+++ PIERRE-AUGUSTE RENOIR ( Limoges, 1841 – Cagnes-sur- Mer, 1919 )– Qualcosa degli ultimi anni e il suo rapporto con il figlio. JEAN RENOIR, Renoir, mio padre. ADELPHI, 3a ed. – 2015

 

 

 

UN RITRATTO DI RENOIR INTORNO  AL 1910

Dornac (1858–1941), photographe

 

 

 

 

 

Renoir padre raccontato dal figlio quando l'arte è affare di famiglia - Spettacoli - Il Centro

DETTAGLIO DELLA FOTO

 

 

 

 

 

Pierre-Auguste Renoir Autoritratto (1876) Fogg Art Museum, Cambridge, Massachusetts

 

 

 

 

 

Cagnes Sur Mer : Bussando a Casa Renoir

 

 

 

 

 

 

 

Frédéric Bazille Ritratto di Pierre-Auguste Renoir (1867) Musée Fabre, Montpellier.

Dal catalogo della mostra Renoir di Torino: «Bazille […] immortala [il collega in] un momento di riposo: Renoir, con estrema disinvoltura, siede posando i piedi su una poltrona di vimini. Lo sguardo è assorto, il giovane sogna forse qualche futura composizione. L’abbigliamento ordinario ma curato – giacca nera, pantaloni chiari senza risvolti, camicia bianca, cravatta blu e stivaletti neri – contribuisce alla naturalezza e all’efficace semplicità della composizione»

IL CATALOGO SKIRA DELLA GRANDE MOSTRA TORINESE

 

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— pochi minuti

 

 

 

tutto sopra da : 

https://it.wikipedia.org/wiki/Pierre-Auguste_Renoir#/media/File:Renoir,_Pierre-Auguste,_by_Dornac,_BNF_Gallica.jpg

 

 

DA QUI AL FONDO DELL’ARTICOLO + LE IMMAGINI

E’ DI :

labRouge

 

 6 GENNAIO 2013

Auguste e Jean Renoir. Padre e figlio //// L’Arte e il Cinema.

 

Pierre_Auguste_Renoir dal padre al figlio rossella farinotti labrouge

 

Allo Spazio Oberdan di Milano è stato presentato “Renoir”, diretto da Gilles Bourdos. Il film faceva parte della sezione “Un certain regard” nell’ambito dell’ultimo festival di Cannes. E’ un film di grande qualità, è incomprensibile come non abbia trovato una distribuzione italiana. O meglio è comprensibile essendo nota la … disattenzione, chiamiamola così, dei nostri cineasti. Si raccontano gli ultimi anni di Auguste (Michel Bouquet), gran maestro dell’Impressionismo, ancora attivo nella sua proprietà in Costa Azzurra, a partire dal 1915. Il vecchio pittore è devastato dalla sclerosi, che gli ha deformato le mani, ma non rinuncia al lavoro. Lo sostengono una schiera di aiutanti, tutte donne, lo trasportano sulla sedia a rotelle, gli fasciano le mani, gli infilano il pennello fra le dita, gli preparano la tavolozza: Renoir non ha la forza per trattare i colori, ma possiede ancora la grazia per disporli sulla tela. Le opere di quel periodo sono capolavori magari ancora più intensi di quelli precedenti. Il disegno è fragile e sfumato, quasi invisibile, ma i colori dichiarano una magia maggioreGli infiniti nudiLe bagnantiLa colazione sull’erba, Le ragazze al piano: prendono forma lenta, ma la magia si compone. Ed è il regista Bourdos a comporla seguendo la mano deformata del vecchio. Sfocando là dove sfoca il colore. Perché Renoir, in quella sua ultima stagione, aveva talmente rarefatto il disegno fino a quasi sfiorare l’astrazione. E questa evoluzione la si deve al film, che dunque non solo rappresenta la vicenda umana, la vita finale dell’artista, ma anche il passaggio davvero immane fra il figurativo e la successiva ricerca che confluirà nella mutazione  della pittura.

 

 

TRAILER DEL FILM ” RENOIR ” DI GILLES BOURDOS, PARLATO IN FRANCESE CON SOTTOSCRITTE INGLESI

 

 

 

 

Ed è lì che arriva Jean, il figlio. Sopraggiunge al cancello lentissimo, perché procede sulle stampelle. E’ stato ferito in guerra. La casa, l’atelier, tutto gira intorno al grande vecchio. Domestici e modelle, e ora il figlio, tutto è in silenzio, per non disturbare l’ispirazione, e … il carattere non facile del malato. Ma qualcuno arriva, a catalizzare, a farsi vedere e rispettare. E’ Andrée Heukling (Christa Théret), una modella che sembra uscita da un dipinto del Tiziano. Una carne, una testa, un corpo fatti per essere dipinti. Da Renoir. La ragazza si aggira nuda nei prati, fra i cespugli e i ruscelli. Auguste la dipinge, Jean la guarda. Entrambi, in modi diversi, ma neppure tanto diversi, sono innamorati di lei. Nel frattempo Jean sta nutrendo la sua vocazione: sarà per il cinema ciò che suo padre è stato per la pittura. Proietta i primi filmati con un rudimentale proiettore. E’ come se sapesse che fra poco il “figurativo” sorpassato dalla pittura, diventerà prerogativa del cinema. Il cinema come rappresentazione del reale, con qualcosa in più, naturalmente, il movimento. Jean intende, una volta guarito, tornare al fronte, Andrée, disperata, lascia la proprietà, scompare. Manca a tutti. Jean la cerca, la trova in un bordello, se la riporta a casa.

Tutto il gruppo si ricompone. Il film finisce lì. Ma è doveroso proseguire il racconto, che è uno sviluppo inevitabile come un destino segnato. Perché al passaggio artistico quadro-film segue quello umano. Andrée nel  1920 ha sposato Jean. Il regista ne ha fatto la protagonista, col nome di Catherine Hessling, di alcuni dei suoi primi film (La file de l’eau, La petite marchand d’allumettesNana). Nel tempo i due si separarono. Per morire nello stesso anno, il 1979. Come detto sopra Jean Renoir è uno dei massimi artisti di cinema di sempre. Fa parte della spina dorsale di quella disciplina. Almeno due suoi titoli sono perennemente presenti nella parte più alta (diciamo nei primi dieci) della classifiche riconosciute, La grande illusione e La regola del gioco.

 

 

 

Pierre_Auguste_Renoir nudo dal film rossella farinotti labrouge

Pierre_Auguste_Renoir nudo rossella farinotti labrouge

auguste renoir ragazze al piano rossella farinotti labrouge

jean auguste renoir le dejeuner sur l herbe rossella farinotti labrouge

1887_pierre_auguste_renoir_3_le_bagnanti rossella farinotti labrouge

Pierre_Auguste_Renoir rossella farinotti labrouge

jean renoir regista une partie de campagne gita in campagna Henriette rossella farinotti labrouge

jean renoir regista une partie de campagne gita in campagna finestra rossella farinotti labrouge

jean renoir regista la grande illusion con jean gabin rossella farinotti labrougeC

jean renoir regista la regle du jeau la regola del gioco rossella farinotti labrougejean renoir regista les basfonds rossella farinotti labrouge

the-southerner-dinner jean renoir regista rossella farinotti labrouge

jean renoir regista dietro la macchina da presa rossella farinotti labrouge

jean renoir regista rossella farinotti labrouge

Renoir, mio padre | Jean Renoir - Adelphi Edizioni

IN COPERTINA

Jean Renoir e il padre Pierre-Auguste in una foto attribuita a Pierre Bonnard (1916).

Jean Renoir

Renoir, mio padre

Traduzione di Roberto Ortolani

Biblioteca Adelphi,

6432015, 3ª ediz., p

p. 433

22 EURO, PREZZO PIENO

 

In questo libro incantevole, frutto di lunghe conversazioni e di un’appassionata immersione nei ricordi di tutta una vita, il regista Jean Renoir è riuscito a raccontare, con lo stile rapido e ironico e insieme con la delicatezza che saranno poi la cifra del cinema di Truffaut, la storia di suo padre, fissandone per sempre, come solo un grande pittore avrebbe saputo fare, i gesti e i pensieri più quotidiani e segreti. Ma chi era veramente Pierre-Auguste Renoir? Quell’uomo semplice, sbrigativo, che nell’aspetto «aveva qualcosa di un vecchio arabo e molto di un contadino francese», che non poteva fare niente che non gli piacesse, che odiava sopra ogni cosa il progresso e aveva per la donna un culto incondizionato, restava per suo figlio un mistero. Un mistero appassionante che queste pagine non cercano di svelare ma solo di commentare: «Potrei scrivere dieci, cento libri sul mistero Renoir e non riuscirei a venirne a capo».

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2 risposte a +++ PIERRE-AUGUSTE RENOIR ( Limoges, 1841 – Cagnes-sur- Mer, 1919 )– Qualcosa degli ultimi anni e il suo rapporto con il figlio. JEAN RENOIR, Renoir, mio padre. ADELPHI, 3a ed. – 2015

  1. Donatella scrive:

    Bello e attraente il ritratto misterioso di due grandi artisti.

  2. i. scrive:

    Penso anche che il libro del figlio Renoir sia una grande, matura pacificazione tra figlio e padre. Si tratta di puro amore filiale, cresciuto e maturato con gli anni, affinato da un’intelligenza e sensibilità di grande artista. Ci dona un ritratto sereno, arguto e veritiero

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