4 LUGLIO / 1° NOVEMBRE 2020 ::: PALAZZO DUCALE — STREET ART — DOPO BANSKY—SHEPARD FAIREY / OBEY –.”  Obey fidelity. The art of Shepard Fairey ” — fonti varie – indicate

 

OPERE DI OBEY DA INTERNET ::

 

 

OBEY street art: la storia di Shepard Fairey | disagian

 

 

 

OBEY street art: la storia di Shepard Fairey | disagian

 

 

 

 

Streetart Flash – Obey Giant @Denver, USA – Barbara Picci

 

 

 

 

 

OBEY | Street Artist | Street Curator

 

 

 

 

Streetart – Obey Giant @ Los Angeles, USA | Art urbain, Art ...

los angeles

 

 

 

 

OBEY GIANT: l'artista che rivoluzionò il concetto di street-art

 

 

 

DA ARTE.SKY — testo e immagine che segue

https://arte.sky.it/2020/06/obey-genova-mostra-palazzo-ducale/

 

Arte e impegno sociale nella mostra di Obey in arrivo a Genova

22 giugno 2020

OBEY, We the People, Protect each other, 2017 serigrafia su carta. Collezione Pinto © Delphine Diallo

OBEY, We the People, Protect each other, 2017 serigrafia su carta. Collezione Pinto © Delphine Diallo

È considerata una delle voci più influenti della street art internazionale. Stiamo parlando di Obey, autore dell’iconico poster “Hope”, che ha accompagnato la prima campagna elettorale di Barack Obama. L’artista statunitense sarà presto in mostra al Palazzo Ducale di Genova.

Il Palazzo Ducale di Genova continua la sua indagine sul mondo della street art, accogliendo tra le sale del museo un altro nome culto della scena contemporanea. Dopo la rassegna dedicata al “re” dell’arte urbana Banksy, questa volta tocca a Obey trasformare le pareti dell’istituzione ligure con una monografica che si preannuncia tra gli appuntamenti imperdibili del calendario estivo nazionale.

Aperta dal 4 luglio al primo novembre, la mostra – dal titolo Obey fidelity. The art of Shepard Fairey – è un viaggio senza precedenti, nel nostro Paese, dedicato alle imprese creative di uno degli autori per eccellenza del muralismo di oggi, balzato all’attenzione del pubblico nel 2008, in seguito alla realizzazione del manifesto simbolo della campagna elettorale di Barack Obama.

 

OBEY TRA ESTETICA E PROPAGANDA

Allestite all’interno di un percorso espositivo suddiviso in quattro capitoli – ognuno dei quali dedicato ai temi della donna, dell’ambiente, della pace e della cultura–, le opere raccolgono messaggi militanti, slogan politici e dal tono sociale, reinterpretati attraverso lo stile riconosciuto dell’artista americano. In ognuna delle immagini esposte, grafiche sovietiche e giochi di prospettiva futuristi, pitture parietali latinoamericane e muralismi del primo Novecento si fondono in perfetta armonia, offrendo agli occhi del pubblico lavori allo stesso tempo unici e familiari, capaci di guardare al futuro strizzando l’occhio alle principali correnti estetiche del passato.

 

Il messaggio pacifista ed ecologista di Obey ci rende piccoli ‘soldati’ di una nuova militanza”, spiega Gianluca Marziani, curatore del progetto insieme a Stefano Antonelli.

Fate arte al posto della guerra. Celebrate la bellezza al posto della violenza. Denigrate il male con alti dosaggi di consapevolezza morale. È come se gli anni Settanta delle culture antagoniste tornassero a nuotare nel mare fluido del web”.

 

obey - shepard fairey - litografía original - w - Acquista ...

 

 

Ne sono un esempio l’opera We the people – Defend dignity ( immagine sopra ), una grafica politica in risposta al sentimento xenofobo e razzista che sta prendendo piede in America,

 

 

Angel of Hope and Strength - Obey Giant

ANGEL OF HOPE AND STRENGTH - Obey Giant

 

o ancora Angel of Hope and Strength ( opera sopra ), la serigrafia realizzata appositamente in omaggio agli operatori sanitari in lotta contro il Covid-19. E poi litografie, stampe in grande formato e immagini pubblicitarie. Una mostra carica di messaggi e di speranza, insomma, per far ripartire all’insegna del cambiamento e della consapevolezza la nuova stagione espositiva del museo.

 

 

altre opere da internet :::

 

 

 

Streetart Flash – Obey Giant @ Seattle, USA – Barbara Picci

 

 

 

 

 

VIENNA

Herzi Pinki – Opera propria

 

 

 

FOTO DEL 2011

 

Frank Shepard Fairey (Charleston, 15 febbraio 1970) è un artista e illustratore statunitense.

È uno dei più noti esponenti dell’arte di strada. È conosciuto anche col nome d’arte Obey.

 

 

Dal 4 luglio la mostra dello street artist Obey a Palazzo Ducale ...

Nel Gennaio del 2008, Shepard Fairey iniziò a lavorare al progetto di un poster che sarebbe diventato l’immagine non ufficiale della campagna politica di Barack Obama durante le elezioni presidenziali dello stesso anno e, successivamente, grazie alla massificata diffusione, un prodotto di arte grafica globalmente riconosciuto. Nonostante tale artefatto grafico non fosse ufficialmente legato alla campagna del futuro presidente, il 22 Febbraio dello stesso anno l’artista ricevette da Obama una lettera nella quale egli si dichiarava “privilegiato di essere parte del suo lavoro artistico e fiero di avere il suo supporto.

 

Analisi grafica

Per poter comprendere come questo poster abbia avuto tanto successo in così poco tempo è necessario analizzare dal punto di vista grafico l’importanza che assumono i singoli elementi che lo compongono, ossia: colori, immagine e carattere tipografico utilizzato. Dal punto di vista del colore Fairey, ispirandosi anche alle opere grafiche di Andy Warhol, scelse di rendere i volumi dell’immagine attraverso una quadricromia che mostrasse le ombre e le luci. I colori proposti (rosso, beige e blu in due tonalità differenti) sono un chiaro richiamo alla bandiera statunitense e una semplice ma efficace tecnica per caricare l’opera di una grande forza patriottica. Le diverse sfumature di blu aiutano a definire le forme del personaggio rappresentato e conferiscono al poster profondità. Il colore beige sul volto del futuro presidente è stata considerata una mossa strategica per indicare che il colore della pelle è un fattore ininfluente. Anche l’immagine utilizzata dall’artista per questo manifesto non è stata frutto di una scelta casuale, bensì di una ben precisa e ponderata. Il ritratto di Obama, mostra il presidente con lo sguardo che sembra volgere al futuro e con un’espressione seria ma che trasmette concentrazione, sicurezza e autorità, impattando positivamente chi guarda questo artefatto grafico. Un altro elemento che conferisce una certa aura di iconicità a “Hope” è la somiglianza tra il ritratto di Obama proposto da Fairey nella sua opera e quello più famoso del 35º Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, considerato uno dei più celebri di sempre, anch’esso raffigurato guardando in alto verso sinistra, nella stessa direzione di Obama, coincidenza che rende l’opera capace di veicolare una forte fiducia e speranza negli elettori. Sotto l’immagine e a essa strettamente collegata, spicca la scritta “Hope”, realizzata utilizzando il font “Gotham”, un font disegnato dalla fonderia “Hoefler & Co.” La parola occupa la parte sottostante del manifesto e il carattere scelto, lineare e senza grazia, combinato con l’uso esclusivo delle maiuscole, oltre a conferire un senso di solidità, non lascia spazio a incertezze e permette soprattutto leggibilità anche da grandi distanze.

 

 

La causa legale—

NEL LINK SOTTO ::

https://it.wikipedia.org/wiki/Shepard_Fairey

 

 

 

 

22 gennaio 2017

 

We the people. Anche Shepard Fairey si schiera contro Trump: con questi manifesti

 

I MANIFESTI COMMISSIONATI DA AMPLIFIER FOUNDATION PRENDONO IN PRESTITO LA PRIMA FRASE DELLA COSTITUZIONE AMERICANA E MOSTRANO TUTTE LE MINORANZE ETNICHE CHE COMPONGONO LA CITTADINANZA STATUNITENSE

 

 

Shepard Fairey, We the People (courtesy Obey Giant)

WE THE PEOPLE

 

 

Shepard Fairey, We the People (courtesy Obey Giant)

 

 

 

Shepard Fairey, We the People (courtesy Obey Giant)

 

 

Shepard Fairey, We the People (courtesy Obey Giant)

 

 

 

Shepard Fairey, We the People (courtesy Obey Giant)

 

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