“Not in our names”, la lettera dei giovani ebrei italiani — IL MANIFESTO DEL 15 MAGGIO 2021 

 

IL MANIFESTO DEL 15 MAGGIO 2021 

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COMMENTI “Not in our names”, la lettera dei giovani ebrei italiani

 

 

La presa di posizione. Con un post Facebook e delle foto con i cartelli, ragazzi e ragazze italiani di religione ebraica prendono la parola contro l’occupazione Israeliana e gli sfratti di Sheikh Jarrah

 

La mobilitazione su Facebook La mobilitazione su Facebook

Not in our names

 

EDIZIONE DEL  15.05.2021

PUBBLICATO  14.5.2021, 20:56

 

Siamo un gruppo di giovani ebree ed ebrei italiani. In questo momento drammatico e di escalation della violenza sentiamo il bisogno di prendere la parola e dire #NotInOurNames, unendoci ai nostri compagni e compagne attivisti in Israele e Palestina e al resto delle comunità ebraiche della diaspora che stanno facendo lo stesso.

Abbiamo già preso posizione come gruppo quest’estate condannando il piano di annessione dei territori della Cisgiordania da parte del governo israeliano e il nostro percorso prosegue nella sua formazione e autodefinizione.

 

Diciamo #NotInOurNames:

 

gli sfratti a Sheikh Jarrah e la conseguente repressione della polizia gli ultimi episodi repressivi sulla Spianata delle Moschee il governo israeliano che pretende di parlare a nome di tutti gli ebrei, in Israele e nella diaspora i giochi di potere (di Netanyahu, Hamas, Abu Mazen) che non tengono conto delle vite umane i linciaggi e gli atti violenti che si stanno verificando in molte città israeliane il bombardamento su Gaza il lancio di razzi indiscriminato da parte di Hamas la riduzione del dibattito a tifo da stadio l’utilizzo strumentale della Shoah sia per criticare che per sostenere Israele le posizioni unilaterali e acritiche degli organi comunitari ebraici italiani gli eventi di piazza organizzati dalle comunità ebraiche con il sostegno della classe politica italiana, compresi personaggi di estrema destra e razzisti la narrazione mediatica degli eventi in Medio Oriente che non tiene conto di una dinamica tra oppressi e oppressori qualunque iniziativa e discorso che veicoli rappresentazioni islamofobe e antisemite

 

La situazione attuale rappresenta l’apice di un sistema di disuguaglianze e ingiustizie che va avanti da troppi anni: l’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi e l’embargo contro Gaza incarnano l’intollerabile violenza strutturale che il popolo palestinese subisce quotidianamente. Condanniamo le politiche razziste e di discriminazione nei confronti dei palestinesi.

All’interno delle nostre società riteniamo necessaria ogni forma di solidarietà e mobilitazione, ma ci troviamo spesso in difficoltà. Pur coscienti che antisionismo non sia sinonimo di antisemitismo, osserviamo come un antisemitismo non elaborato, che si riversa più o meno consciamente in alcune delle giuste e legittime critiche alle politiche di Israele, rende alcuni spazi di solidarietà difficili da attraversare. Si tratta di una impasse dalla quale vogliamo uscire, per combattere efficacemente ogni tipo di oppressione.

 

 

Firmatari:

 

Aliza Fiorentino

Sara De Benedictis

Daniel Damascelli

Bruno Montesano

Teodoro Cohen

Micol Meghnagi

Michael Blanga-Gubbay

Susanna Montesano

Michael Hazan

Beatrice Hirsch

Giorgia Alazraki

Bianca Ambrosio

Alessandro Fishman

Tali Dello Strolog

Giulia Frova

Sara Missio

Alessandro Dayan

Ruben Attias

Keren Strulovitz

Enrico Campelli

Jonathan Misrachi

Yael Pepe

Claudia Pepe

Daniel Disegni

Sara Buda

Dana Portaleone

Ludovico Tesoro

Viola Gabbai

Edoardo Gabbai

Benjamin Fishman

Lorenzo Foà

Alessandro Foà

Giulio Ambrosio

Gaia Fiorentino

Joy Arbib

Nathan De Paz Habib

Joel Hazan

Tami Fiano

Emanuel Salmoni

 

 

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1 risposta a “Not in our names”, la lettera dei giovani ebrei italiani — IL MANIFESTO DEL 15 MAGGIO 2021 

  1. i. scrive:

    Ci sembra che questa sia la dichiarazione più alta contro la carneficina che si sta attuando in questi giorni in Israele. Che senso ha che due popoli, così vicini per lingua, per storia e anche per religione, continuino a straziarsi in un duello infinito che è messo in atto da classi dirigenti miopi, che badano solo alla propria sopravvivenza?

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