IL NOSTRO CARO ROBERTO … CHE COME POTETE CONSTATARE de visu — E’ ” COME SEMPRE ” UN GRAN FIGO — ancor più quando scrive ” ispirato ” come stasera…un abbraccio da tutto il blog, ch.

 

 

 

ROBERTO RODODENDRO, LA CITTA’ A ORIENTE ///non funziona piu la tastiera/// una poesia che a lui piace///E a noi … MUSICA @ ROMANTICA SOTTO….

 

 

 

 

ROBERTO RODODENDRO :: UN RACCONTO IN POESIA :::: ” Le strade e la solitudine / O la notte che non puoi stare / Da nessuna parte “

 

 

 

ROBERTO RODODENDRO, METTE IN PAROLE CON UNA BELLA POESIA UN’ IMMAGINE DI MARIO BARDELLI… —- — ” INCUBO. ( GLI ANNI CHE VERRANNO ) “, roma 13.11.1993

 

 

 

ROBERTO RODODENDRO, SANREMO, 1943

 

Casualmente e giusto ieri sera o notte stavo leggendo , nel senso “preso in mano” un libretto di poesie di Cesare Pavese tra cui “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”. Sono versi che m’incantano da almeno sessant’anni e sempre un po’ di più, anche se Pavese non pensava alla vecchiaia in quella morte. Ma tutto questo non c’entra perché come al solito divago. Divago perché comincio ad essere vecchio ed a perdermi nei meandri che siano ricordi o semplici ritorni qua e là a passeggio?Non importa e non mi lascerò distrarre…… stavo leggendo Pavese e mi saltano agli occhi questi versi sulla vecchiaia:

Il piacere del vecchio è sorprendere le ultime stelle
Sotto l’alba, poi bere una volta e girare per strada.
Uno ha sempre saputo che il mondo finisce così:
ci si trova tra visi di gente inaudita, e non basta guardarli e pensarci con calma.

C. Pavese

E quindi cosa ci è sfuggito della vita mentre arrancavamo per arrivare? Forse, nella fretta, ci è sfuggita una parte della nostra vita. A me, Chiara, è sfuggita anche una parte della tua vita, ovviamente lontani e casualmente rincontrati. Ed è proprio ora che cominciamo a fare un po’ di conti, ora che sentiamo la fine che poi si chiama “morte”, sempre più vicina. Giochiamoci sopra ancora un pochino … e no, caro Massimo ( da quel che scrivi sembra tu abbia un’idea ancora romantica della morte mentre no, non lo è ). La morte è la fine è il disfacimento del corpo e l’anima, o quel che è, se c’è, che si sfila come un sospiro e …tutto è finito …ed ecco che anch’io l’ho romanticizzata! Forse è l’unico modo per esorcizzarla fino alla fine? Gli animali che fanno tanta tenerezza .. e poi li ammazzi per mangiarli in umido con patate? La consapevolezza della vecchiaia non ci rende più vicini gli uni agli altri, bensì più attenti agli acciacchi dell’amico che forse se ne va un po’ prima di te 🙂 e poi ti piangi addosso perché …..gli amici se ne vanno. E per finire :

Pallido, disfatto, fuggo tormentato dal lenzuolo, io che ho paura di morire quando dormo solo.
(Stephane Mallarmé)

… e poi c’è l’altro aspetto, quasi piacevole se si vuole: non abbiamo più fretta e possiamo anche sorridere delle nostre temporanee mancanze sempre più frequenti perché sappiamo che la vita sfugge comunque e ci godiamo quel che resta senza rimpianti .sarà vero?

…E così Edipo l’ho dimenticato a Colono!

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1 risposta a IL NOSTRO CARO ROBERTO … CHE COME POTETE CONSTATARE de visu — E’ ” COME SEMPRE ” UN GRAN FIGO — ancor più quando scrive ” ispirato ” come stasera…un abbraccio da tutto il blog, ch.

  1. Chiara Salvini scrive:

    non dirmelo :: non ci sono gli spazi, adesso lo vedo da me…perdona perdona …la macchina stolta !

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