ANSA.IT — 22 SETTEMBRE 2020  :: ” COSA FAI OGGI ” ::: Il 26 settembre il Fai “svela” Monte Testaccio ( Da : ” testae “, frammenti di ceramica, vuoti a perdere ) e il suo cuore di cocci — prenotazione obbligatoria

 

 

il monte dei cocci

 

 

ANSA.IT — 22 SETTEMBRE 2020 

https://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/lazio/2020/09/22/il-fai-svela-monte-testaccio-e-il-suo-cuore-di-cocci_e152dd04-9cee-4e36-9ccd-97bdb9d4e314.html

 

Il Fai “svela” Monte Testaccio e il suo cuore di cocci

Apertura straordinaria il 26/9 in luogo iconico di Roma

 

 

 

 

 

 

 

ROMA – Lo spettacolo di un panorama a 360 gradi sulla città di Roma e la scoperta dei segreti di quello che tutti nella capitale chiamano il “Monte dei Cocci”. E’ la nuova apertura straordinaria “Cosa Fai oggi” a cura dei volontari della Delegazione Fai di Roma, che sabato 26/9 spalanca eccezionalmente le porte di Monte Testaccio e il suo cuore di cocci, collina artificiale nel cuore della città, costituita da un gigantesco accumulo di frammenti di anfore di età romana (I-III secolo d.C.).    Dopo la seconda guerra punica, infatti, il porto di Roma situato nell’ansa del Velabro e del Foro Boario era insufficiente a sopportare il flusso commerciale necessario alla Roma in espansione. Ai piedi dell’Aventino fu trovato il posto ideale per un nuovo porto e nel 193 a.C. fu realizzata una grande banchina lunga 600 metri e larga 90.: era l’Emporium, attracco straordinario e necessario per sostenere l’arrivo delle merci che per di più offriva anche il vantaggio di un collegamento diretto, attraverso la via Ostiense, con il polo marittimo della città. Uno spazio funzionale allo scarico e allo smistamento delle merci e delle materie prime che, arrivate via mare a Ostia, risalivano il Tevere sulle chiatte. La formazione del Monte Testaccio è la diretta conseguenza dell’intensa attività mercantile che si svolgeva nel quartiere. A partire dall’età augustea si cominciarono ad accumulare i frammenti ceramici (in latino “testae”) dei “vuoti a perdere”, ovvero delle anfore che, svuotate del loro contenuto, venivano ridotte in frantumi e smaltite in una vera e propria discarica organizzata, divenuta nel tempo una collina artificiale oggi alta 45 metri. In collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, le visite, guidate e con piccolo contributo, rispetteranno tutte le misure di sicurezza sanitaria.

Prenotazione obbligatoria: faiprenotazioni.fondoambiente.it/ (ANSA).

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