ROA è uno street art nato nel 1976 a Gand in Belgio. Ha lavorato nelle strade delle più diverse città del mondo in Europa, Stati Uniti, Australia, Asia, New Zealand e Africa. Di solito usa il nero e il bianco, ma può usare anche colori accesi.
Nel 2014 ha partecipato con molti disegni al progetto Djerbahood che riguarda l’isola della Tunisia Djerba.
continua nel link sotto :
https://en.wikipedia.org/wiki/ROA_(artist)
FOCUS.IT —
29 OTTOBRE 2014
https://www.focus.it/cultura/arte/graffiti-che-danno-voce-agli-animali-l-arte-di-roa?gimg=13#img13
Le opere monumentali e struggenti di ROA, uno street artist belga che rappresenta la sofferenza della fauna causata dall’uomo. Graffiti spettacolari che fanno riflettere.
| ELISABETTA INTINI
< 1/14 > Ci sono graffiti ironici, colorati e decorativi che ogni città vorrebbe esporre sui propri muri. E poi ci sono le opere, tanto suggestive quanto spietatamente realistiche di ROA, un artista belga noto per i murales ispirati al tema della sofferenza animale.
< 2/14 > Gli animali di ROA non sono padroni dell’ambiente metropolitano (come certi ratti dipinti da Banksy) ma si trovano costretti, umiliati da esso e dall’intervento umano. La caccia e l’inquinamento sono i fattori che l’artista belga chiama più spesso in causa, come minaccia per la fauna che circonda.
< 3/14 > Talvolta i disegni trasmettono un semplice, a tratti poetico, desiderio di fuga…
< 4/14 > Più spesso sono veri e propri pugni nello stomaco che denunciano le condizioni di vita – e di morte – che imponiamo agli altri viventi.
< 5/14 > ROA, originario di Ghent, in Belgio, è un artista cosmopolita che ha lavorato in Austria, Canada, Gran Bretagna, Norvegia, Polonia, Stati Uniti, Argentina, Cambogia, Africa.
< 6/14 > Per ogni paese in cui lavora sceglie, come soggetti, animali tipici della fauna locale.
< 7/14 > La tela è sempre costituita, comunque, da edifici abbandonati (qui siamo in Cambogia).
< 8/14 > I disegni sono quasi sempre in bianco e nero, realizzati ispirandosi a foto viste sul web, senza un bozzetto preparatorio.
< 9/14 > La precisione nella resa del dettaglio anatomico è quasi un’ossessione per ROA, che in alcuni casi indugia sulla resa dei muscoli e dello scheletro dei suoi soggetti (in questo caso, ha meticolosamente realizzato le ali di un gufo).
< 10/14 > Qui siamo a Panama. Non sempre i graffiti animali di ROA hanno la denuncia come scopo primario. Talvolta le sue opere vogliono abbellire e nobilitare aree urbane considerate pericolose e poco raccomandabili.
< 11/14 > Nel panorama culturale di riferimento di ROA troviamo musicisti come Led Zeppelin e Jimi Hendrix, i film di David Lynch e Fellini ma anche The Shining, e – forse un riferimento più visibile nei suoi lavori – la versione illustrata di Sulle Origini delle Specie di Darwin.
< 12/14 > «Questi luoghi hanno un carattere unico» ha detto ROA riferendosi agli edifici su cui preferibilmente disegna «le fabbriche in disuso, un tempo luoghi caotici e trafficati, divengono terre di nessuno dove la natura ritorna, roditori e uccelli sono gli unici sopravvissuti e si riappropriano di questi posti come gli esseri umani hanno fatto prima di loro».
< 13/14 > Un’altra ragione per preferire i luoghi poco frequentati o abbandonati è la possibilità – spiega l’artista – di lavorare senza essere disturbati, e senza dare nell’occhio.
< 14/14 > Non sui rami di un albero, ma su un filo spinato: la triste condizione degli animali che popolano le nostre città, spesso costretti a vivere in una dimensione innaturale, creata dall’uomo ma al contempo disumana.
Efficaci, direi impietosi, questi disegni, che ci parlano di una natura umiliata.