IL FATTO QUOTIDIANO — 11 SETTEMBRE 2020
Labirinto della Masone
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SUBITO TROVI UN VIDEO DEL PARCO DI 3 MINUTI RACCONTATO DA FRANCO MARIA RICCI
Franco Maria Ricci (Parma, 2 dicembre 1937 – Fontanellato, 10 settembre 2020) è stato un grafico, editore e designer italiano.
Franco Maria Ricci è figlio di una famiglia aristocratica di origine genovese. Si laurea in geologia all’Università degli Studi di Parma, ma inizia la sua attività di editore e artista grafico a Parma nel 1963, dopo aver lasciato il lavoro per Gulf Oil in Turchia. Progetta marchi, manifesti, pubblicazioni e si dedica allo studio dell’opera e dello stile di Giambattista Bodoni, di cui ristampa il Manuale Tipografico. L’inatteso successo che segue i 900 esemplari di quella ristampa lo porta a investire ulteriori energie nella creazione di volumi estremamente raffinati.
Fonda (1965) la casa editrice FMR a Parma, che pubblica edizioni d’arte e letterarie di pregio.
segue nel link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Maria_Ricci
FESTEGGIA GLI 80 ANNI CON LA MOGLIE LAURA CASALIS RICCI A FONTANELLE
FMR — foto marco vasini da Rep.
FONTANELLATO NELLA BASSA PARMENSE
PROVINCIA DI PARMA NELL’EMILIA ROMAGNA
Addio a Franco Maria Ricci, tra i più raffinati editori al mondo
di Luca Sommi | 11 SETTEMBRE 2020
Franco Maria Ricci è stato un editore tra i più raffinati del mondo, un collezionista eclettico, un divulgatore di bellezza e un maestro di eleganza. Se ne è andato ieri nella sua casa di Fontanellato, a pochi chilometri da Parma – avrebbe compiuto 83 anni a dicembre – dopo lunga convivenza con una brutta malattia.
IL LABIRINTO DELLA MASONE, UN DEDALO DI BAMBU’…
Ricci aveva il dono del gusto assoluto, la capacità di coinvolgere nei suoi sogni editoriali personaggi del calibro di Jackie Kennedy – che lo invitò alla Casa Bianca – Roland Barthes, Umberto Eco, Alberto Arbasino, Italo Calvino e Jorge Luis Borges, amico e mentore di una vita. Ma non si accontentava mai, voleva sfidare gli Dei – come si dice – che sulla bellezza non transigono.
A Franco Maria Ricci non è bastato essere uno dei più raffinati editori del pianeta, una specie di Aldo Manuzio mezzo millennio dopo, capace addirittura di ristampare opere come il Manuale Tipografico di Giambattista Bodoni – l’uomo che segnò l’inizio della cultura grafica moderna, ispiratore anche di Steve Jobs, e del quale Ricci ha collezionato tutte o quasi le pubblicazioni – o l’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert.
Non gli è bastato neanche fondare una rivista culturale che ha fatto la Storia e che si chiama FMR, le sue iniziali, dove non è mai stato pubblicato – sdegno estremo per l’immanenza – un artista vivente.
LA PIRAMIDE DEL LABIRINTO
E neanche essere un collezionista tra i più sofisticati, capace di spaziare dal Rinascimento alla contemporaneità: no, neanche questo gli è bastato.
Anni fa decise, su antico suggerimento di Borges – che oltre a essergli amico gli curava una collana di libri, la mitica “Torre di Babele” – di voler costruire il labirinto più grande del mondo. E dopo tanti anni ci è riuscito, nel 2015 lo ha inaugurato dietro casa, nella campagna parmense, il Labirinto della Masone: una grande stella piumata che si vede da un aereo di linea in quota, con i sentieri disegnati da canne di bambù e una piramide al centro – “sono l’unico architetto a cui è stato chiesto di progettare una piramide vera dai tempi degli Egizi” ricorda puntuale l’architetto Piercarlo Bontempi, colui che l’ha progettato insieme a Ricci.
All’ingresso di questo nuovo Vittoriale c’è anche un museo, con tutta la sua collezione, che corre da Mazzola Bedoli a Bernini, da Canova a Ligabue – con spiccata predilezione per il Neoclassico – fino ad arrivare a quella Jaguar E-Type che ha accompagnato i suoi sogni di giovane dandy. Laissez-moi cultiver mon jardin, con questa frase di Voltaire, nel 2004, Franco Maria Ricci sembrò congedarsi dai suoi lettori, per dedicarsi al labirinto: “Io, come molti signori di una volta, mi dedicherò alla costruzione di un giardino.
Ci saranno rovine e bambù, all’ombra dei quali nasceranno un grande labirinto, una biblioteca, un museo e tante altre cose superflue”. Detto, fatto. Però a metà, nel senso che – fortunatamente – non ha lasciato orfani i suoi lettori: troppo forte il richiamo della giungla.
Quando Ricci diceva “superfluo” non parlava sul serio, perché si sa, l’Etica trova il suo naturale pendant nell’Estetica, altrimenti adieu.
TIMBER BAMBOO GIGANTI
Perché poi anche la fonetica, come la vita, potrebbe trarre in inganno: FMR pronunciato in francese suona éphémère, che vuol dire effimero.
Ma qui di effimero non c’è niente, anzi, qui c’è l’eternità. Quando ha compiuto ottant’anni al Teatro Regio di Parma, tempio del melodramma, il gotha della cultura italiana lo ha festeggiato insieme alla moglie, Laura Casalis, compagna di vita e di progetti.
RISTORAZIONE
UNA SUITE
Perché se il labirinto è quel luogo in cui si vaga a lungo senza sapere dove si andrà a finire, éphémère la sua strada l’ha trovata da giovane. E aveva un orizzonte preciso, quello della bellezza. Magari nascosta tra le impertinenze di un ciuffo di bambù.
COLLEZIONE DI FRANCO MARIA RICCI
IL MUSEO DEL LABIRINTO
La sua rivista d’arte “FMR” è eccezionale per raffinatezza e bellezza.