banda bassotti stalingrado + gli STORMY SIX — da : Canzoni contro la guerra, LP ” Un biglietto del tram “

 

 

 

Stalingrado, 2 febbraio 1943. La bandiera rossa sventola sulle rovine della città

Stalingrado, 2 febbraio 1943. La bandiera rossa sventola sulle rovine della città

 

 

Testo

Fame e macerie sotto i mortai
Come l’acciaio resiste la città
Strade di Stalingrado, di sangue siete lastricate
Ride una donna di granito su mille barricate

Sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa
D’ora in poi troverà Stalingrado in ogni città.

L’orchestra fa ballare gli ufficiali nei caffè
L’inverno mette il gelo nelle ossa
Ma dentro le prigioni l’aria brucia come se
Cantasse il coro dell’Armata Rossa

La radio al buio e sette operai
Sette bicchieri che brindano a Lenin
E Stalingrado arriva nella cascina e nel fienile
Vola un berretto, un uomo ride e prepara il suo fucile

Sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa
D’ora in poi troverà Stalingrado in ogni città

 

 

 

Stormy Six, 1974.

Stormy Six, 1974.

 

 

Anni caldi questi. Siamo a metà degli anni settanta ed esattamente nel ’75 esce questo disco che è il più bell’esempio di “musica politica” mai prodotto in Italia. L’album “Un biglietto del tram” è il primo vero album decisamente originale e con forti contenuti politici degli Stormy Six. Forse è storia o forse è leggenda che a Milano alcune frange del “movimento” abbiano accusato gli Stormy Six di deviazionismo, la colpa: incidere dischi e, soprattutto, venderli! Questo è stato lo scotto di una notorietà costruita concerto dopo concerto, piazza dopo piazza. La grandezza di questo “progetto” è stata nella capacità di

 

 

 

bigtram

 

 

saper raccontare attraverso le “immagini”, un’Italia in guerra.

 

Il disco apre con quello che diventerà uno dei loro portabandiera, la bellissima Stalingrado (…sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa d’ora in poi troverà Stalingrado in ogni città) canzone di forte spessore che rievoca l’omonimo assedio.

 

 La Fabbrica (…e corre qua e là un ragazzo a dar la voce si ferma un’altra fabbrica, altre braccia vanno in croce) ci restituisce l’atmosfera di paura e fervore che precede il grande sciopero del marzo del 1943 nelle fabbriche del nord.

 

Arrivano gli americani (…arrivano gli americani, garibaldini marziani, Vergine Santa, hai sentito le nostre preghiere!) testo ironico e di facile riff che rimane nella mente, imperniato sulla “liberazione americana (?)”.

 

Otto Settembre (…ammazzati come cani, un cartello appeso al collo: ’PARTIGIANI’) probabilmente il brano più intenso dove i testi e la musica si intrecciano in un tutt’uno canzone carica e profonda ed espressione di una grande tragedia.

 

 Nuvole a Vinca (…dove sono i giovani, prigionieri in Africa, deportati a Buchenwald o sui monti, liberi…) rende palpabile la paura provocata dalla polvere che si solleva e da quella moto con sidecar che sgomma sulla piazza prima del massacro.

 

La bellissima Dante Di Nanni (…e cento volte l’hanno ucciso, ma tu lo puoi vedere: gira per la città, Dante di Nanni) affronta naturalmente la resistenza e diviene una figura quasi mitica, il simbolo di una battaglia che, trent’anni dopo, non doveva cessare.

 

 Gianfranco Mattei (…e se per di più sei un comunista ed un ebreo, dalle mani dei nazisti ti salvi il tuo Dio!) brano a ricordare tutte quelle persone che hanno speso la propria vita in cambio della nostra libertà.

 

In La sepoltura dei morti (…la morte non vale nemmeno il giornale che leggi e che poi butti via) c’è l’amara riflessione di quello che è avvenuto in seguito ai fatti cruciali del ‘900 e delle sue conseguenze.

 

Un biglietto del tram (…non bastava un biglietto, un biglietto del tram per tornare in piazzale Loreto?) conclude amaramente l’album.

 

 

Ora più che mai questo disco risuona attuale, in un momento che i giovani sembrano incapaci di stare a sentire un ragionamento politico per più di cinque minuti, sarebbe l’occasione giusta per ascoltare questo disco. Disco che, sia chiaro pur essendo “politico” nei suoi testi, rimane musicalmente parlando ricco di spunti e di idee. Gli strumenti creano un tappeto sonoro che non fa da supporto ma, è parte integrante alle parole stesse, un disco quindi dove anche la Musica ha un valore non secondario. – Appunti Novalis,

23/10/2008.

 

 

la felicità dei soldati dell'Armata Rossa per la vittoria

La Battaglia di Stalingrado è stata una delle battaglie fondamentali della Seconda guerra mondiale. Da parte russa vi furono circa un milione di morti. Dei circa 100.000 soldati tedeschi caduti in prigionia ne sopravvissero solo 6.000.L’esito di questa battaglia determinò una svolta nelle vicende della Seconda Guerra Mondiale, in quanto fu l’inizio delle sconfitte militari tedesche sul fronte russo che si concluderanno con la Battaglia di Berlino due anni dopo. Nel quadro bellico complessivo, poi, Stalingrado fu, con El Alamein e Midway il “giro di boa” della guerra che sino ad allora aveva visto prevalere le forze del Tripartito. Le condizioni climatiche in cui si svolse e l’elevato numero di morti da entrambe le parti e la distruzione della città fecero sì che questa battaglia divenisse un simbolo degli orrori della guerra.

(Da Wikipedia)

 

 

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=750

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1 risposta a banda bassotti stalingrado + gli STORMY SIX — da : Canzoni contro la guerra, LP ” Un biglietto del tram “

  1. i. scrive:

    Ricordo un libro di testimonianze dei soldati tedeschi rimasti nella sacca di Stalingrado: “Ultime lettere da Stalingrado”, edito da Einaudi. Riconoscere la fragilità umana del nemico forse ci può rendere migliori.

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