LA STAMPA DEL 20 OTTOBRE 2020
Emergenza Covid, il 20% dei pazienti oncologici non è andato in ospedale
I dati sono stati presentati dal professor Cognetti (Fondazione Insieme contro il cancro): si stima una perdita di 2mila tumori alla mammella
MARCO GRIMALDI
PUBBLICATO IL20 Ottobre 2020 ULTIMA MODIFICA20 Ottobre 2020 15:10
I dati mettono paura. Nei 3 mesi dell’emergenza Covid molti pazienti oncologici hanno visto rinviati interventi chirurgici a causa dell’intasamento delle terapie intensive e circa il 20% ha deciso di non andare in ospedale per paura del contagio. A questo si aggiungono i danni causati da ritardate diagnosi, che saranno quasi 1700 per tumori alla cervice dell’utero e circa 2.000 per tumori della mammella.
A illustrare i dati è Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro e di Foce, la nuova alleanza di oncologi, cardiologi ed ematologi, presentata oggi in conferenza stampa.
Per descrivere la mortalità per tumori collegata agli effetti secondari della pandemia Covid, Cognetti ha citato un’analisi che confronta le diagnosi di tumori solidi tra gennaio e maggio 2020 con i dati dello stesso periodo del 2019. I dati, ha detto, evidenziano, durante i mesi dell’emergenza, «2.953 diagnosi di adenomi avanzati al colon in meno, molti dei quali diventeranno tumori. Allo stesso modo sono state registrati 1.675 tumori alla cervice dell’utero in meno, così come si stima una perdita di circa 2.000 tumori della mammella».
In questi casi, il ritardo nella diagnosi, ha aggiunto, «comporterà un aumento della mortalità, che per gli Stati Uniti è stata già calcolata intorno ai 10.000 morti in più e in Gran Bretagna il +16% di mortalità solo per tumori del colon e +10% per quelli della mammella».
Per quanto riguarda invece i tumori del sangue, «nei pazienti con malattie ematologiche maligne contagiati dal virus la mortalità raggiunge il 37%, una percentuale altissima» a fronte di circa il 2% del resto della popolazione, ha sottolineato Paolo Corradini, vicepresidente Foce e presidente della Società Italiana di Ematologia (Sie). Per questo, anche a fronte dell’aumento dei nuovi contagi da Sars-Cov-2, ha concluso, «dobbiamo continuare a trattare i pazienti ematologici, garantendo loro le terapie salvavita come il trapianto di midollo e le CAR-T».
Condividi