DONATELLA CARA ! ANTONIO PADELLARO: IL PROF. CACCIARI E L’INTERROGAZIONE COL BOTTO –IL FATTO QUOTIDIANO DEL 5 APRILE 2020, pag. 12 –un ritratto che è un gioiellino…

 

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A proposito di importanti personaggi della cultura italiana, su “Il Fatto” di ieri, domenica 5 aprile 2020, a pag.12, ho letto un piccolo articolo di Antonio Padellaro, intitolato “Il Professor Cacciari e l’interrogazione col botto”. Mi sembra un piccolo ritratto veritiero e quasi affettuoso del personaggio.

 

” Mi sta davvero chiedendo se saremo migliori o peggiori? Non cambierà niente”. Massimo Cacciari intervistato dal ” Corriere della Sera”.

 

 

Al ginnasio avevo un professore di matematica con un metodo infallibile per terrorizzare la classe e costringerci a studiare le equazioni: le interrogazioni col botto. più il disgraziato di turno alla lavagna si impappinava col gessetto a mezz’aria e più il cerbero tamburellava nervosamente con le nocche sulla cattedra finché, a tempo scaduto, il crescendo di percussioni esplodeva con una terrificante manata sulla superficie lignea, in una sentenza inappellabile: il botto. Talché, quando mi capita di incrociare Cacciari in qualche dibattito televisivo, e la memoria di quel trauma mi sovviene, al primo brontolio con saetta incorporata cerco d’ingraziarmelo con un cauto ( e vile) ” concordo con il Professore”( sì, dalla laringe mi esce perfino una P maiuscola); quindi ne scruto l’espressione sperando in un cenno di assenso, come davanti a quella lavagna. Pronto a fare dietrofront nel caso mi fossi avventurato su un terreno minato per non rischiare un metaforico scappellotto- Scherzo naturalmente, anche se l’intervistatrice Candida Morvillo merita un plauso per certe domande ardimentose su colore della chioma e immortalità. Cacciari, e qui torno serissimo, ha tra gli altri il dono di incenerire con una parola ( o con una smorfia) la retorica melensa ” dello stare a casa, dei carrarmati nelle strade, degli Inni di Mameli e via blaterando”. Aggiungerei: i diari intimisti sulle passeggiate nel tinello e sulla riscoperta dei valori familiari. Quanto a certi interrogativi esistenziali sul “dopo”, il Professore ci dice esattamente quello che potremmo trarre non da Immanuel Kant, ma da una semplice rilettura del sussidiario di storia:” Non cambierà niente, la maggioranza della gente spera di tornare a vivere come prima e altri sperano, come prima, di vivere un po’ meglio”. Infine:” Pensare come se questa fosse la terza guerra mondiale è un’idiozia”. Applausi. Ci accompagna l’immagine di lui che “ogni tanto tira un colpo al calciobalilla, ed è molto nervoso”. Avercene.

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