ANARMOFOSI — ESEMPI —

 

 

DIDATTICA ARTE.IT 

https://www.didatticarte.it/Blog/?p=1107

 

 

Sembra una parola complicata, in realtà l’anamorfosi non è altro che un’immagine fortemente distorta che acquista la «vera forma» solo quando l’osservatore si dispone in una particolare posizione molto inclinata rispetto al suo piano.

Ogni giorno vediamo delle anamorfosi attorno a noi: la segnaletica stradale orizzontale (come la scritta “stop“, il pittogramma della bicicletta, etc…) è sempre anamorfica affinché le scritte appaiano leggibili da un punto di vista molto radente.

 

 

 

 

Il grande successo di questa tecnica grafica si ebbe nel Seicento, grazie anche al contributo sostanziale di Jean François Niceron. Il religioso francese, oltre all’attrazione scientifica per questo tema, ritrovava in queste visioni addirittura significati teologici.


Nella prima metà del Cinquecento l’anamorfosi ottica ebbe grande fortuna nel Nord Europa non solo come semplice curiosità, ma come composizione che, solo ad un occhio esperto, rivelasse significati nascosti di natura religiosa, politica o erotica. L’uso in chiave simbolica di figure anamorfiche inserite nei dipinti è testimoniato per la prima volta negli Ambasciatori del 1533, opera del tedesco Hans Holbein. Qui la figura che appare in basso al centro non è altro che l’anamorfosi di un teschio, simbolica allusione al trionfo finale della morte su tutte le attività umane, richiamate con la raffigurazione di strumenti della scienza e dell’arte.

 

 

 

Un esempio di grandi dimensioni, sempre dell’età barocca, è un affresco lungo ben 6 m dipinto da Emmanuel Maignan a Trinità dei Monti a Roma. Solo osservandolo di scorcio si può cogliere San Francesco di Paola in preghiera.

 

 

 

 

 

SEGUE DA QUI DAL LINK:

L’ASINO D’ORO.IT 

https://www.lasinodoro.it/il-convento-della-trinita-dei-monti-quando-le-immagini-ingannano-i-sensi/

 

 

Convento di Trinità de' Monti - ScoprendoRoma

CONVENTO DI TRINITA’ DEI MONTI–  CHIOSTRO

 

 

Le magnifiche illusioni del Convento di Trinità dei Monti - Italian Ways

Il Convento e la Chiesa della Trinità dei Monti, quinta scenografica oggi di piazza di Spagna, furono costruiti su richiesta del re francese Carlo VIII, figlio di Luigi XI, per San Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi e fu papa Alessandro VI Borgia nel 1495 ad autorizzarne la realizzazione. I lavori iniziarono però solo nel 1502 e furono molto lunghi, tanto che la consacrazione avvenne solo nel 1594 durante il pontificato di Clemente VIII.

Nel Chiostro è possibile infatti ammirare il ciclo di affreschi dedicato alla vita del Santo fondatore ed una galleria di ritratti dei re di Francia; mentre nel refettorio, dove i frati mendicanti consumavano i loro pasti frugali, mirabili sono gli affreschi con effetti illusionistici realizzati nel 1694 dal gesuita Andrea Pozzo, con le scenografiche Nozze di Cana. Il grande trompe l’oeil occupa tutte le pareti della sala mentre la volta è sostenuta da finte travi che sembrano sostenerne incredibilmente il peso.

REFETTORIO

LE ANAMORFOSI DEL CONVENTO DI TRINITA’ DEI MONTI

La sorpresa più grande è sicuramente la presenza di due dipinti murali ideati ed eseguiti dai padri minimi Emmanuel Maignan e François Nicéron nei corridoi al primo piano del convento, due straordinari esempi di anamorfismo. Di cosa si tratta? Di un effetto di illusione ottica dove una figura che appare alterata e distorta se osservata frontalmente, riacquista forma e senso compiuto inclinando il proprio punto di vista rispetto al piano dell’immagine.

Il dipinto di Nicéron rappresenta San Francesco di Paola, ma se si procede in linea retta lungo la parete, la figura del santo si dilata e si deforma fino a scomparire, per trasformarsi in un paesaggio animato dal racconto dell’attraversamento da parte di Francesco dello Stretto di Messina. L’altro invece rappresenta San Giovanni intento a scrivere l’Apocalisse, ma se si osserva il dipinto da un altro punto di vista, diventa un paesaggio con campi arati e villaggi! Nell’Ottocento, durante un’epidemia di colera, la pittura fu coperta da un sottile strato di calce che si credeva potesse sterilizzare gli ambienti per evitare il contagio, tornando poi alla luce solo nel Novecento, inevitabilmente danneggiata, ed insieme ad alcuni curiosi graffiti di un soldato napoleonico che volle probabilmente lasciare una traccia di sé sui muri del convento.

 

SAN FRANCESCO DI PAOLA

 

 

SAN GIOVANNI

 

 

 

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1 risposta a ANARMOFOSI — ESEMPI —

  1. i. scrive:

    Fenomeno davvero curioso, che forse apre uno spiraglio sulle ” stranezze” del Seicento.

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