L’ altra metà dell’avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche
Lea Vergine
Editore: Il Saggiatore
Pagine: 404 p., ill. , Brossura
L’ arte ritrovata. Alla ricerca dell’altra metà dell’avanguardia
Lea Vergine
Editore: Rizzoli
Pagine: 128 p.
Vi sono occasioni particolari in cui il lavoro dello storico dell’arte si trasforma da ricerca d’archivio in qualche cosa di simile al lavoro del detective o dell’esploratore: un’avventura faticosa fatta di viaggi, di domande inesistenti, di tracce perseguite ostinatamente, di ricostruzioni indiziarie. È quanto è capitato a Lea Vergine quando ha deciso di portare alla luce quel continente sconosciuto che è la partecipazione femminile all’arte delle avanguardie storiche.
PALAZZO REALE :
https://www.palazzorealemilano.it/mostre/le-donne-nellarte-russa
Divine e avanguardie
Le donne nell’arte russa
dal 28.10.2020 al 05.04.2021
Infoline, prevendite e prenotazioni
T +39. 02 9280 0375
La prenotazione è fortemente consigliata.
Biglietti
(audioguida inclusa / prevendita esclusa)
Open € 16
Intero € 14
Ridotto € 12
Abbonam. Musei Lombardia € 10
Ridotto speciale € 6
Orario
Lun: chiuso
Mar: 09:30 – 19:30
Mer: 09:30 – 19:30
Gio: 09:30 – 20:30
Ven: 09:30 – 19:30
Sab: 09:30 – 19:30
Dom: 09:30 – 19:30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
LJUBOV’ POPOVA Uomo, aria, spazio, 1913 Olio su tela, 125 x 107 cm ©State Russian Museum, St. Petersburg
Nathan Alt’man, Ritratto di Anna Achmatova, 1915 © State Russian Museum, St. Petersburg
BORIS KUSTODIEV Lillà, 1906 Olio su tela 183 x 136 cm ©State Russian Museum, St. Petersburg
KAZIMIR MALEVIČ Ragazze nel campo, 1928-1929 Olio su tela, 106 x 125 cm ©State Russian Museum, St. Petersburg
EVENTI COLLEGATI-
FAMIGLIE
il 31.10.2020
NATALIA GONCHAROVA: L’ARTE È TOTALE
Sabato 31 ottobre ore 15.30
Eclettica, curiosa, inesauribile. Natalia Goncharova sarà il punto di partenza per un percorso alla scoperta della sua vita e della sua opera, un esempio di come l’arte riesca a superare qualsiasi confine, in nome della sperimentazione e dell’innovazione. Dopo la visita in mostra, ispirati dalla sua celebre collaborazione con Sergej Diaghilev e i Balletti Russi, i bambini potranno ideare e creare personali cartamodelli per stravaganti e inediti costumi di scena.
- Per bambini dai 6 agli 11 anni
- Durata: 90 minuti
- Costo: 19 € a bambino (comprensivo di biglietto e attività)
Prenotazione obbligatoria
scrivendo a biglietteria@divineavanguardie.it entro le ore 14.00 del giorno antecedente l’attività
Posti limitati: min. 6 – max 19 bambini
il 08.11.2020
FAMIGLIE
ANNA ACHMATOVA: LA POESIA HA UNO SGUARDO DI GHIACCIO
Domenica 8 novembre ore 15.30
Ostinata, coltissima, rivoluzionaria. Anna Achmatova, ritratta da numerosi artisti del suo tempo, ha rappresentato la voce “di tutte le Russie”, riuscendo con poche parole a raccontarne il lato più intimo e anche quello più contraddittorio. Dopo la visita in mostra, la sua vita e la sua opera saranno il punto di partenza per un suggestivo laboratorio dedicato alla poesia: i bambini potranno sperimentare azioni semplici ma profondissime per allenare il proprio lato più sensibile.
- Per bambini dai 6 agli 11 anni
- Durata: 90 minuti
- Costo: 19 € a bambino (comprensivo di biglietto e attività)
Prenotazione obbligatoria
scrivendo a biglietteria@divineavanguardie.it entro le ore 14.00 del giorno antecedente l’attività.
Posti limitati: min. 6 – max 19 bambini
Attività in sicurezza
L’attività si svolge nel rispetto delle indicazioni di prevenzione dei contagi da Covid-19. I partecipanti dai 6 anni di età dovranno indossare correttamente la mascherina, coprendo naso e bocca, verrà misurata la temperatura all’ingresso dell’area espositiva e se sarà pari o superiore ai 37,5 gradi non sarà consentito l’accesso.
( COSI’ PERE LE ALTRE MOSTRE PER FAMIGLIE )
il 14.11.2020–
FAMIGLIE
NADEZHDA DOBICHINA: IMPRENDITORIALITÀ AL FEMMINILE
Intraprendente, energica, coraggiosa: Nadezhda Dobichina apre la prima Galleria d’Arte a San Pietroburgo nel 1911, contribuendo a dare visibilità e valore alle ricerche artistiche del tempo. Dopo la visita in mostra, i bambini saranno coinvolti in un laboratorio dove sperimentare il mestiere del curatore, per ideare un ri-allestimento personale dedicato alla mostra Divine Avanguardie, da progettare e realizzare con la tecnica del collage.
- Durata: un’ora e mezza
- Per bambini dai 6 agli 11 anni
- Costo: 19 € a bambino (comprensivo di biglietto e attività)
Prenotazione scrivendo a biglietteria@divineavanguardie.it entro le ore 14.00 del giorno antecedente l’attività.
Posti limitati, min. 6 – max 19 bambini
ANSA.IT –4 OTTOBRE 2020
L’arte russa al femminile.
A Palazzo Reale di Milano dal 27 ottobre “Divine e Amazzoni”
Di Silvia Lambertucci, Roma
Zinaida Serebriakova, Banja, 1913 (Copyright Russian Museum St Petersburg)
Zinaida Serebriakova, Casetta di carte, 1919 (Copyright State Russian Museum St. Petersburg)
PALAZZO REALE (MILANO) – L’invisibilità delle donne nel mondo dell’arte è un assioma che difficilmente si può mettere in dubbio. Da oriente a occidente le condizioni sociali ne hanno reso difficile la formazione e tante volte l’oblio ha fatto il resto, come dimostra la riscoperta tutto sommato recente di grandi personalità come Artemisia Gentileschi – proprio in questi giorni in mostra a Londra – o Frida Kahlo. Un divario enorme, inversamente proporzionale alla visibilità del corpo femminile nella pittura e nella scultura di tutti i tempi e di tutti paesi. “Una conseguenza della situazione sociale”, ragionava alla fine degli anni ’70 Linda Nochlin, tra le curatrici di “Donne artiste: 1550-1950”, storica rassegna allestita a Los Angeles.
Maria Bashkirtseva Ombrello, 1883 (The State Russian Museum, St. Petersburg)
Alexandra Ekster Città di notte, 1913 Olio su tela,(Copyright The State Russian Museum, St. Petersburg)
Una realtà alla quale ha fatto in parte eccezione la Russia, nel particolarissimo periodo di tempo che precedette la Rivoluzione d’Ottobre. In quei decenni, nei quali hanno visto la luce le avanguardie artistiche, le donne ebbero spazio, risonanza e anche ruoli di responsabilità in qualche modo alla pari degli uomini, come non succedeva all’epoca né negli Usa né in Europa. Donne colte, che in molti casi potevano vantare anche esperienze all’estero, il più delle volte nella Parigi di Picasso e Braque.
Ekaterina Khilkova Vista interna del Dipartimento femminile della scuola di disegno per studenti esterni di San Pietroburgo, 1855 (The State Russian Museum, St. Petersburg)
un’altra foto dello stesso quadro
Petrov-Vodkin Ritratto della Poetessa Anna Akhmatova, 1922 (CopyrightThe State Russian Museum, St. Petersburg)
Zinaida Serebrjakova Autoritratto, 1911(Copyright The State Russian Museum, St. Petersburg)
Mikhail Larionov, Venere, 1912. State Rissiam Museum , St. Petersburg
Aleksandr Deyneka Operaie tessili, 1927 (The State Russian Museum, St. Petersburg)
A questa pattuglia di coraggiose artiste e intellettuali, “le Amazzoni dell’Avanguardia” – secondo una definizione ancora una volta coniata dal mondo maschile e che non a caso ne delimita la portata circoscrivendola in termini di eccezionalità – è in parte dedicata la grande mostra che si apre il 27 ottobre a Milano negli spazi di Palazzo Reale, con oltre 100 capolavori, molti dei quali mai visti in Italia, che arrivano dal Museo Russo di San Pietroburgo.
Intitolata “Divine e Avanguardie” e promossa dal comune di Milano che l’ha inserita nel palinsesto culturale cittadino I talenti delle donne, la rassegna ripercorre in 8 ampie sezioni l’evoluzione dell’immagine femminile in Russia, dalle madonne dorate delle icone alle zarine ammantate di broccati, dai sorrisi austeri delle imperatrici agli interni borghesi, fino ai volti segnati delle contadine che per la prima volta approdano sulle tele a metà Ottocento, negli sguardi illuminati di Aleksej Venetsianov.
E poi ancora nei racconti su tela di Kazimir Malevic che negli anni Venti del Novecento si appassiona al dramma dei contadini schiacciati dalla rivoluzione proletaria. O negli interni cupi di Abram Archipov, con le sue lavandaie lacere che invece fanno tornare alla mente la Parigi disperata di Zola. Per arrivare alle donne pittrici, scultrici, galleriste, disegnatrici di moda, scenografe, animatrici della scena culturale allora in grande fermento, almeno fino al silenziatore imposto dal Stalin, che nel 1932 volle il realismo socialista come unica forma d’arte.
Olga Rozanova Composizione cubista con frutta, 1914-1915 ( The State Russian Museum, St. Petersburg)
Dmitry Levitsky Ritratto di Caterina II, 1782 (Copyright The State Russian Museum, St. Petersburg)
L’idea, come si evince dal bel saggio firmato nel catalogo dalla curatrice Eugenia Petrova, è in qualche modo quella di una rilettura della storia russa seguendo il fil rouge del volto femminile per arrivare anche ad una riflessione sulla evoluzione dei ruoli. Ecco quindi che a testimonianza del momento di particolare apertura che vive il Paese tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, arrivano, insieme ai ritratti delle mogli e delle figlie degli artisti, anche quelli delle donne che dell’arte avevano fatto una professione, dalla poetessa Anna Achmatova alla gallerista Nadezda Evseevna Dobicina. Una sezione dedicata alla famiglia, con i ritratti di giovani date in sposa per interesse o quelli di vedove rimaste senza mezzi, sembra illustrare invece le tante storie narrate dai capolavori letterari, da Tolstoj a Dostoevskij. Non mancano poi le madri, oltre ad una sezione tutta dedicata al corpo femminile.
Natalja Goncharova Inverno, 1911 (Diritti The State Russian Museum, St. Petersburg)
Firs Zhuravlyov Prima del matrimonio, 1874 (Diritti The State Russian Museum, St. Petersburg)
Jurij Annenkov Ritratto della ballerina Elena Annenkova, 1917 (Diritti The State Russian Museum, St. Petersburg)
Natalja Goncharova Fabbrica, 1912 (Diritti The State Russian Museum, St. Petersburg)
Kazimir Malevich Operaia, 1933 Olio su tela (Diritti The State Russian Museum, St. Petersburg)
L’ultima parte, forse la più intrigante, è proprio quella che accende un faro sulle artiste, non solo Tamara de Lempicka (“oggi di moda in Europa” come sottolinea la curatrice) ma tante altre, da Natalija Goncharova a Olga Rozanova, da Ljubov Popova ad Alexandra Exster e Vera Muchina. Menti raffinate, intellettuali, audaci. Personalità forti come quella della Goncharova, capace di trascinare e influenzare il suo pubblico, amata al punto che una sua mostra allestita nel 1913 a Mosca riuscì a richiamare oltre 12 mila visitatori, con gli organizzatori costretti a ristamparne per tre volte il catalogo. Eppure, nonostante la fama raggiunta tra i contemporanei, “non furono loro a determinare la gloria mondiale dell’arte russa”, sottolinea Populova.
Vera Muchina, L’operaio e la kolkotsiana, 1936 – State Russian Museum St. Peterrsburg,
creata per il padiglione dell’Urss all’Esposizione Internazionale del 1937 a Parigi.
Nel mercato contemporaneo dell’arte molte di loro sono ancora sottovalutate. Solo a considerare la selezione, per forza di cose ristretta, delle opere in mostra, viene da chiedersi perché. Di certo, a giudicare dai colori e dalla forza delle nature morte della Ekster o dalle composizioni di Rozanova , lo splendido ritratto di Gorkij firmato da Valentina Chodasevic o le morbide sculturine di Maryla Lednica, non mancano il talento, l’inventiva, la forza espressiva, l’originalità. E uno sguardo femminile sul mondo che fa la differenza. (ANSA).
TESTO SEGUENTE DAL LINK :
La mostra è articolata in sette sezioni e suddivisa in due parti: la prima è dedicata allo sguardo degli artisti sulle donne e raccoglie quindi opere in cui le donne sono il soggetto della rappresentazione; mentre la seconda parte, dedicata alle artiste dell’Avanguardia russa, propone lo sguardo delle donne sulla complessa ma vitale realtà che le circonda nei primi tre decenni del Novecento. Le sette sezioni sono così articolate:
- Il cielo (la Vergine e le sante) – Il percorso si apre con antiche e preziose icone della Madre di Cristo, protettrice della Russia, e di alcune sante venerate nel paese. Nella vita di una famiglia russa tradizionale la religione aveva una grande importanza, infatti le icone non trovavano posto solo nelle chiese ma anche nelle abitazioni, di qualunque livello sociale. Alle icone veniva riservato un posto particolare sulle pareti delle case, spesso chiamato krasnyj ugol (angolo rosso o angolo bello), presente anche oggi in molte case contadine.
- Il trono (zarine di tutte le Russie) – Dopo la morte dello zar riformatore Pietro il Grande nel 1725, in Russia ha inizio il periodo del regno al femminile. Le zarine occupano il trono russo, governando un paese sterminato per due lunghi secoli. In questa sezione si trovano i ritratti di sei delle quattordici imperatrici che regnarono dalla fine del XVII secolo al 1917.
- La terra (l’orizzonte delle contadine) – Fino al primo Novecento le famiglie contadine formano la maggioranza della popolazione russa. Il racconto della loro vita scorre in mostra dagli inizi dell’Ottocento – a partire da Aleksej Venetsianov, il primo pittore di contadini della storia russa – fino al supronaturalismo di Kazmir Malevič, che negli anni Venti del Novecento ritrae Le ragazze nel campo.
- Verso l’indipendenza (donne e società) – Questa sezione propone il ritratto di mogli e figli di artisti, insieme a volti di donne importanti per la storia della Russia, come la poetessa Anna Achmatova e Nadežda Dobičina, prima gallerista russa, in seguito caposezione dell’arte sovietica presso il Museo Russo. Altri ritratti rappresentano i lavori delle donne: musicista, operaia, politica. I ritratti seguono l’evoluzione degli stili tra Ottocento e Novecento: realista, impressionista, simbolista, cubista, supronaturalista.
- La famiglia (rituali e convenzioni) – Fino all’inizio del Novecento in Russia le donne erano subordinate a rigide norme patriarcali che prevedevano, tra l’altro, la più rigorosa purezza fino al matrimonio. In questa sezione sono presenti alcune opere di denuncia dell’ingiusta e spesso umiliante condizione delle donne. Condizioni che cambiano, nella sostanza e nella rappresentazione, dopo la Rivoluzione del 1917, quando le donne ottengono la parità dei diritti e le lavoratrici si trasformano in eroine.
- Madri (la dimensione dell’amore) – Ad eccezione di una tela – un dipinto di Zinaida Serebrjakova – le opere dedicate alla maternità tra il XIX e il XIX secolo sono tutti lavori di artisti maschi. Oltre all’evoluzione degli stili, le opere rivelano i mutamenti della vita sociale e delle tradizioni russe lungo i due secoli appena trascorsi.
- Il corpo (femminilità svelata) – Il tema del nudo femminile, un classico dell’arte mondiale, attraversa anche l’arte russa e occupa questa sezione della mostra. A partire dalla metà del XVIII secolo, modelle nude posano per i corsi di disegno e pittura dell’Accademia Imperiale di Belle Arti a Pietroburgo, ma il corpo femminile come soggetto autonomo, degno di essere esposto accanto ai ritratti, ai paesaggi, ai quadri di soggetto mitologico e storico, si afferma in Russia soltanto a cavallo tra il XIX e il ХХ secolo. Solo allora l’emancipazione ha permesso alla società di mostrarlo senza veli. L’evoluzione della rappresentazione del nudo permette di seguire lo sviluppo del concetto di bellezza nelle tendenze e nelle avanguardie della pittura russa.
- Le artiste (realismo e amazzoni dell’Avanguardia) – In questa ultima parte di mostra si trovano le grandi artiste attive nei primi trent’anni del Novecento, le cosiddette Amazzoni dell’Avanguardia Russa, come Natalia Goncharova, Ljubov Popova e Aleksandra Ekster e altre ancora. La loro fortuna artistica e critica, come ha spiegato anche Lea Vergine – che curò a Palazzo Reale nel 1980 la mostra L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940 – fu conseguenza dell’approccio rivoluzionario della società russa dell’epoca che incentivava lo status professionale delle artiste, così che esse poterono esprimere il loro potenziale creativo con maggiore sostegno e attenzione rispetto alle altre colleghe europee. Il loro talento, tuttavia, fu svelato al pubblico nazionale e internazionale solo a partire dalla metà degli anni Sessanta poiché nel 1932 il regime sovietico impose il divieto di qualunque modalità stilistica diversa dal socialismo realista, condannando così tutti gli artisti delle avanguardie, donne e uomini, a lavorare solo per gli amici, o per se stessi.