+++ DEDICATO A FRANCHINO, IL NAVIGATOR ::: ” GLI IRATI FLUTTI E L’ICONOGRAFIA ROMANTICA DEL MARE ” DI WYSTAN HUGH AUDEN — FAZI EDITORE, 1995

 

 

            FRANCO PICCINI AL COMANDO DELLA SUA BARCA A VELA, POI SMARRITA…

 

 

 

Wystan Hugh Auden nei flutti dell'interpretazione – Alfabeta2

 

Robert Macfarlane on Twitter: "Me on WH Auden's face: "He grew into likeness with the limestone he loved" David Hockney on same: "If that's his face, imagine his scrotum!"… https://t.co/FifavKFrtd"

 

Wystan Hugh Auden (ˈwɪstən hjuː ˈɔːdən; York, 21 febbraio 1907 – Vienna, 29 settembre 1973) è stato un poeta britannico.

 

 

Wystan Hugh Auden

Gli irati flutti e l’iconografia romantica del mare

Collana:
Le porte
Numero Collana:
3
Pagine:
176
Codice isbn:
9788881120024
Prezzo in libreria:
€ 10,00
Data Pubblicazione:
01-02-1995

A cura di Gilberto Sa­cerdoti

 

In questo stupendo saggio W.H. Auden si confronta con le mitologie romantiche del mare e del naufragio. Come per Eliot e Pound, la riflessione critica è un gesto di vitale importanza, che appare sottoposto alle medesime regole che governano l’ispirazione poetica. The Enchafed Flood, pubblicato nel 1950, è un libro ricchissimo di sapienza e gusto. “Il mare è la situazione reale e il viaggio è la vera condizione dell’uomo. Il mare è il luogo in cui avvengono gli eventi decisivi, i momenti di eterna scelta, la tentazione, la caduta e la redenzione”.

 

«Un capolavoro della saggistica moderna».Valerio Magrelli, «Il Messaggero»

 

«Una mirabolante analisi-rassegna del posto e del significato del mare nella letteratura romantica».Masolino d’Amico, «La Stampa»

 

 

 

 

Gli irati flutti. Ediz. illustrata

di Wystan Hugh Auden

  • Editore: Arsenale
  • Collana: Miscellanea
  • A cura di: G. Sacerdoti
  • Data di Pubblicazione: marzo 2011
  • EAN: 9788877430267
  • ISBN: 8877430265
  • Pagine: 136
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1 risposta a +++ DEDICATO A FRANCHINO, IL NAVIGATOR ::: ” GLI IRATI FLUTTI E L’ICONOGRAFIA ROMANTICA DEL MARE ” DI WYSTAN HUGH AUDEN — FAZI EDITORE, 1995

  1. Donatella scrive:

    L’offensiva culturale della CIA nel periodo della guerra fredda è stata abbastanza recentemente scoperta e analizzata ne ” La guerra fredda culturale” di Frances Stonor Saunders (2004).
    “…la CIA godeva in quel periodo di un gruppo dirigente straordinariamente colto e innovativo che aveva intuito quanto fosse utile appoggiare, sia pure indirettamente e sotto apparenze mascherate- L’Alleanza per la difesa della Cultura e alcune fondazioni americane-, le correnti di avanguardia in tutti i campi della cultura. Lo sbarco in Europa di artisti come Pollock, Rothko, Rauschenberg, de Kooning, Warhol fu facilitato da grandi mostre,incontri, viaggi di studio promossi da fondazioni culturali di assoluta rinomanza, dal MoMa e dal Whitney Museum, sovvenzionati segretamente, attraverso canali mascherati, dalla CIA, soprannominata da qualcuno, al corrente del segreto, “il miglior critico d’arte d’America negli anni Cinquanta”. Quando, molti anni dopo, qualcosa cominciò a filtrare, uno dei responsabili della ristrettissima cerchia di agenti che facevano capo alla International Organizations Division, diretta da Tom Braden, motivò così quella chiaroveggente intuizione: “Riconoscemmo che questo tipo d’arte faceva apparire il realismo socialista più di maniera, limitante e rigido di quanto fosse… mentre in quei giorni Mosca era durissima nel denunciare ogni deviazione dalle sue rigidissime estetiche”. Mostre di artisti astratti americani vennero organizzate in varie capitali europee ( a Roma alla Galleria nazionale d’Arte moderna). Nel 1959, per contrastare il Festival della gioventù che si svolgeva a Vienna, le solite fondazioni organizzarono una grande mostra di pittori d’avanguardia americani, intitolata ” Antagonismi”.
    La sottigliezza culturale della CIA si estendeva, peraltro, a ogni forma d’arte. Particolarmente significative le promozioni musicali, compreso il Festival di Spoleto e altre iniziative per diffondere la musica dodecafonica e sostenere autori come Igor Stravinskij, Alban Berg, Luigi Nono,, Luigi Dalla Piccola, Gian Francesco Malipiero, Darius Milhaud, Aaron Copland e Hans Werner Henze, poiché ” promuovendo una musica che afferma di volersi liberare dalle gerarchie naturali e affrancare dalle precedenti regole… si diffondava un chiaro messaggio politico”.
    Altro campo privilegiato era la letteratura attraverso sostegni economici a case editrici e scrittori. Mediante questo tramite vennero pubblicati almeno mille titoli in più lingue: da Eliot a Auden, da Pasternak alla riedizione di Machiavelli. La struttura portante di tale complessa operazione era affidata al Congresso per la libertà della cultura, sorto nel 1950 a Berlino Ovest e patrocinato da personalità quali Bedetto Croce, Bertrand Russel, Salvador de Madariaga y Rojo, Karl Jasper, Ignazio Silone, Arthur Koestler, Stephen Spender, Raymond Aron e altri.Il congresso aveva uffici in trentacinque paesi. I suoi funzionari esecutivi e amministrativi erano agenti della CIA camuffati. Tre riviste ne ricevevano sovvenzioni, “Preuve” in Francia, “Encounter” in Inghilterra e “Tempo presente”, diretto da Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte, in Italia. Correva qualche voce che ” gli americani” ne assicurassero l’ossigeni, come anche per le iniziative europeiste di Altiero Spinelli, ma di esse non fu tenuto gran conto… Alcune decisive rivelazioni sulla complessa operazione furono, comunque, fatte esplodere su un giornale californiano nel 1966. Tutto l’apparato messo in piedi venne smontato. Seguirono clamori, processi, dimissioni. E’ assai probabile- come adombra il libro succitato- che lo scandalo sia stato orchestrato proprio dalla CIA, profondamente mutata da quella delle origini, con l’accordo del presidente Johnson, succeduto a Kennedy, per liberarsi dai rapporti con la sinistra democratica e le intellettualità d’avanguardia europee, che anche se non comuniste, erano ormai considerate dalla nuova amministrazione americana come forze simpatizzanti o, quanto meno, tolleranti nei confronti dei comunisti. La vecchia strategia culturale venne considerata illogica e pericolosa, comunque incomprensibile dalla CIA della Baia dei Porci in tutte altre faccende affaccendata”. da ” Poteva andare peggio”, Mario Pirani, Mondadori 2010, pagg.188-190.

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