IMMAGINI DA ” SCENE DENTRO DI NOI ” DI SIMONE MASSI- 2013
L’AUTORE
Benvenuti nel sito di Simone Massi, animatore resistente
IMMAGINI SOPRA DAL SUO SITO :: http://www.simonemassi.it/index.php?menuid=5
Simone Massi, animatore e illustratore italiano, nasce a Pergola nel 1970. Dopo un passato da operaio, ha studiato Cinema di Animazione alla Scuola d’Arte di Urbino.
PERGOLA, PROVINCIA DI PESARO E URBINO
Animatore indipendente, è considerato uno dei principali autori di cortometraggi di animazione italiani a livello internazionale e uno degli ultimi pionieri dell’animazione “a passo uno” (interamente a mano).
I cortometraggi animati di Massi sono stati mostrati in 55 Paesi dei 5 Continenti ed hanno raccolto oltre 220 premi. Tra gli ultimi: Lieve, dilaga (2012), Venezia / Massi (2012) e Animo resistente (2013).
Come illustratore, Simone Massi nel 2011 ha illustrato il libro di Nino De Vita La casa sull’altura, ed è stato inserito nella terna dei finalisti della XXX edizione del premio Andersen per la sezione “Miglior albo illustrato”.
Di seguito, illustra la trilogia dedicata da Edmondo De Amicis alle capitali d’Italia “Torino”, “Roma” e “Firenze”e il volume “Le Marche”, tratto da Viaggio in Italia di Guido Piovene.
Disegna anche copertine per riviste (“D’Ars”, “Lo straniero”, “Lumière” e altre) e manifesti (“Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia”, “Inventa un film”, “Corto d’autore”).
NOTIZIE DA: http://www.verniceartcollection.com/simone-massi
IMMAGINI DAL LIBRO : ” SCENE DENTRO DI NOI ” – 2013
ESPRESSO.REPUBBLICA –13 NOVEMBRE 2018
LE IMMAGINI PUBBLICATE SOTTO SONO DAL LIBRO DI STEFANO SAVONA ” SAMOUNI ROAD ” LAVORATE DA SIMONE MASSI COME E’ DESCRITTO NELL’ARTICOLO
INTERVISTA
Simone Massi: “Animazione e documentario sono due facce della stessa medaglia”
Parla il geniale disegnatore che ha lavorato con Stefano Savona a “Le strade dei Samouni”.
SAMOUNI ROAD di Stefano Savona
Italia/Francia, 2h08, v.o. palestinese sott. italiano
PREMIO OEIL D’OR COME MIGLIOR DOCUMENTARIO
Nella periferia rurale di Gaza City una piccola comunità di contadini, la famiglia Samouni, si appresta a celebrare un matrimonio, la prima festa dopo la fine della guerra. Amal, Fouad, i loro fratelli e cugini hanno perso i loro parenti, le loro case. Il quartiere adesso è in fase di ricostruzione, si piantano gli ulivi e si lavora ai campi distrutti dai bombardamenti ma il compito più difficile è un altro: ricostruire le loro memorie. Alternando sequenze di documentario e di animazione, seguendo il filo dei ricordi, “Samouni Road” racconta un ritratto di famiglia prima, dopo e durante i tragici avvenimenti che hanno cambiato per sempre le loro vite. Savona ricostruisce la storia sia lasciando parlare i ragazzi sia filmando la vita quotidiana di una famiglia che vive diroccata ma vive. La simbologia della ricostruzione, filmata o disegnata, dimostrano la voglia di non arrendersi, l’espressione del coraggio di riprendere a vivere.
«Il 3D serve a dimezzare i costi ottenendo subito un grande realismo»
DI FABIO FERZETTI
” La strada dei Samouni ” è firmato da Stefano Savona ma non sarebbe lo stesso senza Simone Massi.
A questo animatore appartato quanto geniale che vive in campagna sotto Urbino, Savona ha chiesto di ricostruire il passato e le fantasie dei sopravvissuti.
Così le case, le strade, i frutteti, il grande sicomoro accanto alla moschea, tutto ciò che le bombe israeliane hanno distrutto, rivive sullo schermo grazie a una combinazione insolita: animazione in 3D e fotogrammi disegnati, anzi “graffiati” a mano.
«Il 3D serve a dimezzare i costi ottenendo subito un grande realismo», spiega Massi. «Il mio modo consueto di lavorare ha tempi biblici. Partendo dalle immagini girate da Savona nella striscia di Gaza, invece,
gli animatori in 3D hanno ricostruito velocemente ambienti, persone, movimenti, perfino le riprese fatte dai droni al momento del bombardamento», ricreate grazie a una commissione d’inchiesta israeliana che ha ammesso l’errore militare
.Ma il computer è solo l’inizio. Ottenute le immagini in 3D, Massi e i suoi collaboratori hanno ridisegnato tutto a mano, un fotogramma alla volta, passando dalla perfezione un po’ algida della computer grafica all’imperfezione viva e palpitante dell’immagine animata.
La stessa che rende “vere” anche fantasie surreali, come la controffensiva scatenata da uccelli che scaricano pietre su elefanti blindati.
«Personalmente non ho mai messo piede a Gaza, ma ho studiato le scene girate sul posto da Stefano Savona fin dal 2009,
e ancor prima ho ascoltato con emozione i suoi racconti», riprende Massi.
«Parlare con lui, che con i Samouni ha costruito un rapporto di totale confidenza e intimità, è stato fondamentale per entrare in un mondo lontano ma al tempo stesso vicinissimo al mio. Perché dopo anni di lavoro sulle memorie della mia terra ho capito che la vita in campagna in fondo è la stessa ovunque.
Me lo disse anche Sokurov ( un regista russo, nato nel 1951 ), ospite al festival che organizzo a Pergola, “Animavì”,
assistendo ai racconti dei contadini del luogo. La fame, lo sfruttamento, si somigliano sempre. Io vengo da una famiglia poverissima. A casa mia da bambino non c’era neanche un libro, mia nonna era analfabeta. Ma sono cresciuto ascoltando storie bellissime, incredibili».
VEDI ANCHE: nel link sotto::
Butta il corpo nell’inferno:
come è cambiato il cinema
che racconta la guerra
La lezione arriva dall’italiano
“La strada dei Samouni” di Stefano Savona
e “Still recording”, il documentario
di Said Al Batal e Ghiath Ayoub,
sui quattro anni di assedio mortale
nella periferia di Damasco.
Sono le storie che hanno ispirato una ventina di “corti” onirici e pietrosi, premiati nei festival di tutto il mondo. Anche se ora Massi dice basta.
«Autoprodursi stanca. Vorrei fare un film vero, un lungometraggio. Si chiama “Tre infanzie”, ho già la sceneggiatura pronta. Impasta le mie cose di sempre, le uniche che conosco, la civiltà contadina, le radici, la Resistenza. Ma nessuno vuole produrlo».
Che immagini meravigliose e struggenti! Sembra di esserci dentro.