basta fare clic su questa sigla per vedere il video su Adolf Wolfli. Mi è parso interessante e perciò vorrei farvelo conoscere, ma non mi prendo nessuna responsabilità sul testo del video perché non sono ancora in grado di averne un’opinione.
E’ stato scoperto dal grande pittore e scultore francese JEAN DUBUFFET (1901-1985). Fu lui a coniare il termine “art brut” (1945) che significa produzioni artistiche fuori del circuito ufficiale o colto: arte infantile, di primitivi, di artista di strada, di graffittari, di malati mentali ecc. Comprò molte opere di questi artisti custodite attualmente al Museo dell’Art Brut di Losanna, in Svizzera, dono dell’artista.
Da ottobre a Milano, alla Triennale, c’è una mostra sull’ ART BRUT, a partire dagli anni Sessanta, curata da Germano Celant.
La “salvezza” di ADOLF WOLFLI è dovuta a Walter Morgenthaler, psichiatra nel suo stesso ospizio a Waldau, vicino a Berna, che intuendo le sue straordinarie capacità, gli trovò uno spazio dove lavorare tranquillo.
Questo psichiatra ha scritto un libro sul suo paziente, pubblicato in italiano nel 2007 dall’editrice ALET con il titolo “Arte e follia in Adolf Wolfli”. Piano piano potrò comunicarvi qualcosa di più preciso.
I suoi quadri mi sembrano veramente bellissimi.