si spinge a toccarle le dita, facendo brillare d’amore gli occhi azzurri della signora.

GRU CORONATA

 

 

GIOVANNA E LA GRU

 

 

 

Nelle ampie gabbie ci sono fenicotteri, ibis, cicogne e pappagalli, ma la sorpresa più bella si trova vicino ai recinti per le capre, i lama e gli asini. C’è una cicogna libera che se ne sta un po’ in disparte, ma soprattutto c’è una splendida gru della Manciura accompagnata da due altri esemplari di piccole gru africane, le damigelle, le chiama la signora Giovanna, dovunque va l’imponente gru grigia dal collo rosso, loro la seguono. E lei ha un obiettivo preciso: il professor Portoghesi.

 

 

GRU DELLA MANCIURIA CON LA GRU DAMIGELLA

 

 

PORTOGHESI E LA GRU

 

 

CICOGNA IN LIBERTA’

 

 

Chicca, come si chiama, ha un legame molto profondo con lui: appena lo vede corre incontro e cerca di sfiorarlocon il lungo collo, poi arretra di qualche passo e si solleva sulle zampe spalancando le ali e si agita come volesse spiccare il volo: è la famosa danza della gru, movimenti aggraziati di ali e di passi avanti e indietroche lasciano incantanti e commossi. L’archiettetto l’asseconda, la imita, la segue agitando le braccia aperte. Una comunione di amore, quella tra l’uomo e l’animale, in totale simbiosi.

Chicca è stata adottata anni fa dai coniugi Portoghesi, dopo qualche mese in questo parco, dove vive libera in compagnia di oltre settecento uccelli di specie diverse, ha cominciato a cercare il professore per inscenare per lui la famosa danza. Portoghesi non si è mai tirato indietro, anzi, ogni volta è felicemente stupito per il gesto della sua gru.

 

 

 

 

 

 

Non è l’unica ad apprezzare il professore, anche gli asinelli appena lo vedono avvicinarsi al recinto corronoa farsi accarezzare. Anche questi animali sono stati salvati, come quelli amiatini e quelli bianchi dell’Asinara: la signora Giovanna ha messo su un allevamento di varie razze in via di estinzione, iniziando proprio portando in salvo un asino da un contadino che lo stava portando al macello, una trentina di anni fa.

 

 

 

 

Realizzato nel 1990, quando i coniugi hanno comprato una serie di terreni e case vicine, il parco è di un totaledi tre ettari ed è stato volutamente ideato da Portoghesi come un luogo dei ricordi, dove è stata la natura ha suggerire l’architettura, e spesso ci invita i suoi allievi per qualche lezione.

 

 

 

 

Grande studioso del barocco, affascinato dal liberty, l’architetto ha creato anche un angolo di relax nel suo giardino: la biblioteca dell’angelo, chiamata così per una scultura custodita all’interno di una tipica casetta di Calcata, è un affascinante cura per l’anima con i suoi volumi, i preziosi souvenir presi in giro per il mondo, soprattutto in Asia, e le mensole con il profilo disegnato della signora Giovanna.

Usciti da questo paradiso per la mente, gli occhi continuano a inebriarsi delle meraviglie del parco, arricchite dai colori dell’autunno.I coniugi Portoghesi vivono a pochi metri, in una casa elegante e di pietra antica, con una vista spettacolare su Calcata. L’antico borgo medievale, insieme al vicino Mazzano Romano e al Parco del Treja, ha ideato un piano di sviluppo turistico, che prevede molti itinerari alla scoperta delle bellezze, archeologiche, storiche, gastronomiche e naturali, del territorio. Il giardino di Portoghesi rientra in questo progetto ed è visitabile, basta chiedere alle guide autorizzate di Calcata. ( www.associazionedromos.it)

 

 

 

 

 

 

Info www.comune.calcata.vt.it

In collaborazione con www.comune.calcata.vt.it

www.mazzanoromano.rm.gov.it

Foto di Sonia Anselmo

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2 risposte a SIAMO STATI A CALCATA, UN BELLISSIMO BORGO DI MENO DI MILLE ABITANTI, IN PROVINCIA DI VITERBO NEL LAZIO — +++ VILLA E PARCO DELL’ARCHITETTO PAOLO PORTOGHESI ( 1931 ) — CHE ABITA LI’ A CIRCA 40 KM DA ROMA…

  1. mariapia. scrive:

    dire bello è poco,meraviglioso sia per la bellezza del luogo e per la ‘particolare descrizione del posto.bellissimo il paesino cosi arrocato sulla roccia,per non parlare della villa dell’architetto.,e dei
    fenicotteri intono a lui.complimenti per aver trovato un luogo così bello da far conoscere a tante persone

  2. Donatella scrive:

    Meraviglioso! Meraviglioso anche il fatto che sia aperto al pubblico.

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