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REPUBBLICA DEL 2 LUGLIO 2020 –pag. 17
Il caldo sgretola la montagna perfetta. Monviso ferito da una nuova frana
02 LUGLIO 2020
Sei mesi fa crollo simile sempre sul lato nord. Il ghiaccio che fonde indebolisce le rocce. I controlli coi droni non bastano a salvare le cime di Quintino Sella
DI LEONARDO BIZZARO
Il re di pietra, questo è il soprannome del Monviso, che è alto 3800 metri. Nella foto, il nuovo crollo che ha interessato la parete nord a 3300 metri di quota
Torino – È la bussola di chi viaggia nella Pianura padana. L’ovest è dove si alza il Monviso, un triangolo perfetto, l’idea stessa di montagna. Per gli abitanti di Saluzzo, che ce l’hanno di fronte alle finestre, sarebbe addirittura la sagoma dei titoli di testa dei film Paramount (ma Hollywood non ha mai confermato). E però anche una delle vette più belle delle Alpi si sbriciola. Dalla parete nord si è staccata lunedì un’enorme frana di roccia che è precipitata sui ghiaioni alla base. Era già accaduto sei mesi fa. A distanza di una ventina di giorni, prima e dopo Natale 2019, era crollato uno dei torrioni della cresta Sucai e poi un altro pezzo di montagna, non troppo distante dalla frana di due giorni fa. È la fusione del permafrost che prosegue imperterrita. L’innalzamento delle temperature porta al cedimento della fascia di terreno congelato che tratteneva le rocce. Un fenomeno che fino a una decina d’anni fa geologi e glaciologi studiavano solo nelle aree polari e subpolari. Poi ci si è resi conto che riguardava anche noi e poteva essere ben più pericoloso, le pareti delle Alpi che si sgretolano possono precipitare su un rifugio, un sentiero, un centro abitato.
L’Arpa, nel caso della montagna icona del Piemonte, segue da vicino l’evolversi della situazione. Utilizza anche i droni prestati dai colleghi valdostani, che tengono d’occhio ghiacciai sospesi a rischio come quello di Planpincieux, in bilico sopra una frazione di Courmayeur.Ma le montagne non sono fragili da oggi. Una frana disastrosa, sempre dalla parete nord del Monviso, si è staccata nella notte del 6 luglio 1989 ed è scesa, devastando ogni cosa, fino al Lago Chiaretto, dove si fermano le famiglie a fare picnic.
In quel caso era stato il ghiacciaio superiore di Coolidge ad andarsene, portando con sé anche la roccia. Due alpinisti che dormivano nel bivacco Falchi-Villata, un guscio di lamiera appollaiato sul fianco del canalone nord, furono svegliati da un fragore di tuono. La massa enorme di materiale li sfiorò, proseguì la sua corsa e si riversò nello specchio d’acqua distante centinaia di metri.
il rifugio a suo nome
Non c’entra solo il cambiamento climatico, gli scisti del Monviso si sfaldano facilmente, come ben sanno gli alpinisti che ne affrontano le lunghissime vie fino in vetta. Se n’era accorto uno dei primi suoi salitori, Quintino Sella, che nelle more del suo impegno in parlamento lo aveva affrontato nel 1863 con una cordata tutta italiana, la terza ascensione dopo quelle inglesi condotte da William Mathews e Francis Fox Tuckett. Nel suo reportage in forma di lettera a un collega geologo scrive che «questi scisti hanno ad un grado altissimo la proprietà di sfaldarsi grossamente in due o più sensi traversalmente o perpendicolarmente alla stratificazione e di dividersi con facilità in massi di volume ragguardevole». Roccia franosa, tenuta insieme dal collante del ghiaccio. Finché questo non se ne va.La salita di Sella, due anni dopo l’unità d’Italia, sarà una sorta di laboratorio per la nascita del Club Alpino Italiano e il Monviso si ritroverà per sempre legato alla storia dell’associazione. In tempi assai più recenti, la montagna a forma di triangolo che si vede dal resto dell’Italia settentrionale diventerà uno dei simboli della Lega Nord di Umberto Bossi. Poco più sotto del Lago Chiaretto, dove si era riversata la frana del 1989, al Pian del Re si trova la sorgente del Po e lì ogni anno a settembre saliva il fondatore del Carroccio a riempire un’ampolla che veniva poi versata nelle acque della laguna di Venezia.Il Monviso, impassibile, stava a guardare.
MONVISO, UNA MONTAGNA BELLISSIMA
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Secondo me, il Monviso si è incattivito per la bufala della sacra ampolla e a suo modo si sta vendicando.
Donatella..lasci fuori il Monviso dal Politichese… lui per i Piemontesi D.O.C. e’ sempre stato il ns.” triangolo incantatore”..visibile da tutta la pianura ” padana ” anche se a Lei presumo Sinistroide da come scrive la parola Padana le dara’ alquanto fastidio.. adesso purtroppo a causa di fattori climatici incontrollabili ha subito qualche variante ..magari creando delle vie di salite piu’ impegnative….ma rimane comunque una delle montagne piu’ belle ..e la sua forma geometrica perfetta se osservata da Torino e’ famosa in tutto il mondo insieme ad altre vette come Cervino- e Cerro Torre- e il Petit Dru–Giancarlo Torinese ..doc.
Caro Giancarlo, ho annullato il suo secondo commento a Donatella perché il primo esprimeva già bene il suo pensiero completo senza ricorrere a espressione come minimo poco gentili come ha fatto nel secondo. Cordialmente, chiara per il blog