WA.MA. :: Il manifesto di Bettini, mezzo divorzio da Zinga —IL FATTO QUOTIDIANO  21 OTTOBRE 2020

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO  21 OTTOBRE 2020

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Il manifesto di Bettini, mezzo divorzio da Zinga

Il manifesto di Bettini, mezzo divorzio da Zinga

di wa. ma. | 21 OTTOBRE 2020

 

Il Kingmaker, il consigliere occulto, il tessitore di trame visibili e invisibili, esce allo scoperto. Goffredo Bettini, classe 1952, creatore del “Modello Roma” di Francesco Rutelli e Walter Veltroni, deus ex machina della segreteria di Nicola Zingaretti, ha deciso che è giunto il momento di “parlare maggiormente in prima persona” (come ha detto al Corriere della Sera).

E dunque sta lavorando a fondare la sua “area politico-culturale” (che si rifiuta rigorosamente di chiamare corrente, visto che si è battuto contro il correntismo nel Pd).

Con tanto di manifesto in via di stesura a opera di personalità politiche e culturali che verrà presentato a breve.

In realtà, per gli equilibri del Nazareno si tratta di una mezza rivoluzione. Da quando è tornato dalla Thailandia, dove era rimasto bloccato durante il lockdown, quest’estate non ha fatto altro che partecipare a talk show e rilasciare interviste, con un ritmo quasi quotidiano, facendo e disfacendo la linea. Intelligente, acuto, a tratti però pure incomprensibile per eccesso di doppi e tripli ragionamenti, ha aggiustato via via i gradi di vicinanza al governo.

Una presenza quantomeno ingombrante: Zingaretti subisce il suo influsso e le sue letture, ma si è trovato spesso e volentieri schiacciato o magari spinto verso una direzione della quale non era convinto. Anche perché l’attitudine nel mondo mediatico-giornalistico è ascoltare Bettini e sovrapporre Zingaretti.

Varie le uscite che il segretario non ha condiviso. Una era quella con cui di fatto lo spingeva a entrare all’esecutivo, mentre lui intanto ci rifletteva, ma in pubblico negava. Un’altra era quella in cui consegnava idealmente a Matteo Renzi l’ala moderata, la terza gamba di una futuribile coalizione.

E poi, oltre al merito, c’è il metodo: “Non è bello per un segretario essere di fatto commissariato in questo modo”, i commenti tra i dem. Di rottura tra i due non si può parlare. Troppi i legami atavici e presenti. Ma la distanza si starebbe approfondendo perché Bettini – come raccontano più fonti ai vertici del Pd – avrebbe elaborato l’idea che Zingaretti deve candidarsi sindaco di Roma. L’interessato non ne ha alcuna intenzione. E dunque, Bettini cerca di diventare Bettini, Zingaretti di essere Zingaretti.

Ma chi ci sarà in quest’area? Tutti e nessuno, si commenta. Perché il sistema di potere e di relazioni di Bettini è ben più ampio di chi sceglierà di impegnarsi con lui. Per esempio, ha un rapporto strettissimo con Roberto Gualtieri e con il suo uomo macchina al Mef, Claudio Mancini: lì si giocano le partite che contano.

Intrattiene solide relazioni con Giuseppe Conte e Beppe Grillo, ma pure con Dario Franceschini, che in questo momento tanto amico del premier non è. Nel congresso che vide Andrea Orlando contrapporsi a Matteo Renzi insieme a Michele Emiliano, sostenne il primo. Chissà che non stia meditando di fare lo stesso per il post-Zingaretti.

Intanto, i “bettiniani” identificabili che lavorano con lui al progetto sarebbero Antonio Bassolino, il ministro dell’Università Manfredi, l’europarlamentare Pierfrancesco Majorino, Michele Meta, capo della segreteria politica di Zingaretti. Almeno così pare. Per ora.

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1 risposta a WA.MA. :: Il manifesto di Bettini, mezzo divorzio da Zinga —IL FATTO QUOTIDIANO  21 OTTOBRE 2020

  1. Donatella scrive:

    Difficile capirci davvero qualcosa.

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