ANSA.IT — 20 OTTOBRE 2020 –14.49 :: Morta Lea Vergine, un giorno dopo il marito Enzo Mari. Curatrice e critica d’arte, aveva 82 anni ++ INTERVISTA, VIDEO 1.32 + + DAVIDE TURRINI, IL FATTO QUOTIDIANO, 20-10-2020 : ” L’ARTE COME BENZODIAZEPINA “

 

 

ANSA.IT — 20 OTTOBRE 2020 –14.49

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2020/10/20/morta-lea-vergine-un-giorno-dopo-il-marito-enzo-mari_2af002c5-59ea-4175-b878-c60b6ea9372c.html

 

 

Morta Lea Vergine, un giorno dopo il marito Enzo Mari

Curatrice e critica d’arte, aveva 82 anni

 

 

 

 

 

 

(ANSA) – MILANO, 20 OTT – È morta all’età di 82 anni, solo un giorno dopo il marito, il grande designer Enzo Mari, Lea Vergine, curatrice e critica d’arte. Secondo quanto si è appreso, i due erano ricoverati nello stesso ospedale e sarebbero morti per le conseguenze del coronavirus. Lea Vergine era nata a Napoli nel 1938 con il nome di Lea Buoncristiano e si era trasferita a Milano negli anni ’70. Era ritenuta una delle figure più importanti nella critica artistica contemporanea in Italia ed ha scritto sui maggiori quotidiani e settimanali. La sua ultima pubblicazione è stata L’arte non è faccenda di persone perbene. Conversazione con Chiara Gatti, edito da Rizzoli nel 2016

 

 

 

 

L’ arte non è faccenda di persone perbene

 Lea Vergine,

Articolo acquistabile con 18App e Carta del Docente

Editore: Rizzoli
Anno edizione: 2016
In commercio dal: 10 novembre 2016
Pagine: 141 p., Rilegato

“Cosa c’è di più misterioso del fatto che una persona possa, di fronte a un quadro di segni astratti, sentire un’emozione quasi dolorosa?” Il dolore, la lacerazione, o meglio la “maceranza dell’anima”, sembrano le note dominanti della vita di Lea Vergine. Che in queste pagine si racconta con il piglio dell’intellettuale di razza e le fragilità di una donna che non ha mai messo da parte la vita. Dall’infanzia napoletana (“Non si è nati invano alle falde del Vulcano”), divisa tra due famiglie, al rapporto esclusivo con un padre andato via troppo presto, con quello sguardo sempre sbigottito che aveva fin da bambino e che sarebbe diventato quasi un destino. E poi la vita adulta, la scelta di un mestiere anticonformista, gli anni romani, le gallerie, le avanguardie e la politica, l’amicizia con Cioran e Manganelli. Fino all’approdo a Milano, tra i protagonisti della grande stagione degli anni Sessanta (Gillo Dorfles, Arturo Schwarz, Silvana Ottieri, Camilla Cederna ecc.). Un racconto senza cedimenti, né verso i mostri sacri dell’arte né verso se stessa: “Senza alterigia, non ho però mai finto modestia: chi affronta qualcosa di enigmatico come l’arte non può permettersi di essere modesto. Ma neanche può permettersi di non essere umile”. Così l’arte diventa una scuola di rigore, quindi, ma anche una malattia sublime, “un’ombra dell’amore”. Sono molte le pietre di questo racconto, perché quello che si trova nelle sue pieghe è sempre il tentativo di dare un peso a ciò che è per principio ineffabile: l’arte, l’amore, la vita stessa. Tentativi che hanno bisogno di braccia forti e sono forse destinati a fallire. Soprattutto se ci si illude di una funzione rassicurante dell’arte. Perché “l’arte non è faccenda di persone perbene. È inutile che lo spettatore cerchi nella visione di un’opera d’arte qualcosa che lo consoli. Troverà solo qualcosa che lo dilanierà. Starà a lui decidere come adoperarlo”.

 

 

 

VIDEO : 1.32 — UN GRANDE ELOGIO DI TOMASO MONTANRI

 

 volendo, seguono altri video brevissimi di interviste a lei

 

 

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO 20 OTTOBRE 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/20/lea-vergine-morta-a-24-ore-di-distanza-dal-marito-enzo-mari-larte-come-una-benzodiazepina/5972899/

 

 

 

Lea Vergine morta a 24 ore di distanza dal marito Enzo Mari: “L’arte come una benzodiazepina”

Lea Vergine morta a 24 ore di distanza dal marito Enzo Mari: “L’arte come una benzodiazepina”

All’anagrafe Lea Buoncristiano, aveva 84 anni ed era una delle più importanti figure della critica d’arte a livello italiano ed internazionale. Il decesso è avvenuto all’ospedale San Raffaele di Milano il giorno dopo la morte del marito Enzo Mari, ricoverato anche lui nel medesimo istituto e deceduto per complicazioni legate al Covid

di Davide Turrini | 20 OTTOBRE 2020

 

È morta per Covid a 24 ore di distanza dal maritoLea Vergine, all’anagrafe Lea Buoncristiano, aveva 84 anni ed era una delle più importanti figure della critica d’arte a livello italiano ed internazionale. Il decesso è avvenuto all’ospedale San Raffaele di Milano il giorno dopo la morte del marito Enzo Mari, ricoverato anche lui nel medesimo istituto e deceduto per complicazioni legate al Covid. Napoletana, Vergine aveva conosciuto Mari negli anni sessanta quando erano entrambi sposati. Avevano vissuto insieme, accusati di concubinaggio, a Napoli, e poi lei si era trasferita nel capoluogo lombardo, fino a quando nel 1978 i due erano convolati a nozze.

Il ciuffo bianco, la sigaretta malandrina tra le dita, l’eloquio ironico e tagliente, la Vergine era stata tra le prime ad affrontare con energia e spirito di rottura l’avvento della fisicità e dell’azione performativa nel mondo dell’arte contemporanea. Tra Il corpo come linguaggio (1974) e L’altra metà dell’avanguardia (1980), Vergine cesella il doppio cambiamento sia di sostanza nell’analisi delle nuove “opere d’arte” che nella firma a margine del gesto artistico mostrando la presenza cospicua delle donne tra gli artisti. “L’arte non è necessaria”, spiegava la Vergine in una lunga e ricca intervista video ad Artribune. “È il superfluo. E quello che ci serve per essere un po’ felici o meno infelici è il superfluo. Non può utilizzarla, l’arte, nella vita. ‘Arte e vita’ sì, nel senso che ti ci dedichi a quella cosa, ma non è che l’arte ti possa aiutare. Costituisce un rifugio, una difesa. In questo senso è come una benzodiazepina”.

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